Zazzaroni ed il caso allenatori: "Da De Rossi a Fonseca, la dura vita del tecnico"
"Si può ancora parlare di programmazione tecnica e futuro quando un solo risultato negativo e i malumori della piazza finiscono per condizionare pesantemente le decisioni della proprietà?". Si pone questa domanda Ivan Zazzaroni, all'inizio del suo fondo presente oggi in prima pagina sul Corriere dello Sport e riguardante le situazioni spinose di molti allenatori di Serie A.
Un caso eclatante di mancata programmazione è legato a De Rossi: "Il 25 giugno scorso i Friedkin gli rinnovarono il contratto fino a giugno 2027, garantendo 3,2 milioni a stagione, e dopo 4-partite-4, peraltro senza il mercato in campo, l’hanno silurato sulla base di un report non particolarmente corretto, né puntuale: la fiducia è l’unico regalo che non si riceve due volte". Al successore Juric non sembra andare meglio: "Non è difficile immaginare che se domenica avesse perso a Monza oggi sarebbe dalle parti di Nervi o in Croazia".
Zazzaroni parla poi di Fonseca: "Approdato al Milan dopo che Lopetegui era stato cassato dalla tifoseria e Allegri non aveva più sentito Cardinale, il portoghese ha mostrato nelle settimane più complicate il volto delle migliori occasioni, confermando di possedere una grande signorilità, oltre a una società fragile alle spalle, troppo fragile e poco centrata". Chiusura con tecnici continuamente paragonati ai loro predecessori: "Motta-Allegri, Italiano-Motta, Fonseca-Pioli, Baroni-Sarri. Anche questi improbabili: le campagne acquisti modificano sostanzialmente la struttura delle squadre. Fanno tuttavia parte del gioco (al massacro) e non sono eliminabili".
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