Il Napoli quattro anni ancora in ritiro a Dimaro

Il Napoli quattro anni ancora in ritiro a Dimaro
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sabato 30 luglio 2011, 15:56Diario dal ritiro
di Redazione Tutto Napoli.net
fonte Mediaplan.tv
"Ciclone De Laurentiis ravviva la Val di Sole": così ha titolato oggi L'Adige che al Napoli, in ritiro a Dimaro, ha dedicato un'intera pagina.

DIMARO (VAL DI SOLE – TRENTINO), 29 LUGLIO 2011 – “Ciclone De Laurentiis ravviva la Val di Sole”: così ha titolato oggi L’Adige che al Napoli, in ritiro a Dimaro, ha dedicato un’intera pagina. E non si è assolutamente sbagliato perché il ciclone Zio Aurelio ha travolto e stravolto tutti, di nuovo. Dalla mattina, quando è sceso dal cielo con l’elicottero, sino a notte fonda dopo che Michele Caputo di Zelig ha dato spettacolo in piazza Madonna della Pace. Il sacro e il profano. A mezzogiorno la Santa Messa celebrata dal cardinale Crescenzio Sepe al campo e nel pomeriggio l’amichevole con il Barletta. Ma non solo. Il presidente del Napoli ha rubato la parola persino all’arcivescovo con un attacco a Sky che francamente non tutti hanno capito, cominciando proprio dal cardinale, ma c’ha pensato il Padre Eterno con una spruzzatina di pioggia a interromperlo e a costringere tutti ad una rapida fuga per il pranzo della stampa organizzato da Trentino Marketing al ristorante La Spléuza di Monclassico. Però ci vuole ben altro per zittire Aurelio De Laurentiis che prima del 2-0 rifilato dalle seconde linee partenopee ai pugliesi di Prima Divisione, si è incontrato con i tifosi sulla tribuna del comunale di Carciato e poi con i giornalisti nel teatro di Dimaro. Una giornata piena per chiudere in bellezza questo fortunato ritiro del Napoli in Trentino anche se domani gli azzurri di Walter Mazzarri sosterranno l’ultimo allenamento solandro, pranzeranno allo Sport Hotel Rosatti che li ha ospitati in queste due settimane di intenso lavoro e infine scenderanno a valle per disputare la terza amichevole della stagione, stavolta contro il Grosseto, che è stata anticipata alle 16.30 e che si giocherà allo stadio Quercia di Rovereto.

IL CARDINALE – Crescenzio Sepe ha lasciato il santuario della Madonna di Pietralba, dove è in vacanza da qualche giorno e ha raggiunto questa mattina la Val di Sole giusto in tempo per assistere alle ultime rifiniture dell’allenamento della squadra di Mazzarri. Si è quindi incontrato con il tecnico e i giocatori a bordo campo prima di celebrare la Santa Messa assieme al vescovo ausiliare, monsignor Lucio Lemmo e a un gruppo di una ventina di sacerdoti ospiti pure loro del rifugio altoatesino tra le Dolomiti. È stata una cerimonia religiosa davvero suggestiva e rasserenante con l’altare in legno d’abete allestito sulla pista in tartan e uno dei prelati che ha accompagnato alla chitarra la funzione. Nel corso dell’omelia l’arcivescovo ha avuto parole di stima nei confronti del presidente e ha strappato sinceri applausi al popolo dei fedeli, stipati in tribuna, che assistevano alla Santa Messa insieme ad Aurelio De Laurentiis e a buona parte dei giocatori schierati in piedi davanti all’entrata degli spogliatoi. “Il Napoli è un bene comune, un bene di tutti e tutti dobbiamo essere fieri di appartenere a questa squadra e a questa città. Dunque Dio benedica il Napoli e il suo presidente”. Il cardinale ha fatto gli auguri a Hamsik per i suoi ventiquattro anni e si è augurato che lo slovacco ne resti altri ventiquattro all’ombra del Vesuvio. “L’anno scorso dissi che il Napoli era una Ferrari. Adesso aggiungo che la benzina è De Laurentiis e il motore Mazzarri. E così, visto che la macchina è stata perfezionata con degli ottimi buoni acquisti, spero che possa fare di nuovo una bella figura in campionato ma anche in Champions. Lo scudetto? Dio solo lo sa chi lo vincerà: io spero il Napoli”. Infine Crescenzio Sepe ha assolto Aurelio De Laurentiis: “Le parolacce le dico anche io e poi mi autoassolvo. Il Signore guarda al cuore degli uomini e quello del mio amico presidente è pieno di amore per Napoli e per la squadra”.

TRA I TIFOSI – Aurelio De Laurentiis è un fiume di parole in piena: Napoli e Barletta sono pronti per entrare in campo e lui è ancora lì nella tribuna che risponde alle domande dei suoi piccoli e grandi fans che pendono dalle sue labbra. Di fiore in fiore. “Mi sembra che questo paese sia nelle mani di un despota che vuole comandare il calcio. Non è Berlusconi ma il voler parlare di tutto e di tutti senza sapere nulla in materia”. Meraviglioso. Peccato gli manchi il dono della sintesi. “Il calcio italiano è immaturo e allora non merita di stare nell’olimpo mondiale. Oppure c’è qualcosa che non va. E io l’ho detto per salvarlo. Preziosi? Ragazzi, perché dobbiamo sparare sulla Croce Rossa?”. Un tifoso col cuore in mano gli fa: “Presidente, lei è unico, tutta Napoli le è grata, ma perché non ci prende una punta?”. E lui prendendola molto alla larga: “Ieri sono andato a trovare Giancarlo Abete e gli ho detto due cose: uno, devi allargare le panchine perché è squallido vedere i giocatori in borghese sugli spalti; due, voglio creare un campionato di calcio femminile professionista sul modello di quello di basket Nba senza retrocessione con un massimo di dodici squadre. Voglio riempire il San Paolo anche per una squadra di sole donne”. Infine un modo molto pittoresco di annunciare il ritorno di Lavezzi al Napoli quando una fan glielo chiese: “Se lei si fa trovare tutta nuda vedrà che Lavezzi torna. Scherzi a parte, sarà a Napoli il quattro agosto”.

