Brasile-Cina 4-0
Tutto troppo facile per la nazionale di Scolari. Apre le danze Roberto Carlos,le chiude Ronaldo.
Gli ingredienti c&8217;erano quasi tutti: pubblico caldissimo e colorato, massima sportività, stadio meraviglioso nell&8217;isoletta di Jeju in festa per l&8217;esordio mondiale, serata ideale. E&8217; mancata soltanto la partita, che fra Brasile e Cina non poteva esserci e non c&8217;è stata. E&8217; durata un quarto d&8217;ora la speranza dei cinesi, che sull&8217;onda dell&8217;entusiasmo per lo storico incontro hanno scambiato palla rapidamente sulle fasce, dove a tratti Roberto Carlos e Cafu sembravano addirittura in difficoltà davanti a Xu Yonglong e Ma Mingyu. Rivaldo veniva fischiato appena toccava la palla dalla preponderanza cinese del &8217;Jeju World Cup Stadium&8217;, in ricordo della sceneggiata rimasta impunita contro la Turchia. Ogni tackle riuscito dei cinesi era un boato, ogni accenno di dribbling, ogni cross nell&8217;area avversaria deserta una festa. Dopo un quarto d&8217;ora esatto, il Brasile ha messo in moto ed è finita: punizione da 30 metri, Roberto Carlos prende la solita lunga rincorsa e la botta si insacca senza che il portiere Jiang Jin, il giocatore più alto dei mondiali (1,98) riesca a muoversi in tempo. Si vive di &8217;olà sugli spalti e di cori di simpatia per la Cina, ai quali partecipa anche la Torcida brasiliana, ma il tutto frutta soltanto un tunnel su Juninho Paulista a centrocampo che Li Weifeng potrà raccontare ai nipotini. Anche l&8217;attacco brasiliano comincia a scaldare i motori, Rivaldo più arretrato, Ronaldo e Ronaldinho in avanti. Proprio l&8217;attaccante del Paris Saint-Germain al 32&8217; raccoglie la palla sulla sinistra dell&8217;area dopo un tentativo di testa di Ronaldo, mette al centro dove Rivaldo indisturbato infila di piatto sinistro. Ancora una pausa nella raffica brasiliana, con il primo corner conquistato dalla Cina al 37&8217; per un tiro di Ma Mingyu deviato da Lucio. Poi chiude il primo tempo un rigore che i «boss» Ronaldo e Rivaldo lasciano trasformare a Ronaldinho, l&8217;unico di loro tre bomber ancora a secco, per una strattonata di Du Wei ai danni del Fenomeno, ormai libero di battere a rete. Ripresa senza sussulti, con Denilson al posto di Ronaldinho: Cina che arriva fino alla tre quarti, Brasile che non può fare a meno di fare quaterna con un lancio di Rivaldo da metà campo che coglie Cafu sulla destra. Il romanista arriva fino sulla linea del fondo superando i difensori cinesi, poi mette al centro dove Ronaldo ne precede altri due e deposita in rete. Al quarto d&8217;ora della ripresa lo stadio esplode per un sogno: con i difensori brasiliani rilassati, Zhao ruba palla a Lucio e coglie in pieno il palo. Davvero improponibile la sfida dal punto di vista tecnico, tattico e fisico: anche quando un attaccante cinese, per distrazione delle retrovie brasiliane, riusciva ad andarsene da solo palla al piede, veniva raggiunto dopo pochi passi. A complicare il compito della squadra di Bora Milutinovic, la contemporanea assenza per infortunio dei suoi due unici giocatori con esperienza internazionale, Sun (Manchester City) e Fan (Dundee). La squadra messa in campo, pur con qualche promettente individualità come il difensore di fascia Xu Yunlong e il capitano Ma Mingyu, non ha potuto andare oltre il ruolo dello sparring partner contro i giganti brasiliani, che hanno potuto prendersela comoda dopo l&8217;acerrima battaglia contro i turchi. Non c&8217;è stata controprova per la difesa, che con la Turchia aveva a tratti ballato e che ha proposto Anderson Polga, che molte voci danno ormai romanista, al posto dell&8217;incerto Edmilson. Per il resto ordinaria amministrazione, con Ronaldo che ha sfruttato la serata per un proficuo allenamento alla ricerca della forma migliore per la fase finale dei mondiali e Ricardinho, il sostituto di Emerson, che ha fatto la sua prima apparizione per una ventina di minuti nel secondo tempo. Finale con la Cina che fa di tutto per sorprendere i difensori brasiliani, ma Lucio, Roque Junior e Anderson Polga sono inamovibili, niente regali per il vivace nuovo entrato in cerca di immortalità, Qu Bo.
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