Gene Gnocchi a TuttoNapoli: "Napoli ambiente accogliente. Gnoccao in Nazionale? Per Lippi sono troppo giovane"

Gene Gnocchi a TuttoNapoli: "Napoli ambiente accogliente. Gnoccao in Nazionale? Per Lippi sono troppo giovane"
giovedì 8 aprile 2010, 07:00Esclusive
di Luca Cirillo
fonte Luca Cirillo - Salvio Passante
"Spero ancora di esordire in A e con il Napoli sarebbe una figata pazzesca. Il calcio di oggi non mi piace molto, ma Messi è il nuovo Maradona. Gli azzurri batteranno il Parma"

Comico surreale e pungente. Attento osservatore dei pregi e dei vizi "umani". Programmi di successo alle spalle come "Quelli che... Il calcio", "Mai dire Gol", "Gnok Calcio Show" e tanti altri. Attore, presentatore, autore ed ex calciatore. Una laurea in Giurisprudenza. Migliaia i suoi fan in giro per l'Italia. Per l'anagrafe Eugenio Ghiozzi, per tutti Gene Gnocchi. In occasione della partita Napoli - Parma, che si giocherà sabato 10 Aprile, ore 18, allo stadio San Paolo, la redazione di Tutto Napoli ha intervistato in esclusiva per i suoi lettori il noto artista, nativo di Fidenza, in passato tesserato con il Parma e più volte avvistato a Castel Volturno per allenarsi con il Napoli durante le pause delle sue tournee nel capoluogo campano.

Atalanta, Bologna, Siena e Torino Le proposero un provino. Il 23 marzo 2007, invece, arrivò la firma su un bimestrale da 1500 euro mensili con il Parma. Gene Gnocchi diventava il più anziano giocatore di sempre in Serie A. Scelse la maglia numero 52, come gli anni, che diventò la 54 due stagioni dopo con il Genoa. Gnoccao….

“Si, una simpatica iniziativa nata con l’intento di ammorbidire un po’ i toni che caratterizzano il calcio attuale. Purtroppo, però, non sono riuscito a scendere in campo né con i ducali né con i grifoni. Ma non mi arrendo. Del resto sono ancora giovanissimo (ride, ndr)”.

L'anno scorso e 4 anni fa, quando il Napoli era in C, è stato a Castel Volturno. Le sirene azzurre sono più di un richiamo...

“Tutte le volte che ho fatto visita alla squadra partenopea ho trovato un ambiente pronto ad accogliermi. Una disponibilità incredibile a partire dall’ufficio stampa fino ad arrivare all’ex direttore Marino e al presidente De Laurentiis. Un gruppo di persone davvero fantastico. Sono stato in due momenti molto diversi tra loro: in C, con Reja, era in atto una cavalcata vincente, quindi entusiasmo a mille; poi con Donadoni… Si intuiva nell'aria che l’ambiente non avesse un feeling grandioso con il tecnico bergamasco. Ripeto, mi sono allenato con il Napoli in periodi antitetici, ma l’accoglienza è stata sempre affettuosa”.

Se De Laurentiis Le proponesse un contratto?

“Magari, sarebbe una figata pazzesca. Non credo però ci siano tante possibilità di trattativa: il mio ingaggio è alto e il presidente a quanto pare non scuce molto. Per ora il mercato è chiuso. Ne riparleremo il prossimo anno (ride, ndr)”.

Quanto pagherebbe o cosa sarebbe disposto a fare pur di coronare il sogno di esordire in serie A?

“Pur di giocare nella massima serie nostrana sono pronto - e lo potrei giurare davanti ad un notaio - a cedere il mio abbonamento Sky che comprende la visione di tutte le partite del campionato russo: imperdibile! (ride, ndr)”

Cosa è il calcio oggi e cosa dovrebbe essere invece per Gene Gnocchi…

“Spiace dirlo, ma è tutto ridotto al business. Ogni aspetto è riconducibile agli affari e per le società è vietato sbagliare le mosse, anche quelle più piccole. Le squadre devono essere sempre competitive e soprattutto forti fisicamente. Difficile quindi trovare giocatori duttili e tecnicamente preparati come un tempo. Oggi un terzino arriva sul fondo e magari non sa mettere il cross. E’ molto standardizzato ed io sono un termometro - ma parlo solo di me - di tale situazione: anni fa per nulla al mondo perdevo una partita, mentre oggi non ne faccio un dramma e anzi, a volte, preferisco fare altro…”

Il calcio più bello è quello degli anni ’80?

“Si, ma anche le epoche precedenti. Negli anni ottanta i Maradona, Platini, Careca erano sinonimo di spettacolo garantito. Olanda a parte, che già metteva in luce un calcio più muscolare ma comunque godibile, quasi tutte le squadre avevano giocatori di qualità. Oggi la velocità gioca un ruolo fondamentale e i veri fenomeni sono pochi. I primi 70 minuti delle partite sono spesso noiosi: reparti corti e poche giocate di classe. Conta solo vincere e il “come vincere” va a farsi benedire proprio perché ci sono i bilanci da tener presente”.

I comici hanno spesso un retrogusto malinconico … Lei?

“Io sono uno che si diverte parecchio. Però non è che sto lì a ridere tutto il giorno o a cercare la risata forzata, soprattutto se consideriamo la realtà che viviamo, deprimente per molti aspetti. Sono un comico dal sapore flaianeo (da Ennio Flaiano, ndr) che tende ad osservare la realtà castigandola moralisticamente in chiave ironica”.

