Da 0 a 10: la furia di ADL nello spogliatoio, la distruzione delle 'riserve', i tifosi innamorati di Garcia e la mortificazione di Lindstrom
Zero alla gestione uterina delle risorse, che scontenta molti e non valorizza tutto il potenziale. Ci sono cascate di milioni riversate sulla panchina, ma giocano sempre gli stessi. Cajuste esaltato a Verona e poi dimenticato, Elmas decisivo a Salerno e poi ignorato con l’Union. Montagne russe emotive, che sali piano e scendi troppo in fretta per goderti la salita. Il Napoli di Garcia è un omaggio a Andy Warhol ed ai 15 minuti di celebrità concessi a tutti, prima dell’oblio. Per Lindstrom nemmeno quelli….
Uno il punto conquistato dall’Union, che l’ultima volta che non aveva perso andavamo ancora di modo le felpe Sweet Years e in tv c’era il Telegattone. Dopo DODICI ko consecutivi, una squadra allo sbando, sfasciata, slegata e disperata viene a far punti al Maradona. Altro che filotto di vittorie: questa non è una stagione, è un singhiozzo.
Due milioni che vanno in fumo e punti persi in chiave mundialito. Se non è un disastro, poco ci manca. Aurelio De Laurentiis al fischio finale è più incazzato di Vittorio Sgarbi dopo l’incontro con una Capra al Festival dell’Odio. Rimugina, butta giù l’amaro, frena l’istinto e calcola le perde economiche e tecniche e in fondo al cuore, un pochino si maledice per la scelta fatta in estate. Ma si sa, chi è causa del suo mal…
Tre…cento criminali, con tanto di divisa, a sfasciare la città mentre sfilano scortati manco fossero modelli sulla scalinata di Piazza di Spagna. C’è un black-out normativo che mortifica le forze dell’Ordine e la pubblica sicurezza di chi s’è visto sfasciare l’attività commerciale dagli ultrà teutonici nell’ennesima notte di ordinaria follia. Dopo i disastri combinati nell’incrocio con l’Eintracht dello scorso anno, un altra pagina orribile di cronaca. Parafrasando i bimbi di ‘Io speriamo che me la cavo’: “Io ai tedeschi li schifo e li odio perché fanno scoppiare la guerra…”.
Quattro presenze per la miseria di 35 minuti giocati in Champions per Simeone, che lo scorso anno nei gironi aveva segnato 4 reti. S’è perso Giovanni, come l’Andrea di De Andrè. Giovanni s’è perso e non sa tornare, Giovanni aveva un amore senza capelli, Giovanni ha un dolore col profilo francese. S’è spento il fuoco, la fiamma del Cholito che entrava e dava scariche manco fosse un defibrillatore. Con l’infortunio di Osimhen, si sarebbe aspettato qualcosa di diverso, una considerazione maggiore. Ed è difficile dargli torto.
Cinque tiri in porta su 27 totali. Nella pochezza dell’Union si mescolano anche le polveri bagnate azzurre. Troppo superficiali in area di rigore, vestiti di quella leziosità che si tramuta nel boomerang lanciato da Fantozzi che ti colpisce dritto sulla fronte. Kvaratskhelia è una gioia per gli occhi quando punta l’uomo, ma da uno come lui ci si aspetta una lettura più lucida di certe situazioni nel finale di gara.
Sei Garcia e sfidi ogni legge della probabilità raccontato di una situazione buona e di tifosi che ti sostengono. Dici di incontrare solo tifosi che sono dalla tua parte (per me sono introvabili più della figurina di Volpi e Poggi), non noti problemi evidenti nella squadra, assicuri che presto tutto si risolverà. Pare di sentire il Capitano del Titanic che rassicurava i passeggeri preoccupati: ‘È soltanto un rumorino’. Svegliati Rudi, che qui si affonda.
Sette gare al Maradona e batti solo Sassuolo e Udinese. Non solo il Napoli non fa più paura, ma è la paura che s’è impossessata del Napoli. Passaggi a vuoto clamorosi, incapacità di indirizzare il proprio destino, errori da categorie inferiori come sul gol di Fofana. Di un diamante resta solo polvere, una scia luminosa che è una speranza, o una perenne illusione. Lo scopriremo dopo la sosta.
Otto come gli ottavi, che sono comunque vicini perchè poi le rivali sono quel che sono. L’obiettivo minimo del secondo posto è ancora alla portata, al punto che facendo una cinica analisi del momento a Madrid potresti pure dare una chance alle riserve per destinare risorse maggiori ai tremendi impegni in campionato contro Atalanta, Inter e Juventus. Aver paura del Braga non si può. Mi rifiuto.
Nove al coefficiente di difficoltà per Garcia della sfida con l’Empoli. Diciamocelo chiaramente: se non batte i toscani, con la sosta alle porte che consiglia cattivi pensieri ad ADL, l’esonero sarebbe come una sfida di pugilato tra Tyson e Ceccherini: non quotato. L’ennesima ultima spiaggia di Rudi, che rischia di stare in costume fino a Natale…
Dieci al pazzesco Politano, nella versione migliore dell’intera carriera. Segna ancora, sesto gol stagionale. Dribbla, sterza, affonda, sprinta, calcia. È brillante nel corpo e nella testa, s’è impossessato della fascia destra e pure di altre zone del campo che invade con la disinvoltura del campione mondiale di Risiko. Tantissimo Politano, che invita all’ennesima riflessione: perchè non sfruttare lo sconfitto potenziale offensivo di questa squadra tornando a praticare la sistematica riaggressione sulla trequarti avversaria?
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