Un Mondiale per la Pace

Un Mondiale per la PaceTuttoNapoli.net
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 20 giugno 2010, 20:35Sudafrica 2010
di Francesco Molaro
fonte Roberto Sdino
Post scriptum: "l'opinione nel pallone" di Roberto Sdino

"In scena i Mondiali della pace. Team multietnici di rifugiati politici in gara a Pretoria. Da un’idea nata in Nigeria"

Si chiama «Soccer Peace Tournament» e il suo obiettivo è essere un evento «complementare» a quello che sta appassionando milioni di fans in tutto il mondo. Si tratta di un Campionato mondiale di calcio della Pace a partecipazione multietnica mista in corso per iniziativa della Caritas sudafricana a Johannesburg.

Grazie ad una collaborazione con Damietta Peace Initiative, un’ong francescana, la Caritas ha messo in campo 64 giocatori di calcio di 15 nazioni diverse che formeranno diverse squadre che si confronteranno fino alla finale prevista il 3 luglio.



«Molti dicono che la violenza xenofoba stia ancora covando sotto la superficie qui in Sudafrica» afferma Lancelot Thomas, coordinatore di Damietta Peace Initiative per il Sudafrica. «Così, noi vogliamo cogliere l’opportunità della Coppa del mondo per portare un messaggio di tolleranza. Mentre nei Mondiali un Paese “lotta” contro un altro Paese, noi, nella nostra Coppa della pace, vogliamo creare squadre che sperimentino l’amicizia e l’umanità in comune in diversi team».

Vi è una particolarità non da poco: i partecipanti a questa Coppa del mondo sono persone che risiedono in Sudafrica ma che rappresentano diversi gruppi di rifugiati. «In questo modo ogni team sarà composto da persone di diverse nazionalità. Lo sport è noto per essere uno strumento di solidarietà, giustizia e dialogo interculturale» annota ancora Thomas.

Interessante anche la genesi di questa singolare Coppa «pacifista», come spiega Lancelot Thomas: «L’idea ci è nata in Nigeria dopo gli scontri interreligiosi del 2008 in quel Paese. Lì sorse l’iniziativa di mettere insieme in una stessa squadra musulmani, cristiani e fedeli animisti in modo da far capire cosa significasse avere per compagno di squadra un uomo considerato tradizionalmente un nemico. E fu un grande successo». Beh che dire se non cogliere la " palla al balzo" e giocarci questa opportunità aanche per i nostri campionati?