Perché un anno fa nessuno citava Conte e ora lo vogliono tutti alla Juve?

Potremmo quasi definirlo sport nazionale. Ha dell’incredibile quello che sta accadendo da qualche giorno a Torino, in modo particolare da quando tutti si sono accorti delle difficoltà di Thiago Motta che ha pagato poi con l’esonero ufficializzato nella giornata di ieri con l’arrivo di Tudor al suo posto fino a giugno. Da Torino tutti, opinionisti, giornalisti, ex addetti ai lavori, parlano del futuro della panchina bianconera facendo un solo nome: Antonio Conte.
Ovvero la bandiera bianconera da calciatore e poi anche da allenatore, il tecnico dal quale il club è ripartito nel 2011 per una rinascita proseguita poi con Massimiliano Allegri. Fa sorridere, però, il fatto che un anno fa, di questi tempi, quando si cominciava a parlare di Thiago Motta e la posizione dello stesso Allegri era in bilico, Conte, lo stesso di adesso, lo stesso che ha reso grande la Juventus di recente in panchina, era libero, liberissimo, ed era chiaro che aspettasse solamente una chiamata per ripartire e per ricominciare. E farlo soprattutto dall’Italia.
Alla fine, per fortuna del Napoli, quella chiamata è arrivata da De Laurentiis, ma sorge spontanea questa domanda: perché un anno fa di questi tempi a Torino nessuno lo sponsorizzava mediaticamente? Lo avevano dimenticato, oppure il nuovo che avanzava, ovvero quel Thiago Motta oggi esonerato, andava più di moda, come spesso capita? Appare incredibile pensare che siano bastati appena pochi mesi di Napoli - e un ottimo lavoro come conferma la classifica - per ricordare a tutti, a Torino, del valore di Conte come allenatore. Eppure la sua storia è chiara e parla da sola. Invece adesso ci si ritrova sommersi da opinionisti che dicono tutti la stessa cosa, o quasi: Conte è l’allenatore perfetto per la Juventus. Peccato che fino a pochi mesi fa la Juve poteva ingaggiarlo semplicemente telefonandolo, forse. Adesso Conte è blindato dal Napoli fino al 2027 (lo ha ricordato anche Giovanni Capuano) e strapparlo a De Laurentiis, a meno che non lo vogliano i diretti interessati, sarà molto complicato. E questo Giuntoli lo sa bene.
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