Da Vinicio a Careca, da Cané a Cruz: tutti i brasiliani della storia azzurra
Dalla nazione in cui si festeggia il Natale con il costume da bagno, sono arrivati a Napoli ventotto calciatori nell'arco della sua storia. Con gli ultimi arrivi di Jorginho e di Henrique, i brasiliani che hanno vestito la maglia azzurra sono rispettivamente il ventinovesimo ed il trentesimo della storia del club. Un amore duraturo quello tra il Napoli ed il Brasile, probabilmente secondo solo al legame che lega la nostra città all'Argentina.
E dire che il primo capitano della storia del Napoli è stato un brasiliano. Parliamo di Paulo Innocenti, che giunto in Italia da Rio Grande do Sul per svolgere il servizio militare, ne fu esentato perché ingaggiato dalla squadra di calcio locale. Paolo il Pippone, così come veniva riconosciuto dai supporters napoletani, veste la maglia del Napoli dal 1926, anno della fondazione del club, fino al 1937: scende in campo per ben 213 volte siglando 6 reti. Una piccola parentesi da allenatore, sempre nel Napoli, nel 1943. In città ci rimane per sempre, fino a quando non è asceso al cielo nel 1983.
Ben poco si sa di Juvenal Santillo: nasce a San Paolo nel 1910 ed approda nel Napoli nel 1933, resta una sola stagione e colleziona solo 2 presenze. Era un terzino sinistro.
Ventidue anni dopo, il Napoli preleva dal Botafogo Luis Vinicius de Menezes: l'attaccante di Belo Horizonte approda nel calcio italiano nel 1955 e ci resta fino al 1992 quando dice addio alla panchina. In maglia azzurra, Luis Vinicio colleziona 152 presenze tra campionato e coppe tra il '55 ed il 1960, corredate da 69 reti.
Nel '58 arriva un altro attaccante dopo Vinicio: prelevato dal Verona, è Emanuele Del Vecchio a vestire la casacca azzurra. All'ombra del Vesuvio resta per tre stagioni, in cui segna 27 gol in 68 presenze.
Va via Del Vecchio e arriva Faustinho Cané: si dice che un osservatore mandato in Brasile ritornò a Napoli e fece vedere alcune fotografie all'allora presidente Lauro, il quale impressionato dalla carnagione scurissima e da una fotografia che lo ritraeva in acrobazia, decise di acquistare questo giovane centrocampista dell'Olaria. Il primo periodo va dal '62 al '69 e colleziona 166 presenze e 49 reti, il secondo periodo dopo una parentesi al Bari va dal '72 al '75 e scende in campo 51 volte e segna 7 reti.
Nel 1965 arriva a Napoli un altro grande nome, un altro grande giocatore da annoverare. Core 'Ngrato, Jose Altafini: dopo un'esperienza più che entusiasmante al Milan, in cui sigla 120 gol in 205 presenze, giunge a Napoli per formare una coppia d'oro con Omar Sivori. Altafini, di origini italiane, contribuisce al miglior piazzamento sino ad all'ora della squadra partenopea perché nel campionato 67/68 arriva secondo. 180 presenze e 71 reti dal 1965 al 1972, numeri di alta classe.
Premesse un po' diverse ma comunque molto fiduciose erano quelle di Angelo Benedicto Sormani: classe 1939, arriva a Napoli nel 1970 dopo esser stato al Milan. In maglia azzurra sigla soltanto 7 reti in 53 presenze nell'arco di due stagioni.
Più fruttuosa l'esperienza di Sergio Clerici, ancora un altro attaccante tra le fila azzurre. L'attaccante di San Paolo, proveniente dalla Fiorentina, giunse al Napoli nel 1973 e ci rimase fino al 1975: due anni di alto livello, perché Sormani siglò 29 gol in 57 presenze.
Diciannove squadre in ventisette anni di carriera: Dirceu José Guimarães meglio noto solo come Dirceu ha giocato anche con la maglia azzurra del Napoli nella stagione 83/84 mettendo a segno 5 reti in 30 presenze. Lo Zingaro, muore a soli 43 anni a causa di un incidente stradale. Per commemorarlo, la città di Eboli nel 2001 gli ha intitolato il nuovo stadio comunale da 15.000 posti. Dirceu detiene un record, tuttora imbattuto: ha giocato ben 3 mondiali (1974, 1978, 1982) e tre olimpiadi (1972, 1976, 1984) come fuoriquota.
Lo chiamavano Alemao perché aveva tratti somatici da tedesco, da abitante dell'Alemagna: biondo, con gli occhi chiari e con la barba folta. Ricardo de Brito giocava nell'Atletico Madrid prima di arrivare a giocare con il giocatore più forte del mondo. Nel 1988 inizia il suo percorso azzurro, per poi concluderlo nel 1992: colleziona 93 presenze adornate da 9 reti, aggiungendo alla sua bacheca uno scudetto ed una supercoppa italiana, oltre alla coppa Uefa.
Stessi trofei di Antonio Careca, uno degli attaccanti più forti del Brasile: erano gli anni d'oro del Napoli, gli anni di Ferlaino e di Maradona. Dopo aver giocato quattro stagioni col San Paolo, il bomber di Araraquara passa alla squadra azzurra per quattro miliardi di lire. Benedetti. Gioca sei stagioni in cui scende in campo 164 volte e segnando 73 reti, tra campionato, coppe nazionali e coppe europee.
Va via Careca, ed arriva André Cruz, sinistro magico e personalità da leader al servizio di una squadra che, purtroppo, si avvicinava al declino. Giunge al Napoli dallo Standard Liegi, e gioca in maglia azzurra dal '94 al '97, anni in cui segna 13 volte in 83 presenze.
