L'editoriale de Il Roma: "Che il San Paolo non sia più terra di conquista"
Il San Paolo, il Tempio azzurro, l’aspro campo di battaglia per malcapitati e fin troppo inutilmente avventurosi. Un inferno per chiunque, per grandi superpotenze e piccole presuntuose squadre e che ora un inferno non lo è più. L’abituale copione è parecchio cambiato, la sinfonia pestifera e mortale intonata dalla squadra del cuore non è più andata in onda da un bel po’ e di quel Napoli caracollante, impetuoso e impietoso ne è rimasto un malinconico triste ricordo che strappa amari rabbiosi sorrisi. Da tragica arena a comoda terra di conquista per disinvolti visitatori che appena qualche tempo fa non avevano scampo nell’incrociare le armate azzurre guidate dai precedenti condottieri, non ce n’era per nessuno, i campioni d’Europa del Liverpool in testa a tutti.
Vuoi o non vuoi da terra proibita a terra di conquista, nel giro di appena pochi mesi a profanare il Tempio ben tre squadre, Cagliari, Bologna e Parma e un altro paio in festa per un pareggio che mai e poi mai avrebbero immaginato: la stessa Atalanta in grande recupero al San Paolo e il derelitto Genoa. Più niente sciarpate, né bandiere al vento come una volta e mai più maxi-striscioni spariti tra nuove regolamentazioni e profonde delusioni. Per ironia della sorte dalla sfera di cristallo all’inizio della stagione Ancelotti si lanciò nell’illusione di una profezia rivelatasi sballata e malevola: “Chiuderemo con un botto il 2019!..., e così è stato ma con un fragore molto ben diverso da quello nelle intenzioni del vecchio timoniere, - che si è rilanciato e risistemato in Inghilterra - del club e dei tifosi.
Dagli altari alla polvere, in un tourbillon inaspettato e mozzafiato nel quale si è tuffato quasi ad occhi bendati Ringhio Gattuso, con la sua innata rabbia in corpo e con la voglia smisurata di tirare fuori dai guai il Napoli. A che punto siamo? Beh, è un discorso che va girato soprattutto agli Azzurri per quello che hanno combinato. Senza però rinvangare il recente tormentato passato, adesso sarebbe proprio il caso di chiudere la pagina nera che abbiamo vissuto tutti insieme. Come? Tocca a loro mostrare la faccia feroce con il coltello tra i denti, calcisticamente parlando s’intende. Insigne e compagni non saranno mica fatti di vetro, senza cuore e amor proprio, vi pare? D’altronde nel calcio si immagina la squadra come un battaglione di soldati arditi senza macchia e senza paura e in grado di rendersi protagonisti di qualsiasi impresa, proprio quello che ci vuole per rendere e complicare la vita all’Inter di Conte: la Beneamata – c’è da credere – sbarcherà al San Paolo per vincere la partita e restare in testa alla serie A. Ebbene lunedì sera tocca a Insigne e ai suoi compagni ridiventare eroi e impedire ai nerazzurri di violare il Tempio, quello che d'altronde invoca la Torcida: rispetto per Napoli e il Napoli.
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