UN TIFOSO A VIENNA…

UN TIFOSO A VIENNA…
sabato 21 giugno 2008, 20:44Euro 2008
di Giuseppe Giannotti
Una storia qualunque, in cui ognuno di noi può rivedersi,e a sua volta pensare alla sua avventura, a quello che negli occhi e nella mente di un tifoso provocano la semplice adrenalina di una partita di calcio
Una storia qualunque, in cui ognuno di noi può rivedersi,e a sua volta pensare alla sua avventura, a quello che negli occhi e nella mente di un tifoso provocano la semplice adrenalina di una partita di calcio vissuta tanto prima, e assai… dopo, soprattutto se la sua squadra ha vinto!
Domenica ore 20.45: ITALIA – SPAGNA, ma facciamo un passo indietro…
Mi sveglio con il cuore a mille, stasera c’è l’Italia contro la Spagna, ho già il biglietto in tasca, l’ho pagato tanto, ma ne è valsa la pena. Partenza da Fiumicino e arrivo a Vienna col volo delle 7.45, “Tempo bello, cielo sereno…” come raccontava alla radio una volta Enrico Ameri. Faccio un salto in centro, mi compro un gelato ed ammiro le bellezze della Capitale austriaca. Ora di pranzo, mi fido, e anziché la pizza, mi butto in un ristorantino di St. Stephan Plaz, mangio bene e spendo poco. Nel pomeriggio mi reco verso “casa azzurri”, sperando di vedere qualche VIP, mi aggiro tra telecamere e taccuini, tante donne giornaliste, soprattutto tedesche e olandesi, ma non male anche le croate, velo pietoso invece sulle bellezze italiche, quelle brave, davvero brave chissà perchè non devono essere belloccie, tipo la bionda americana coi capelli anni 60 e un tayeur da paura, caso a parte per la D’amico, che ha le porte aperte…a tutto e tutti!
Ecco che si sono fatte le 18, prendo il tram numero 9, che carini i tram austriaci, sembrano le motrici di quei trenini elettrici che ti regalavano a Natale da bambino, rossi e bianchi, blu elettrico, giallo ocra, col trollo che sembra si stacchi da un momento all’altro. All’interno un rumore infernale, ma sono comodi e veloci. L’unica parola che riesco sempre a leggere al volo è “STRASSE”, il resto è impronunciabile!
Vienna è sempre viva, multietnica, uomini d’affari che si mescolano a rumeni, giapponesi, cinesi, carrozze e trenini per i turisti sempre stracolmi un odore incredibile di wurstel viene su dai numerosi stand nascosti tra i tanti alberi e siepi curate in modo ossessivo. Da lontano scorgo lo Stadio, immerso nel verde dell’immenso parco del Prater, alle mie spalle si erge bellissima la Ruota Panoramica, simbolo di Vienna. Comincio ad incrociare i tifosi spagnoli, le ragazze sono stupende, more, sorridenti, capelli nerissimi, con qualche eccezione. I colori delle loro bandiere giallo-rosse mi fanno pensare a come avrebbe reagito il mio organismo, se fossi nato tifoso laziale(!), ma per fortuna nel mio cuore c’è il Napoli, ma questa è un'altra storia. Mi ferma uno spagnolo e mi dice che in omaggio ai loro giocatori, il loro conto in banca ha i seguenti codici: XABI e XAVI, è una battutaccia, perdonatemi, però è fine, potrebbe scapparci la risatina!
Non ho problemi al momento di scegliere la fila “giusta”, non è come nel nostro Paese, qui si mettono tutti in fila come soldatini, e le guardie austriache sono simpatiche come Hulk quando comincia a trasformarsi. Una marea di zainetti, miriadi di merendine morsicate, lattine a go-go, barrette di cioccolate di tutti i gusti, spicca quella immancabile al cioccolato all’arancia, un classico da queste parti, acqua di tutte le marche, e accidenti, per terra non c’è l’ombra del nulla, che rabbia penso, eppure mi trovo a pochi chilometri dall’Italia!
Ho convinto mia madre che la mia merendina non poteva arrivare integra in Austria, meno male, ma ci pensate? In mezzo ad una marea di consumismo e marchi di prestigio, potevo mai presentarmi con la mia “marenna con le melanzane o i friarielli…”? Anche se sono sicuro me la potevo vendere a “buon peso”, ma poi, l’odore di fritto mi avrebbe seguito per tutta il tempo dell’ingresso in campo, ma vuoi mettere la trasgressione? Unico in mezzo a 60.000 spettatori che tirava fuori la carta da pane inzzozzata di olio, e proprio in quel momento la RAI mandava in onda la sigla con le immagini sul mega schermo in mondovisione, che storia! Mi mancava solo lo striscione: “A LORO LA PAJELLA…A NOI I FRIARIELLI” Eh siiii… FRIARIELLI d’Italia, l’Italia s’è desta, del panino inzozzato mi cingo la testa…
Ecco le squadre in campo, lo stadio si tinge d’azzurro, si tinge di rosso e giallo, alcune bandiere si mescolano, l’erba del campo è una moquette, le majorette lasciano il terreno di gioco, scorgo Buffon, poi De Rossi, ma si, c’è anche Aquilani finalmente, ecco in lontanzana l’incedere lento e sorridente di Capitan Cannavaro, peccato che si non gioca, poi ecco a capo chino tesissimo come una corda di violino il C.T. Donadoni, i quarti stanno per partire, che emozione, che storia,
A PROPOSITO DI STORIA, la mia finisce qui, ora tocca agli azzurri prendere il toro per le corna, vogliamo la semifinale, non possiamo, non vogliamo fermaci qui, una cosa è certa, se vinciamo con gli spagnoli, vado a “Casa azzurri” e tiro fuori quel panino coi friarielli di cui mi vergognavo, ma vuoi vedere che in diretta TV mi accorgo che me lo ha fregato…GALEAZZI!!
Forza Italia dunque!