CdS torna sullo Scudetto: "Per ADL una conquista personale, poi è caduto nel baratro"

CdS torna sullo Scudetto: "Per ADL una conquista personale, poi è caduto nel baratro"TuttoNapoli.net
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giovedì 5 settembre 2024, 14:30Rassegna Stampa
di Pierpaolo Matrone

Aurelio De Laurentiis ha quasi 20 anni da presidente del Napoli. Ripercorrendo la sua era, il Corriere dello Sport si esprime così: "Un sognatore con un cassetto pieno di sogni che restano nel cassetto. Un conversatore robusto, facondo, fluviale con un linguaggio alto e basso di marca hollywoodiana con picchi da osteria romana.

Contesta d’avere un brutto carattere e bisognerebbe credergli per uno che a Los Angeles va a cena con Angelina Jolie e Gwyneth Paltrow che non vanno a cena con brutti caratteri. Però suo figlio Luigi rivela che «papà gode quando può mandare qualcuno a quel paese». A Napoli, Aurelio esprime appieno questo godimento. Scopre l’eloquenza delle conferenze-stampa e le interpreta con irresistibile passione, i capelli ben tirati sul cranio, l’abito elegante, gli occhi da serpente a sonagli. Propone un modello del tutto originale nel calcio, il monologo senza contraddittorio, il trucco dell’affabilità subito soverchiato dal sussieguo del padrone indiscutibile, seguito dallo scoppio di intolleranza con fughe osé nel cinepanettone. Comincia con un sorriso cinematografico, poi da sotto la barba bianca, che comincia a fremere, tira fuori l’ira funesta, l’invettiva romanesca, la frase vendicativa e l’ingiuria definitiva. Uno spettacolo da teatro napoletano con inflessioni trasteverine.

Lo scudetto è l’affermazione definitiva dell’io sono io e voi non siete un cazzo. Giunto al culmine del successo, ne evita le vertigini e ne fa una conquista personale travestendosi da onnipotente del pallone. Ma precipita dall’alto del suo cielo incappando, l’anno dopo, nel tracollo della sua irresistibile spocchia.

Dal baratro di un decimo posto che cancella scudetto, entusiasmo, simpatie e solidarietà di circostanza, e cancella lui stesso, Aurelio che fa tutto lui, prima di precipitare afferra Antonio Conte e si salva. Ha imparato la lezione. Rinuncia alla passerella tra i tifosi, scompare dalle conferenze-stampa, si defila e lascia il Napoli e il calcio a chi sa di calcio concedendosi una sola sciccheria personale, la presentazione di Conte a Palazzo Reale. L’ultimo guizzo dell’ultimo Borbone, Aurelio De Laurentiis re di Napoli e, in fin dei conti, un estroverso birbante del pallone".