L’interista Biasin: “Conte, Ccà nisciuno è fesso! Trappolone per mettere pressione in chiave scudetto”
Nel suo editoriale per il sito tematico linterista.it, il giornalista di fede nerazzurra Fabrizio Biasin ha parlato dello sfogo di Antonio Conte post Inter-Napoli: “È stata la settimana del deliro innescato dalle parole di Antonio Conte da Lecce. È stato bravissimo, l’ex ct. Ha buttato nella mischia un’esca micidiale e molti ci sono cascati: qualcuno per davvero, altri solo per convenienza.
Ebbene, quella di Antonio Conte da Lecce è banalissima strategia, non ci vuole una volpe per capirlo, basta osservare quello che ha detto e fatto in passato. Il dato di fatto, però, è che ogni volta riesce a fottere un sacco di gente con la scusa inattaccabile e paraculissima della “giustizia”. “Bisogna cambiare il protocollo! Così si rischiano i retropensieri!”. Quella del bell’Antonio voleva passare per un’intemerata fatta per il bene del calcio, mica per il suo, giammai. Ma, ci consenta, “Ccà nisciuno è fesso” (cit.).
La riprova che certe frasi non sono affatto frutto dell’improvvisazione è data dalla sintesi proposta qua e là in seguito alle parole contiane. Nei migliori e peggiori Bar Sport non si dice “Evviva Conte che vuole un regolamento più corretto per il bene del giuoco e di tutti noi!” ma “Marotta lig! L’Inter rubbba!” (con tre B).
Del resto se vuoi lanciare un messaggio “puro” lo fai a mente fredda e nei luoghi adatti, se invece intendi mettere pressione al tuo avversario - magari quello che ritieni più competitivo in ottica scudetto - allora alludi e alludi e alludi. “Il retropensiero...”, come no.
Dalle ore 23 di domenica sera non si è fatto altro che parlare di uno strampalato “Caso Nazionale”, ovvero quello di un rigore assegnato dopo aver applicato correttamente il protocollo in essere. Oh, può piacere o no (al sottoscritto per esempio piace pochissimo), ma a San Siro i varisti hanno fatto esattamente quello che prevede il regolamento. Discorso molto diverso a Bergamo, laddove la super Atalanta (squadra fortissima) contro l’Udinese è stata agevolata dalla mancata applicazione del suddetto protocollo (non si sono accorti di un fallo di mano atalantino visibile anche da Bergamo Alta).
Ecco, sapete quanto si è parlato di questa che, sì, è stata un’ingiustizia? Cinque minuti, del resto son tutti concentrati su Antonio e il suo discorso alla nazione, quello che - toh... - si è “scordato” di fare subito dopo Empoli-Napoli 0-1, partita vinta grazie a un rigore dubbio, almeno tanto quanto quello assegnato per intervento su Dumfries. Siamo, insomma, al paradosso: è diventato “caso” l’aver applicato con correttezza il protocollo. L’Italia è un Paese unico, a tratti visionario e Antonio Conte lo sa bene. Eccome se lo sa”.
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