Esclusiva

Clemente di San Luca: "Politica Conte sui cambi è diversa da Inzaghi, quale pagherà?"

Clemente di San Luca: "Politica Conte sui cambi è diversa da Inzaghi, quale pagherà?"
mercoledì 16 aprile 2025, 13:10Esclusive
di Arturo Minervini

Guido Clemente di San Luca, Docente di Giuridicità delle regole del calcio presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università Vanvitelli, commenta così il momento del Napoli

"Mi è giunta voce, non da fonte inattendibile, che il mister non gradisca che in conferenza stampa i giornalisti facciano domande sui cambi. L’assunto – vero o no che sia, poco rileva – non solleva dal dovere di interrogarsi sul punto con onestà intellettuale. Soprattutto se si è veri tifosi azzurri.

Fino al 2-0 ero in grandissima apprensione. E, come me, allo stadio molti altri. L’Empoli giocava senza lasciarsi ‘schiacciare’. Si è preso (o gli abbiamo lasciato) parecchio spazio. Poi finalmente abbiamo chiuso la partita. Il dubbio sui cambi resta. Sia sugli uomini, sia sui tempi in cui vengono effettuati. Mazzocchi, Billing, Ngonge e Rafa Marin (che hanno giocato qualche minuto più del solito) hanno confermato la sensazione di essere affidabili. Per non dire di Spinazzola, Juan Jesus, Gilmour, Raspadori e Simeone. Forse lo è pure Okafor. Allora perché Conte li ha utilizzati così poco?

La verità è che il mister – non si capisce perché non lo voglia dire esplicitamente – ha una visione diversa da quella, ad esempio, di Inzaghi, Italiano o Baroni. Si tratta di due diverse concezioni della gestione della rosa a disposizione. Conte si fida pure di tutti (altrimenti sarebbe ipocrita nel ripetere continuamente che il successo è di «tutto il gruppo»). Ma non crede nella fisiologica utilità dei cambi. Conserva l’antica convinzione che si debbano fare soprattutto per gli infortuni, le emergenze.

Gli altri invece coinvolgono tutti, con un triplice scopo: 1) far sentire tutti protagonisti del progetto, e non alcuni artefici principali ed altri comprimari; 2) dosare le energie psicofisiche di ciascuno, per preservare la tenuta muscolare di tutti; 3) consentire anche alle seconde linee di fare il minutaggio indispensabile per essere pronti naturalmente quando chiamati in causa. Conte no.

Lui crede fortemente nei titolari, sebbene continui a coinvolgere emotivamente anche gli altri, ma come lasciando in essi la convinzione che il loro ruolo è di comprimari. Insomma, mentre gli altri allenatori richiamati pensano che tutti i calciatori siano artefici allo stesso modo, Conte ritiene che il coinvolgimento delle ‘seconde linee’ debba essere da tali. Come se dicesse: «Siete indispensabili sì, ma come seconde scelte». E tutti debbono essere consapevoli del proprio ruolo.

Quale sia la politica migliore è discutibile. Ma questo sembra essere. Il mister non gradisce domande sui cambi perché nel rispondere sarebbe costretto ad esplicitare quello che ho appena riassunto. E ciò potrebbe verosimilmente compromettere il rapporto con le ‘riserve’. A me pare che maggior trasparenza e minor rigidità produrrebbero effetti migliori. Meno infortuni muscolari e più elevati apporti da parte di tutti. È una opinione, ovviamente.

Comunque sia, «Adelante, Pedro, con juicio, si puedes». È la famosa frase che Manzoni fa dire ad Antonio Ferrer, Gran Cancelliere di Milano, rivolto al cocchiere alle prese con la folla in tumulto. Il senso per noi è che la condizione fisica dell’intera rosa (la carrozza) è indispensabile per compiere l’impresa. Va perciò gestita al meglio.

Speriamo che nelle sei ‘finali’ che ci restano da giocare, qualunque sia la linea che il mister sceglierà di seguire, riusciamo a fare il filotto. Se l’Inter sarà capace di fare altrettanto, pazienza. Naturalmente, sempre che le direzioni arbitrali non compromettano l’esito della competizione, almeno non più di quanto non abbiano fatto finora".