Guido Clemente di San Luca a TN: "Basta essere ipercritici, rialzatevi azzurri!"
Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, commenta così il momento del Napoli:
"Cari azzurri vi scrivo. Così, per consolarci un po’. E siccome tutti vi attaccano, io vi difenderò. Ce simm’ ntussicat’ Natale (furto a Roma) e Pasqua (furto con l’Atalanta). Lo so, diranno tutti che sono fuori di testa. Il coro unanime usa parole quali «disfatta», «umiliazione», «scioglimento come neve al sole», «urgente rivoluzione radicale», ecc. Devo dire che, uscendo dal tempio, ero depresso. Mortificato dal risultato, mi interrogavo nello sconforto, cercando di capire cosa fosse successo, avvertendo dentro qualcosa che non tornava. Non so cosa. Intontito, me lo sono continuato a chiedere fino alla mattina di domenica, quando – dopo la veglia di preghiera per una Santa Pasqua di pace –, prima del canonico pranzo con casatiello e agnello, ho deciso di rivedere la partita.
Già dopo il primo tempo, mi sono confermato nel giudizio che mi ero fatto leggendo i durissimi commenti e le impietose pagelle. Per il gioco espresso dalle due squadre, il risultato era assolutamente bugiardo. Cari azzurri, se una squadra avesse dovuto essere in vantaggio, sareste stati voi. Non si possono ascoltare i giudizi dei presunti ‘tecnici’ esperti di VAR. Entrambi i gol dell’Atalanta sono viziati. Sul primo (arrivato, peraltro, dopo 25’ di nitida supremazia, sebbene priva di efficacia realizzativa – e di kairos –, e benché loro un paio di volte siano stati pericolosi in ripartenza) c’era fallo su Rahmani. È del tutto irrilevante che l’appoggio di Scamacca sulle sue spalle sia stato «lieve» (come sostengono i detentori del potere mediatico), giacché, stando al Regolamento, conta soltanto che si tratti di intervento «negligente», tale da sbilanciare irregolarmente il difensore, impedendogli di colpire ‘pieno’ il pallone di testa. Sul secondo, ad inizio azione, c’era fallo netto di Hien su Osimhen. In entrambi i casi v’è stata una inopinabile illegittima omissione dell’intervento del VAR. Nonostante continuino a ripetere la litania della «valutazione di campo», insopportabile perché letteralmente inventata, al palese scopo di giustificare l’arbìtrio di arbitri e video-assistenti.
Bisogna smettere di essere ipercritici con noi stessi e indulgenti con gli altri. Ricordando le gesta (non propriamente commendevoli) di suo padre, Pairetto ha arbitrato scegliendo un «metro» illegittimo, corretto (in apparenza) solo per chi professa l’inesistente principio secondo cui «il calcio non è danza classica». Ha ammonito Osimhen con l’evidente intento di intimidirlo, avendo Victor perfettamente ragione di lamentarsi. Hien gli ha fatto fallo almeno tre volte senza essere sanzionato, compresa quella incredibile del secondo gol. Nei primi 45, ha «lasciato correre» senza fischiare falli indiscutibili su Traorè (con l’aggravante del gesto delle mani alla Orsato), Anguissa e Politano. Non ha ammonito Hateboer, né dato il secondo giallo a Kolasinac. Punto. Ha di fatto concesso agli altri licenza di impunità, salvacondotto per il «gioco maschio». Ma basta col predicare quest’idea che ignora le regole (senza contare lo stupido preconcetto di genere che contiene). È ora di smetterla!
