Lettera del tifoso - "Al gol di Mascara cancellati tutti gli anni di sofferenza"

Ieri pomeriggio mi sembrava d’essere Al Pacino nella sua splendida interpretazione in Carlito’s way. Sì, la vita m’era passata davanti tutta, nella sua interezza. La mia vita da tifoso del Napoli. Avevo rivisto e rivisitato ogni elemento, qualunque aspetto in quell’istante lungo come un’eternità. Dal momento in cui Viviano respingeva il tacco del Pocho, e noi dentro al dall’Ara osservavamo che solo Mascara poteva raggiungere quel pallone, da quel preciso momento fino alla palla in rete… è passata la storia azzurra dentro il mio cuore. Si era visto che la sfera sarebbe entrata ma non verteva lì l’aspetto fondamentale della questione: era l’attesa cosciente di ciò che stava per accadere. Conoscevo oltretutto l’esito di quell’azione ma quell’istante non finiva mai, era la rabbia e la gioia di tutti quegli anni di sofferenza. Io aggrappato al mio Napoli, per sempre, nei ritiri estivi per 12 anni senza mollare, nei match del San Paolo, che non è un quartiere della mia città, ma lo stadio a Fuorigrotta nelle molteplici trasferte che mi hanno visto protagonista. È in quel momento che è arrivata la consapevolezza, dal tempo che incorreva dallo scatto del Topino all’impatto col pallone, che io e il mio Napoli ci siamo ripromessi il solito amore eterno. Finalmente ho raggiunto la consapevolezza: credo che possa essere perdonato ‘O surdato ‘nnamurato intonato con un accento che implorerebbe un minimo di sapienza dialettale..
Non svegliateci dal sogno cosciente, almeno per una volta. Pietà

Tifoso da Roma

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