Lettera del tifoso - "Il vero Daspo lo avete dato alla gente perbene ed ai bambini"

Lettera del tifoso - "Il vero Daspo lo avete dato alla gente perbene ed ai bambini"
venerdì 9 maggio 2014, 01:15La Posta
di Redazione Tutto Napoli.net
"E tutto pronto per la finale: le sciarpe, i panini, i cori e la voglia di vincere..."

E tutto pronto per la finale: le sciarpe, i panini, i cori e la voglia di vincere. Un gruppo di tifosi si avvia verso lo stadio Olimpico di Roma, pronto a sostenere la sua squadra quando improvvisamente un fumogeno, una bomba carta, sassi e una serie di spari. Tutti cercano di capire da dove vengono e chi è stato. Intanto Ciro e a terra con il sangue che gli scorre dal petto, gli si avvicinano tutti. Da qui poi la cronaca e le infinite versioni che tutti sappiamo. Ogni giorno una nuova, ogni volta un particolare in più, un nuovo indagato, un testimone a sorpresa. Intorno su Napoli e sul Napoli il solito putiferio mediatico ormai tanto conosciuto. Non si può dire infondo che lo stato ha sbagliato, meglio distogliere l’attenzione parlando della maglia di Genny. Non si può dire che questo è un emblema dell’Italia e della sua politica, meglio scrivere del calcio malato. Il giorno di Napoli - Cagliari arrivano infinite telefonate da parenti e amici “non andate allo stadio, stasera è pericoloso”“non portate i bambini, se succede qualcosa?”. Non vola un fumogeno, non c’è l’ombra di uno schiaffo durante prima e dopo la partita. Il giorno dopo lo stadio San Paolo viene chiuso per due giornate!

Questa città viva di calcio, si accontenta di queste briciole che la società ci da in pasto ogni giorno. Ma per noi sono briciole buone come torte immense. Qui il calcio non è uno sport, non è divertimento fine a se stesso, è un riscatto sociale, è sfogare le frustrazioni di una settimana urlando di rabbia o gioia, è commentare tutta la settimana con il tuo salumiere, benzinaio, giornalaio, amici. E’ addormentarsi con il sorriso se si vince e passare una bella settimana oppure facce deluse e… “mo c’aspetta nasemmana e merda”. E’ vedere finalmente i bambini per strada con le maglie di Higuain, Hamsik, Callejon. Le maglie azzurre, militare, gialle ma tutte con la N. Maglie che fino a 10 anni fa erano così rare per le strade. Si giocava con tristi maglie giallorosse di Totti o Batistuta, bianconere di Del Piero, neroazzurre di Ronaldo e tanti altri vari colori che non erano l’azzurro. Ricordo che quella maglia che ho conservato con lo sponsor “Centrale Latte Napoli” l’avevo solo io giù da me. Anche quella con “Record Cucine”. Poi la maglia di Saber. Il Napoli è essere tutti allenatori di serie A. E’ forse l’unica cosa che funziona bene in questa città.

Al San Paolo si abbattono tutte le barriere sociali, politiche e culturali. E’ applicato il comunismo. Non conosci chi ti si siede affianco eppure ci parli come se fosse un tuo caro amico. Non sai chi ti circonda, eppure offri a tutti i taralli o due patatine. Magari sono seduti vicino un avvocato e un imputato, un disoccupato e un sindacalista truffaldino, un operaio e il suo padrone, un bambino e una nonna. No si a chi è e cose fa la persona seduta vicino a te, ma al momento del gol la prendi e la abbracci come fosse tuo figlio. In quel momento condividete la stessa gioia,la stessa emozione. E siete felici, tremendamente felici.

Ma tutto questo non conta, conta il Daspo, conta chiudere tutto e far finta di niente. Conta scandalizzarsi per un tifoso che parla con il capitano e dei dirigenti per sapere  dell’amico in fin di finta, come se non fossimo nel pase dei super politici inquisiti, degli inciuci, delle finte condanne  e dei patti stato – camorra.

Non conta la felicità e la voglia di un popolo di festeggiare e stare insieme quelle due ore lasciando fuori dai tornelli i problemi della vita quotidiana.

Non contano i bambini che chiedono di andare allo stadio. Conta chiudere e dare Daspo.

Il Daspo l’hanno dato a tutta la gente perbene, a tutti quelli che aspettano con ansia tutta la settimana per andare allo stadio.

Il Daspo l’hanno dato ai bambini.

Tonino Stornaiuolo