Bar azzurro - Verdi smentisce i pettegolezzi: solo lealtà al Bologna in un periodo senza valori. Insigne risveglia una tiepida passione

Bar azzurro - Verdi smentisce i pettegolezzi: solo lealtà al Bologna in un periodo senza valori. Insigne risveglia una tiepida passioneTuttoNapoli.net
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 8 giugno 2018, 09:20Rubriche
di Redazione Tutto Napoli.net
fonte di Fatima Parente
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Si chiama Simone e non Giuseppe e, sebbene non abbia scritto la Traviata, piace da tempo alla società partenopea. Finalmente, dopo la delusione della scorsa sessione di mercato, l’ex bolognese dice sì al Napoli e lo fa in diretta nazionale. Ha smentito tutti i pettegolezzi del passato e quanti lo hanno accusato di non gradire il trasferimento napoletano o la guida di Sarri. Voleva terminare il suo percorso in rosso-blu, così si è giustificato. Vero o no, c’è da dire che la dichiarazione pare coerente con chi ha caratteristiche di serietà e lealtà, in un periodo in cui, i valori dello sport, sono sempre più affossati dal carrierismo e la sete di denaro. Ha detto di più: sembra che ci sia già stata una chiacchierata, definita “formale” dallo stesso Verdi, con Carlo Ancelotti. Dunque, si sono testati lui e Insigne in questo impegno con l’italia e chissà che, la frequentazione con lo scugnizzo di casa nostra, non abbia contribuito a convincere il giovane attaccante di Broni, a scommettere sull’avventura azzurra. Ma attenzione, manca ancora la firma. E in questo mondo, quello del calcio, non è cosa trascurabile.

“Il Magnifico” Lorenzo, contro l’Olanda, ha festeggiato il suo ventisettesimo compleanno, indossando la prestigiosa fascia di capitano. E l’amore per la nazionale che, almeno da queste parti, è scemato da tempo, ha rivissuto un sussulto di tiepida passione, proprio grazie a lui, che ha portato con sé un po' di quella Napoli bistrattata, coperta d’insulti nella maggior parte degli stadi del bel paese e lo ha fatto proprio lì, dove i nostri acerrimi nemici sono caduti a colpi di testate di un napoletano – senegalese, in una notte che resterà indimenticabile. Storia dei tempi moderni, mai così attuale. Fremiti di silente rivoluzione, di quel sud che sa di essere forte e lo mostra con orgoglio. Tra un caffè e l’altro, anche i miei amici del bar, dibattono sulla new entry di casa Napoli. Sono quasi tutti d’accordo sulle qualità del ragazzo ma, qualcuno, più rancoroso e diffidente, non gli perdona il no di gennaio, sostenendo che, in una squadra come la nostra, ci si viene a piedi e ringraziando il Cielo lungo il percorso. Invece Francesco, il nostro barman, è convinto che Verdi “rappresenti il profilo giusto per la politica societaria del Napoli: ingaggio abbordabile per uno che di certo non farà fare il salto di qualità. Un mezzo giocatore”. E su queste note, vi assicuro che, l’ira di Antonio, è stata incontenibile. Glielo ha detto a muso duro quello che pensa di lui, invitandolo a tacere e ad interessarsi della sua squadra senza colori. Più che per le entrate, si teme per le uscite. Quasi che, la sola presenza di Ancelotti, fosse garanzia assoluta di un mercato di spessore. Saranno le dichiarazioni d’amore di calciatori dello spessore di Ronaldo o di Beckham, a convincere, persino gli incontentabili, che uno come Carlo, sappia toccare le giuste corde e abbia qualità da seduttore d’altri tempi. “Bisogna fare due o tre acquisti mirati e tentare di trattenere i vecchi, quantomeno i calciatori che hanno fatto da struttura portante lo scorso campionato”, sentenzia Claudio, convinto che sia tutto molto semplice. E, invece, aleggia ancora una sensazione di indecisione diffusa e precarietà. Ma, in fondo, è normale. Il campionato si è appena concluso e molti calciatori sono presi dei vari impegni con le rispettive nazionali. Gli altri, beati loro, si godono le meritate vacanze in paradisi tropicali. Parola di Instagram! Quanto al mercato, ci sarà ancora molto da aspettare e, di conseguenza, per cui soffrire e inscenare crisi di isterismo con annesse distruzioni di televisori e telecomandi (è la triste storia di casa mia). Certo la pazienza non è mai stata il nostro forte, ma ci toccherà armarci di buona volontà, praticare meditazione, esercizi zen o iniettarci camomilla in vena. Insomma qualunque cosa per arrivare vivi al fatidico 18 di agosto. Che poi, la verità è che le cose, tutto sommato, non vanno affatto male. Godiamoci il momento e “libiamo ne’ lieti calici”, almeno così direbbe Verdi. Quello più famoso, però.

Fatima Parente