2. Ragazzi, non stateli a sentire. I vostri avversari erano sì, indubbiamente, ben messi in campo, e solidi. Nel gioco, però, nonostante alcuni obiettivi demeriti, avete dominato voi. Altro che «strapotere degli orobici»! Strapotere falloso, consentito dal direttore di gara. Consiglio vivamente agli inflessibili censori – a voi lo farà fare certamente il mister – di rivedere la partita a freddo. Scopriranno, con grande sorpresa, quanto nei commenti si siano lasciati condizionare esclusivamente dal risultato (a caldo, si può capire). Trovo, infatti, il catastrofismo del tutto ingiustificato. Sia chiaro. Meret è stato forse il migliore in campo (a proposito, faremmo una solenne stupidaggine a lasciarlo andar via). Non sto, dunque, affermando che siete stati impeccabili. Nondimeno, il risultato non rispetta il gioco che s’è visto in campo. Sebbene non siate stati esenti da critiche. A cominciare da Calzona, che persevera nel commettere errori non secondari.
Per favore, fateci capire (mister e società) qual è la linea decisa. Dobbiamo continuare a batterci per un posto in Europa, o dare per definitivamente persa la stagione, e quindi far esperimenti in vista della prossima? Se è vera la seconda ipotesi – che personalmente trovo, anche se spiegabile, indecente –, allora occorre far giocare, non soltanto Traorè (che evidentemente è ancora a corto di condizione), ma pure Natan, Cajuste, Lindstrom e Ngonge (senza por mente alla scelta veramente demenziale di aver preso Dendoncker, per tenere fuori da tutto – e pagandolo profumatamente – Demme, un giocatore affidabilissimo per qualità tecniche, agonistiche e umane). Se, invece, è vera la prima, ebbene allora: Zielinski deve giocare sempre, fino a che non ne abbia più; Politano va sistematicamente alternato con Ngonge (come si faceva col Chucky); a Di Lorenzo e Anguissa (i quali, ad oggi, sono la brutta copia dei giocatori strepitosi dell’anno scorso) va dato un minutaggio minore; Raspadori sulle fasce è improponibile, e anche da secondo attaccante centrale non sempre fa meglio del Cholito, che va utilizzato di più, anche insieme e al fianco di Victor.
3. Insomma, ragazzi, non vi abbattete! La partita con l’Atalanta era importantissima, ma non ancora decisiva. Certo, avessimo vinto, ci saremmo rilanciati nella lotta per i posti di classifica che contano. Tuttavia, nonostante alcune manchevolezze, il risultato è stato bugiardo. Fossi adesso accanto a voi, vi direi di pensare, sopra ad ogni cosa, alla infinita passione del popolo azzurro, che avete fatto finalmente gioire dopo più di trent’anni, ma che ora è maledettamente malinconico. Vi inviterei a non dar troppo peso ai fischi di fine partita (in parte consistente, sono stati generati da Pairetto). E solleciterei il vostro amor proprio. Dimostrate come sia una colossale sciocchezza che il Presidente (il quale quest’anno le ha sbagliate tutte, lui sì vero responsabile della infausta e repentina decadenza) debba azzerare tutto e rifondare. E che sarebbe da rimandare a scuola calcio la gran parte dei giornalisti sportivi (non esclusi quelli locali, anzi). Per la scarsa competenza che esibiscono, condita con insostenibili saccenza e presunzione.
Date uno schiaffo morale a chi vi rimprovera, perché mostrereste scarsa «dignità»; perché avreste offerto una «prestazione avvilente», una delle «peggiori della stagione»; perché avreste giocato «in maniera indecorosa», come se il fatto «non fosse il vostro»; perché non avreste più «anima», né «carattere». Falsità. Siate invece orgogliosi per esservi inginocchiati contro il razzismo. E messo a nudo l’ipocrisia del sistema, che ha generato una sentenza, non solo eticamente riprovevole, ma giuridicamente più che claudicante. Date seguito a questo orgoglio anche in campo. Abbiate la forza di rialzarvi. Puntate, con veemente ferocia, a vincere le ultime otto. È nelle vostre corde, checché ne pensino i sapientoni grilli parlanti. Ed il popolo azzurro continuerà a sentirvi parte di sé.
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