Anni del declino appunto: nella stagione 1996/97 giungono a Napoli due brasiliani. Un nero ed un bianco, Caio e Beto. Joubert Araújo Martins, noto semplicemente come Beto, arriva a Napoli dopo un anno al Botafogo: segna 4 gol in 22 presenze. Mentre Caio Ribeiro Decoussau già assaggia il calcio italiano perché arriva all'Inter e timbra il cartellino solo 6 volte: a Napoli scende in campo per 20 volte ma non trova la via della rete.
Nel 1999 la squadra partenopea, in mano a Giorgio Corbelli, retrocede e disputa il campionato di serie B. Grazie, per modo di dire, ad un connubio di mercato col Parma, che ha beneficiato dei fratelli Cannavaro e di tanti altri talenti, arriva per due stagioni Francelino Matuzalem: due stagioni importanti per l'attuale centrocampista del Genoa, in cui si migliora tecnicamente e caratterialmente. Tra la B e la A scende in campo 52 volte e segna 1 sola rete contro l'Inter.
L'anno della promozione doveva essere un momento di rinascita grazie ai buoni propositi mostrati, poi maturati in risultati, in cadetteria grazie a Novellino e Schwoch. Venne esonerato Novellino, fu chiamato Zeman e poi Mondonico, e la squadra della promozione fu praticamente smantellata. L'attacco di quel Napoli era composto da Amoruso, Graffiedi, ed a gennaio ritornò in Italia, dopo un solo anno al Santos, 'o Animal Edmundo: l'attaccante classe '71 non smentì le proprie premesse da bomber, perché con le sue 4 reti in 17 presenze cercò di mantenere a galla la barca azzurra. Insieme ad Edmundo, a gennaio di quell'anno giunse anche un giovane attaccante brasiliano di nome Amauri, in prestito dal Parma: con i partenopei inizia a giocare con la Primavera e successivamente viene aggregato alla prima squadra. Sigla il primo gol in Serie A in Napoli-Hellas Verona (2-0, la prima rete fu di Pecchia)
Nell'anno della seconda retrocessione giunge dall'Udinese il centrocampista Fabio Cesar Montezine, uno di quei pochi giocatori che ha lasciato un bel ricordo in un periodo davvero buio. Prima di diventare titolare fisso della nazionale del Qatar, Montezine a Napoli gioca 77 partite e sigla 7 reti.
Il declino si concluse con il fallimento della squadra del Napoli, perché Naldi al termine della stagione 03/04 portò i libri in tribunale e qui De Laurentiis, beneficiando del Lodo Petrucci, fece ripartire il sodalizio azzurro dalla serie C. La prima partita di quel Napoli si giocò in un San Paolo caldo e stracolmo contro il Cittadella: finì 3-3, ed il terzo gol di quella partita fu siglato da Robson Machado Toledo, l'unico in 11 presenze con la maglia azzurra. In quella stessa stagione arrivò anche Leandro, centrocampista prelevato dalla Salernitana arrivato insieme allo svedese Corneliusson: Leandro Guerriero gioca solo 3 partite. A gennaio, sia Toledo che Leandro vengono ceduti. Ma arrivò un promettente attaccante dall'Atalanta, che cercò la consacrazione in una categoria inferiore ma in una piazza importante: Inacio Pià la trovò, perché anche grazie a lui il Napoli è risalito fino alla serie A. Dal 2005 al 2007 ha giocato stabilmente tra la serie C e la serie B in tre stagioni, trovando la rete 12 volte in 62 presenze. Dopo le parentesi Treviso e Catania, Pià torna a Napoli nell'estate del 2008: vi resta fino a gennaio del 2010, ed in questo periodo gioca 17 volte e segna 4 reti. Il 3 maggio 2009, nel match esterno contro il Siena, realizza il suo primo gol in Serie A con la maglia azzurra, che gli permette di entrare nella storia assoluta della società partenopea diventando il primo calciatore ad aver giocato e segnato in maglia azzurra in Serie A, Serie B, Serie C1 e Coppe Europee. Se si considera anche la Coppa Intertoto condivide questo primato con l'ex compagno Mariano Bogliacino.
L'ultimo giorno di calciomercato dell'estate del 2010 regala al Napoli un difensore che l'Italia calcistica conosce piuttosto bene: ex Empoli e Lazio, prelevato dal Siena giunge all'ombra del Vesuvio Emilson Cribari. Veste la maglia azzurra 14 volte nell'arco di una sola stagione, tra campionato, coppa Italia e Uefa Europa League.
E, a proposito di Europa League, è proprio in questa competizione che esordisce Bruno Uvini, difensore classe '90, acquistato nell'estate del 2012. Attualmente in forza al Napoli, ha giocato fino ad ora una sola partita entrando dopo due minuti di gioco contro il Catania. Mentre chi ha già giocato sette partite con la maglia azzurra è il promettente portiere Rafael, acquistato quest'estate.
Jorginho ed Henrique sono gli ultimi, al momento, calciatori brasiliani che il Napoli annovera tra le sue fila. Se costoro considerassero l'epoca centrale del novecento, tra gli anni '50 fino alla fine degli anni '80, è difficile reggere il paragone con i propri connazionali. Vengono in una squadra che tenta l'ascesa alla Champions League: per Jorginho già si sono espresse rosei giudizi a favore del giovane centrocampista, prelevato dal Verona. Dubbi e incertezze, rimandi a settembre, invece per Henrique, difensore prelevato dal Palmeiras.
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