ESCLUSIVA - Tutto su Natan! Il telecronista del calcio brasiliano: "Rimpianto del Flamengo, è ancora grezzo ma può diventare un crack"
"Posso assicurare che questo ragazzo è forte, è molto forte, ma un conto è marcare gli attaccanti che giocano in Brasile e un conto è marcare gli attaccanti che giocano da noi. Insomma, è un potenziale crack, ma c'è da vedere come sarà il suo impatto con l'Europa". In estrema sintesi, è questo il concetto da esprimere nel presentare Natan Bernardo de Souza, il difensore centrale che da oggi dovrebbe diventare ufficialmente l'erede di Kim Min-jae. Le parole non sono nostre, ma appartengono a chi questo classe 2001 del Red Bull Bragantino, prelevato dal Napoli per una decina di milioni di euro, l'ha osservato spesso.
Emanuele Vento, telecronista che per Sportitalia si occupa del calcio sudamericano, e in particolar modo di quello brasiliano, interviene ai microfoni di TuttoNapoli.net per fornirci un quadro più chiaro del calciatore: "Nel Bragantino gioca a volte in una linea a tre e altro in una difesa a quattro. Quando giocano a tre Natan gioca da libero, in mezzo, non da braccetto. Anche nella penultima partita contro il Fortaleza, gara che ho commentato io, ha agito da centrale dei tre. Quando invece la squadra gioca a quattro agisce sul centrosinistra, quindi nella casella che dovrà occupare nel Napoli. Prima di arrivare al Flamengo faceva addirittura il terzino, ma era troppo grosso per quel ruolo e così l'hanno spostato al centro".
Quali sono i punti deboli e quali i punti di forza di questo ragazzo?
"Va molto molto in difficoltà se c'è da giocare nello stretto. Se si gioca di palleggio con l'attaccante che viene in pressione a prenderti, va un po' in difficoltà. Anche perché Ortiz, il suo compagno di reparto, non è molto abile tecnicamente. Se invece c'è da fare il calcio lungo, apre sistematicamente sulla destra, cerca tantissimo la sventagliata e spesso la trova. Se gli dai lo spazio di farla difficilmente sbaglia, se invece lo costringi a cercare il centrocampista vicino o a passarla all'altro centrale può andare un po' in difficoltà. Anche perché fisicamente è prorompente, ha una struttura importante. Però è rapidissimo, anche quando sbaglia di solito riesce a rimediare da solo grazie ai suoi mezzi atletici. Ma è un po' grezzo tecnicamente".
Per passare dal Red Bull Bragantino al Napoli gli servirà tanto carattere.
"Come tutti i grandi talenti brasiliani ha una situazione complicata in famiglia, ha un fratello con difficoltà cerebrali, ha vissuto già delle storie abbastanza gravi nella sfera privata. Quindi ad ogni intervista che ho sentito lui dice che per lui non è un problema giocare a calcio, cioè non lo spaventa fare una giocata o fare un intervento lontano dalla porta. Non sente mai la pressione.
Dal punto di vista difensivo invece che tipo di giocatore è?
"Uno che cerca sempre il pallone, anche quando non dovrebbe. Va spesso alla ricerca dell'anticipo, spostandosi anche in zone che non sono di sua competenza, va anche sulla fascia. Ma il grande vantaggio è questa fisicità che si mischia alla grande a una velocità che è incredibile, è davvero rapido. Gli esterni d'attacco che giocano in Brasile sono molto tecnici e veloci e solitamente mettono in difficoltà i centrali difensivi quando convergono in mezzo, con Natan invece non ci riescono. Per due motivi: perché ha fatto il terzino e perché ha le gambe che girano a tremila. Questa cosa che vi dicevo, sul fatto che non sente la pressione, la mette tanto in campo, lo dimostra andando in anticipo, un po' alla Kim. Il problema, ovviamente, è che non è Kim. Se la punta perde metri per guadagnare palloni, lui se ne frega e accorcia andando in avanti".
Come mai il Bragantino, un club della galassia Red Bull, lo cede al Napoli e non ci punta per il Salisburgo o il Lipsia?
"Il Bragantino è un club-vetrina della Red Bull, una società che acquista tanti giovani sudamericani per poi far cassa, non solo brasiliani ma anche uruguaiani e non solo. La Red Bull ha preso il Bragantino nel 2020 e Natan è uno di questi ragazzi che arriva con gran voglia di fare. Lui però al primo anno, quando il Bragantino giocava a quattro, non trovava tanto spazio. Ed è l'anno in cui il Bragantino andò a un passo dal trionfo in Copa Sudamericana, perdendo con l'Atletico Paranaense in finale. Al posto di Natan però giocava Fabricio Bruno, è lui il calciatore che all'inizio ha tolto spazio a Natan. Nel primo anno dunque fece fatica a trovare spazio, cominciando a trovarne solo quando Fabricio Bruno va via, direzione Flamengo. Diciamo che ha fatto un po' di fatica nel periodo d'adattamento, nonostante sia un calciatore che poi è esploso del tutto. E oggi, ormai, lo vedi che in Brasile c'entra poco".
Cosa dicono di lui in Brasile?
"Lì il calcio è religione, si sa, e oltre ai giornalisti hanno parola anche i tifosi, a cui piace dire tanto la loro. I tifosi del Flamengo un po' lo rimpiangono. Al posto di Natan ora gioca David Luiz (campione d'Europa col Chelsea, ndr), già da qualche anno, e diciamo che difensivamente lascia un po' a desiderare. La difesa del Flamengo balla un po' e i tifosi dicono: 'Noi avevamo un 2001 fortissimo nella nostra cantera e l'abbiamo dato al Bragantino'. Natan è forte ed è tra i talenti più chiacchierati in Brasile. In Italia si pesca ancora dal Sudamerica, siamo gli unici in Europa praticamente a puntare tanto su questo mercato. Natan è uno dei profili più seguiti".
Essendo giovane sicuramente dovrà crescere in tanti aspetti, ma ce n'è uno su tutti in cui deve migliorare per giocare in Italia?
"È un centrale furioso, quindi obiettivamente da educare, perché cerca sempre la palla e questa cosa un po' lo condanna. Molte volte lo buca l'intervento: o è in ritardo o chiude male la diagonale. Sono un po' i suoi punti deboli. Diciamo che per avere un quadro completo del giocatore devi mischiare queste disattenzioni agli incredibili gesti tecnici che si possono vedere dai video: la chiusura in scivolata o la sventagliata in fase di impostazione".
Insomma, possiamo dire che ha grandi potenzialità ma va disciplinato tatticamente?
"Più che tatticamente, va disciplinato dal punto di vista della scelta, perché spesso prende sempre la stessa decisione: quasi mai attende l'avversario, anche quando dovrebbe. E' uno che attacca sempre l'uomo e, a volte, non dovrebbe farlo perché non è la sua zona di competenza. Ha questa voglia matta di prendere il pallone, è uno che alza la testa, sfida l'attaccante, va in progressione centrale, specie quando si accorge che non può lanciare. E ha una gran confidenza nei suoi mezzi atletici. Il Flamengo ci puntava tantissimo, volevano inserire nel suo contratto una clausola clamorosa, poi David Luiz ha sparigliato le carte".
Per chiudere, riesci a paragonarlo ad un calciatore europeo? Può diventare simile a quale giocatore?
"È difficile, ma diciamo che potrebbe evolversi come un centrale in stile Rudiger".
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