La bufala di quelli che ‘Spalletti ha valorizzato tutti’: la lista degli ‘esclusi’ dalla cura Luciano
Tempo di bilanci, della somma che fa il totale. Che poi i numeri sono persone, vite, storie, risvolti, delusioni, scoperte: c’è di tutto in una stagione che ha dato indicazioni molto differenti rispetto a quella precedente conclusasi con lo scioccante epilogo di Napoli-Verona. Di quel Napoli ‘gattusiano’ è rimasto tutto, con la squadra che è stata confermata con gli innesti di Anguissa e Juan Jesus (e l’addio di Manolas, già crepuscolare nella seconda parte dello scorso campionato).
Spalletti ha valorizzato tutta la rosa. Si dice, si legge, si racconta, che poi i fatti non dicono proprio quello. Al tecnico di Certaldo, da promuovere per l’obiettivo raggiunto (ma non con voto altissimo, come invece vorrebbe lui), va dato il merito di aver restituito al Napoli uno che sembrava ormai perso: il lavoro su Lobotka è stato eccellente, calciatore che per caratteristiche sembra fatto apposta per il calcio di Luciano, come il Pizzarro di Udine o il Brozovic di Milano.
È lo slovacco il giocatore che maggiormente ha goduto dell’effetto Spalletti. Lobotka con Gattuso aveva avuto poche occasioni, non avvertendo mai la fiducia di Ringhio. Da sottolineare anche la conferma di Rrahmani ad alti livelli, che già nella seconda parte dello scorso campionato aveva di fatto scalzato Manolas (anche per i problemi fisici perenni del greco). Altra grande sorpresa Juan Jesus, uomo di fiducia che il tecnico ha voluto vincendo la scommessa: una stagione super per l’ex Roma.
C’è però un settore, che più di altri, ha pagato dazio nella nuova gestione. A prescindere dalle mancanze individuali, la ripetitività del dato meriterebbe un’analisi: si parla del calo drastico del rendimento degli esterni d’attacco. Da Politano, a Insigne, finendo con Lozano: tutti hanno avuto numeri più bassi rispetto allo scorso anno. Appena 2 le reti di Politano, contro le 9 dello scorso anno. Sono 2 anche le reti su azione di Lorenzo Insigne, che nello scorso campionato aveva chiuso a 19 reti (12 su azione). Anche il dato di Lozano è in calo: 11 reti lo scorso campionato, meno della metà (5) in questa stagione che è già chiusa per il messicano, volato in patria per operarsi alla spalla.
Di Zielinski, si è già detto e ripetuto tutto. Il polacco è sparito dai radar, perso tra l’incapacità di sapersi adattare alle richieste del tecnico nei due moduli che si sono alternati in questa stagione. C’è il caso Demme, che in campionato è partito titolare appena 6 volte (sempre per assenze altrui) contro i 20 gettoni da titolare dello scorso anno in cui aveva fatto vedere cose importanti.
E infine Mertens. I numeri stanno con Dries, ma c’è un pizzico di rammarico per la gestione del belga, tenuto ad un minutaggio ridicolo in alcune sfide decisive nella corsa scudetto. Trovare spazio al tuo giocatore più talentuoso, doveva essere una priorità per il tecnico. Ma così non è stato. E questa non è certo una cosa da allenatore Top, giusto per parafrasare lo stesso Spalletti.
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