LA PARTITA - Davanti ad un migliaio di spettatori il Napoli delle cosiddette seconde linee ha superato per 2-0 il Barletta (Prima Divisione) nella seconda amichevole del ritiro in Val di Sole. Del giovane Dezi e di Marechiaro Hamsik le reti della vittoria azzurra contro un avversario che, soprattutto nel primo tempo, ha reso dura la vita alla squadra di Walter Mazzarri. Il tecnico azzurro inizialmente ha lasciato in panchina tutti i big. Il modulo è quello di sempre, ovvero il 3-4-2-1 con Rosati tra i pali, Grava, Rinaudo e Ruiz a comporre il terzetto difensivo. A metà campo hanno operato Cigarini e Donadel con Mannini a destra e Aronica a sinistra. L'unica punta di ruolo è stato Mascara, appoggiato dal giovane Dezi e Bogliacino. Il Barletta ha tenuto molto alta la difesa e, inizialmente, il Napoli è caduto spesso nella trappola del fuorigioco operata dai pugliesi. Mazzarri non ha cambiato nulla durante l'intervallo, ma il Napoli ha cambiato almeno atteggiamento e al 54' finalmente è passato in vantaggio: calcio d'angolo dalla sinistra, batti e ribatti in area e incornata vincente di Dezi. Il raddoppio solo a quattro minuti dalla fine: corner dalla sinistra, palla che arriva sul secondo palo ad Hamsik che schiaccia imparabilmente in rete. Una prova insomma abbastanza incolore ma il Napoli ha dalla sua una giustificazione: era imballatissimo per il carico di lavoro che Mazzarri ha imposto in queste due settimane di ritiro ai suoi azzurri.

NAPOLI-BARLETTA 2-0 - NAPOLI primo tempo (3-4-2-1): Rosati; Grava, Rinaudo, Ruiz; Mannini, Donadel, Cigarini, Aronica; Dezi, Bogliacino; Mascara. NAPOLI secondo tempo (3-4-2-1): Colombo; Grava (31' Britos), Rinaudo (31' Cannavaro), Ruiz (31' Fernandez); Mannini (21' Maggio), Donadel (12' Dzemaili), Cigarini (21' Inler), Aronica (12' Dossena); Dezi (21' Hamsik), Bogliacino (21' Lucarelli); Mascara (12' Santana). All.: Walter Mazzarri. BARLETTA primo tempo (4-2-3-1): Sicignano; Guerri, Pisani, Crescente, Angeletti; Menicozzo, Cerone; Hanine, Schetter, Franchini; Di Gennaro. BARLETTA secondo tempo (4-2-3-1): Pane; Masiero, Pisani, Crescente, Angeletti; Guerri (35' Caggianelli), Menicozzo; Schetter, Cerone, Franchini; Infantino. All.: Marco Cari. ARBITRO: Bellutti di Trento. RETI: 9'st Dezi, 41'st Hamsik.

LA CONFERENZA STAMPA – Doveva essere alle 19 e invece è iniziata trequarti d’ora dopo. Ed è finita quasi a ridosso della festa di piazza e dell’addio di Mazzarri e dei suoi azzurri perché il presidente Aurelio De Laurentiis si è dilungato con i giornalisti ben oltre il previsto toccando temi di grande attualità e spessore come il diritto che senz’altro ha “della libertà personale di litigare con i miei colleghi del calcio come di solito si fa in tutte le famiglie. Anche il presidente del Napoli è fatto di carne e ossa, magari ho sbagliato nei toni quando, lasciando gli studi televisivi di Sky, mi ha inseguito l’amico Cellino e un centinaio di cavallette della comunicazione, ma io mi considero un uomo libero di esprimere sempre il mio consenso e il mio dissenso se gli altri presidenti, che discutono un anno per dividersi un tozzo di pane, non riescono a difendere i propri diritti e interessi come in qualsiasi altra industria. In un mondo poi delle trasmissioni televisive urlate e dei Santoro ad alto volume non capisco perché ogni volta in cui il sottoscritto alza la voce ci si scandalizzi e tutti, anche chi abitualmente non si interessa di calcio, mi muovano critiche ingenerose e immotivate. Ho le spalle sufficientemente larghe e per questo non ho bisogno di altri appoggi se non quello di dodici milioni di tifosi napoletani nel mondo. Sei anni fa ho intrapreso questa avventura e intendo continuarla a qualsiasi costo.”. Saltando da Obama ai mercati internazionali, passando attraverso l’India e la Cina, la globalizzazione e la mondializzazione, Hollywood  e la cara mamma di novantacinque anni, De Laurentiis arriva anche alla Val di Sole e a Dimaro dove “il ritiro è stato ottimo e le persone che lo hanno organizzato molto valide una volta che abbiamo sistemato meglio le cose. C’era poca gente per il concerto di Guido Lembo che pure è un artista che guadagna cinquantamila euro al giorno e che ha lasciato Capri per raggiungere il Trentino e, da amico, soddisfare la mia richiesta. Per questo abbiamo dovuto organizzarci meglio e ci siamo riusciti. Difatti saremo qui in Trentino anche per i prossimi quattro anni”. E la stessa frase ha ripetuto sul palco di piazza Madonna della Pace quando già era calata la sera su Dimaro scatenando l’entusiasmo del popolo azzurro di nuovo in delirio per il suo grande presidente