La storia siete voi: il 10 della rinascita, Mariano Bogliacino

Colonia de Sacramento è una cittadina molto particolare uruguaiana, praticamente da metà 1600 a metà 1800 ha cambiato per 12 volte la corona: scoperta dai portoghesi, rivendicata dagli spagnoli, passata ai brasiliani ed infine annessa definitivamente all'Uruguay. È una cittadina di confine e ha dato i natali ad un giocatore che ha segnato la storia recente del Napoli nonostante prestazioni non sempre impeccabili: Mariano Bogliacino.
A Napoli ci arriva dopo un lungo peregrinare nei paesi latini, passando per alcune società del suo Paese prima dell'approdo in Spagna e poi alla Sambenedettese dove si mette in mostra contro il Napoli impressionando Pierpaolo Marino.
La carriera comincia nel Plaza Colonia e diventa professionista a 20 anni. Non è un fuoriclasse, non un bambino prodigio come se ne vedono spesso in Sudamerica, è un ragazzo che cerca di fare il suo lavoro e non gli riesce neanche male, segna 11 goal in due anni da regista di centrocampo e viene poi ceduto al Penarol, (che al momento "ospita" altri due ex napoletani quali Marcelo Zalayeta e Nicolas Amodio), dove ha il tempo di giocare appena una decina di partite perché ci sono i dirigenti del Las Palmas su di lui che nel 2003 è un'ambiziosa società che cerca di imporsi nel campionato spagnolo, senza importanti risultati. Ci resta appena un anno, gioca tantissimo ma sposa la causa della Sambenedettese visti i prospetti del Las Palmas. Bogliacino passa dalla Liga Spagnola al campionato di Serie C italiano, con coraggio e risultati. La Sambenedettese arriva ai playoff dove si imbatte nell'allora Napoli Soccer e viene sconfitto ma Bogliacino, con la 10 sulle spalle, segna un goal importantissimo.
Marino l'anno dopo punta tantissimo su di lui, lo prende per 600mila € in un accordo che prevedeva anche l'acquisizione di Amodio perchè Mariano segna due goal agli azzurri, campionato e playoff.
A Napoli ha una responsabilità incredibile: De Laurentiis vuole ritirare la maglia numero 10 che è stata, è e sarà sempre di Diego ma la Lega gli nega il permesso, (in Serie C non ci sono i nomi sulle maglie), e così la maglia più pesante del panorama calcistico nostrano ricade come un macigno sulle spalle di Mariano Bogliacino.
Non è Maradona ma non delude affatto, centra la doppia promozione ed in Serie A fa una magia che resterà nella memoria dei napoletani per anni: limite dell'area, palla a Bogliacino, tocco sotto e Zalayeta in rovesciata insacca il pallone. San Paolo in visibilio.
Nel momento migliore della stagione però si infortuna e non sarà più lo stesso. Mazzarri vorrebbe trattenerlo ma il tasso tecnico, non accompagnato da un'integrità fisica accettabile, non gli permette di restare nel nuovo Napoli.
Andrà via dal capoluogo campano dopo essersi tolto anche la soddisfazione di segnare in Europa dopo aver segnato in C, in B, in A.
È stato un pilastro della rinascita del Napoli e nonostante non sia un campione ha sempre portato acqua al mulino. Le squadre non sono fatte di campioni ma di uomini e Mariano ne ha sicuramente fatto parte. Chi ama non dimentica, tu che sapevi sempre dove andare, grazie Tom Tom.
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