La storia dei mister azzurri (1 puntata)
Dopo gli attaccanti, nelle prossime ore troverete la terza puntata, eccovi il racconto delle panchine azzurre
Secondo alcuni maestri di calcio come Vujadin Boskov, oppure Zdenek Zeman, oppure ancora Arrigo Sacchi, “un allenatore viene ritenuto bravo quando vince e scarso quando perde, ma in tutti e due i casi vanno in campo sempre i giocatori”. E da sempre, gli allenatori sono croce e delizia dei presidenti, elogiati quando si vince, ma gli unici a pagare quando le cose vanno male. Anche la storia degli allenatori del Napoli non fa eccezione. Ecco una carrellata dei “mister” della storia azzurra dal 1929 ai tempi di oggi:
La prima stagione agonistica della storia del Napoli è la 1926-27. Il Napoli partecipa al Campionato di Divisione Nazionale, girone A, unica squadra del sud Italia. Arriva ultimo in classifica con 1 solo punto all’attivo. L’allenatore è Antonio Kreutzer, nella stagione successiva, 1927-28, anche se nell’annata precedente è arrivato ultimo, il Napoli partecipa al campionato Divisione Nazionale. Arriva terz'ultimo in classifica. In panchina Rolf Steiger, seguito poi da Giovanni Terribile. Quest’ultimo è allena il Napoli anche nella stagione 1928-29, al pari dell’austriaco Otto Fisher. Nel Campionato di Divisione Nazionale arriva 9° classificato. Nella stagione 1929-30, la prima con la denominazione Serie A, il neo tecnico azzurro è l’inglese William Garbutt. La formazione azzurra arriva 5° nella classifica finale. Il britannico rimarrà sulla panchina azzurra per ben 6 stagioni totali. Nel 1930-31, sempre in Serie A, ottiene un 6° posto finale; nel 1931-32, il Napoli giunge 9°; Nella stagione 1932-33 arriva uno straordinario 3° posto, ripetuto nel 1933-34, dietro la Juventus e l’Inter; Nel campionato 1934-35 arriva invece un meno prestigioso ma ugualmente dignitoso 7° posto. Ma questo è l’ultimo campionato di Garbutt allenatore azzurro. Al suo posto, nella stagione 1935-36, arriva l’ungherese Carlo Csapkay (ex Palermo e Fiorentina). Il suo 8° posto finale, però, non convince gran che. Così viene ingaggiato Angelo Mattea, campione d’Italia col Casale nella stagione 1913-1914. Nella stagione 1936-37, però, l’ambizioso Napoli termina soltanto 13° in classifica generale. Nella stagione successiva, 1937-38, vi è un sensibile miglioramento, ma la squadra arriva soltanto 10°. Così nel 1938-39 si cambia ancora: arriva l’allenatore ungherese Eugenio Prayer. Il risultato è lusinghiero: 5° posto finale. Nella stagione 1939-40 però la squadra viene affidata ad Adolfo Baloncieri, ma le cose non vanno bene e così viene rilevato da Antonio Vojak, grande giocatore e per anni bandiera azzurra, come traghettatore. Alla fine, il 13° posto è il massimo che si possa ottenere. Nel campionato 1940-41 però il Napoli giunge 7° con Antonio Vojak in panchina. Eppure la società azzurra decide che nel 1941-42 la squadra venga affidata a Tommaso Leonetti. I pessimi risultati ottenuti, però, inducono i dirigenti azzurri a scegliere Luigi Piscitelli come commissario per sostituire l’esonerato Leonetti. La squadra azzurra arriva al 15° posto in classifica e, dunque, retrocede in serie B. Luigi Piscitelli viene riconfermato nella stagione 1942-43 per cercare di riportare subito il Napoli in Serie A. Arriva il 3° posto finale, cosa che non basta perché in quegli anni arrivavano in Serie A solo le prime 2classificate.
Nelle stagioni 1943-44 e 1944-1945 anche il calcio si ferma a causa della Seconda Guerra Mondiale.
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