Bucchioni bacchetta: "Ancelotti un numero uno e si sapeva, ma Napoli non può rinnegare Sarri!"
Nelle quattro vittorie di Champions League, tutte bellissime, sta creando un grande dibattito soprattutto il colpo del Napoli col Liverpool. E’ chiaro che battere gli inglesi vicecampioni d’Europa, capolista in Premier, è stato il risultato più eclatante, vale tantissimo. E’ altrettanto evidente che Ancelotti la sfida l’ha preparata benissimo, l’ha vinta lui, ma dire che “con Sarri avremmo preso tanti gol come contro il City e con Ancelotti l’anno scorso avremmo vinto lo scudetto”, è profondamente ingiusto.
Se questi giocatori sono maturi, in grado di recepire al volo il nuovo calcio di Ancelotti, è anche merito del lavoro fatto nei tre anni di Sarri. Questo è un gruppo maturo e l’ha fatto crescere il precedente allenatore. Da Koulibaly in giù, l’elenco è lungo.
Ancelotti è un numero uno assoluto e questo si sapeva. De Laurentiis l’ha preso apposta, proprio per rendere indolore l’addio di Sarri e ripartire subito su basi nuove e più forti.
Ma paragonare il lavoro dei due è sbagliato e ingiusto. Intanto perché vedono un calcio molto diverso, poi perché Ancelotti ha una storia e un percorso diversi, uno dei più grandi della storia del calcio. Sarri è arrivato da poco alla ribalta, ma nella scuola dei maestri di calcio ha dimostrato di poterci stare.
Il suo calcio ricerca l’equilibrio, ma punta soprattutto allo spettacolo. La sua scuola vuole sempre imporre il gioco, si preoccupa di giocare sempre al massimo, meno dell’avversario e delle sue caratteristiche. Se domini per 90 minuti giochi partite spettacolari, se calano ritmo e concentrazione spesso paghi. C’è la voglia di andare oltre, a volte riesce, altre no.
Ancelotti è il caposcuola degli allenatori dell’equilibrio. Quelli che prima studiano l’avversario, cercano di capire come neutralizzare le sue armi (il Liverpool non ha saputo giocare), adattano il modulo e i giocatori al momento, alla partita, per trovare equilibrio tattico e studiare dove e come andare a colpire per vincere la partita. L’altra sera il Liverpool è stato bloccato, chiuso in mezzo al campo, e contrattaccato sugli esterni (Mario Rui ha fatto quasi l’ala).
Quindi due Napoli diversi. Uno ha fatto godere ed è cresciuto tantissimo. Questo farà grandissime partite come quella dell’altra sera, se la giocherà con tutti, mediamente sarà meno divertente, ma potrebbe anche vincere qualcosa. La storia di Carletto è questa, è venuto a Napoli apposta.
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