Quante e quali difficoltà ha dovuto affrontare prima del decollo della sua carriera? Quali, invece, durante e dopo…

“Sono sincero, poche. Il mio percorso ha avuto una partenza bruciante con la trasmissione “Emilio”. Poi a catena ho fatto il “Gioco dei 9”, “Scherzi a parte” con Teocoli, “Mai dire gol”, “Quelli che…il calcio”, “San Remo” e tanti altri programmi. Il segreto, almeno il mio, è divertirsi con professionalità conservando una cifra, stilistica e non solo. Non sono dispiaciuto quando sto fermo: mi riposo e mi dedico ad altro in attesa di avere nuove idee. Mi piace fare tournee teatrali e devo dire che proprio a Napoli mi sono trovato benissimo. Il Teatro Bellini è meraviglioso”.

Cosa pensa dei napoletani?

“Al di là dei pregi che tutti conosciamo, i cittadini di Napoli sanno che c’è un problema atavico da combattere che è la delinquenza. A volte tutto sembra così radicato che si fa fatica a capire se ci sia o meno un’indole ormai congenita sulla base di una commistione continua e obbligata che si è trasformata in humus naturale. Lungi da me generalizzare, ci mancherebbe. C’è tanta brava gente che fa scelte lecite e che si sacrifica tanto”.

Napoli – Parma: all’andata un pari. Al gol di Denis rispose Trefoloni di Siena con un rigore concesso per auto-strattonata di Lanzafame. Come finirà al San Paolo?

“Vincerà il Napoli. L’andata è … andata. Oggi la classifica e le motivazioni dicono che i partenopei sono favoriti. Il Parma è tranquillo, ma proprio per questo bisognerà stare attenti: con la mente serena le gambe sono spesso più sciolte. Gli azzurri ambiscono alla Champions e lotteranno fino in fondo. Ne sono sicuro”.



Un tempo disse che Boban era il genio calcistico con i piedi alla Gnocchi. Ci faccia un nome di un calciatore in attività che ha le sue stesse caratteristiche.

“Pastore del Palermo. E’ un giocatore che mi fa sognare. Se Zamparini dovesse cederlo lo rimpiazzerei io (ride, ndr)”.

Un calciatore o un dirigente che vedrebbe bene in tv ad affiancarla in uno show…


“Giocatori dico Parola e Volta del Cesena: una verve comica assurda. Anche Santacroce del Napoli è simpaticissimo. Tra i dirigenti, Lotito. E’ perfetto per ricostituire insieme a me la coppia comica dei “Fratelli De Regge”, duo piemontese degli anni ’20 ripresi da Walter Chiari e Carlo Campanini negli anni ‘60”.

Lei è laureato in giurisprudenza. Che idea si è fatto di Calciopoli?

“Come la gran parte degli spettatori mi è parso di capire che qualcosa dietro ci fosse. Da qui a dire come il "sistema" funzionasse ce ne passa. A quanto pare ci sono ancora migliaia di intercettazioni da sbobinare. Tutti chiamavano tutti, certo, ma Paparesta nello sgabuzzino non l’ho mica messo io… (ride, ndr)”

A proposito, gli arbitri sono più da film drammatico o perfetti per una bella commedia all’italiana?

“Per una commedia all’italiana sono il massimo, e in particolare mi affascina molto la figura del quarto uomo che vaga tutto solo a bordo campo. Proporrei al regista Paolo Sorrentino di scrivere un film: “La solitudine del quarto uomo (ride, ndr)”.

Il suo attore preferito… Quando era agli inizi si è ispirato a qualcuno?

“Mi piace molto il napoletano Toni Servillo. In generale ho sempre adorato Walter Matthau, con il quale ho anche una certa somiglianza”.

Ha mai pensato di proporsi a Lippi per il Sud Africa come ha fatto con i club? In tal modo il suo messaggio avrebbe un’eco mondiale…

“A dire il vero ci ho già provato, ma Marcello mi ha detto che sono troppo giovane e davanti ho ragazzini di belle speranze come Cannavaro, Zambrotta, Grosso… Il Cittì mi ha invitato a riprovarci tra quattro anni (ride, ndr)”.

Cosa ama fare quando è lontano dai riflettori?

“Libri, giocare a calcio e ascoltare musica. Infatti mi stavo ciucciando per bene un bel disco rock e Lei mi ha disturbato (ride, ndr)”.

La sua è una comicità che ha alla base un’attenzione capillare sugli aspetti umani in tutti gli ambiti, dalle debolezze ai pregi… Di quante menti si compone l’equipe di autori che dirige?

“Amo molto scrivere e anche se tendo a fare tutto da solo mi piace selezionare con cura i miei collaboratori. Maurizio Giambroni, ad esempio, l’ho monitorato a lungo durante “Quelli che… Il calcio” e poi l’ho preso in squadra. Ultimamente c’è un ricercatore scientifico che ha dimostrato di avere un grande senso dell’ironia e credo che faremo qualcosa insieme. Sono molto attento nel guardarmi intorno nella ricerca di talenti”.

Magari mi propongo anche io…

“(Ride) Le do la mia e-mail e vediamo di cosa è capace”.

Le faccio dei nomi. Aggiunga qualcosa…

Lina Wertmuller… “esigente”
Maurizio Costanzo… “onnipresente”
Simona Ventura“bravissima”
Roberto Baggio… “fenomeno”
Messi… “ultra fenomeno…Il Maradona dei tempi d’oggi. Qualche anno fa, durante i mondiali under 17, tornavo a casa di proposito per godermi le sue magie”.

I suoi prossimi impegni professionali.

“Per ora sono fermo, ma ho un’idea: vorrei fare per Sky una striscia quotidiana durante i mondiali ”.

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