Lobotka è entrato in una nuova dimensione: un dato lo certifica
Stan Lobotka è il centro dell’Universo del Napoli. Esercita una forza magnetica, attrae a sè responsabilità e palloni come un buco nero che fa il lavoro sporco e ingoia tutti i problemi. Da quando lì in mezzo c’è lo slovacco a dettar legge, tuti sembrano più tranquilli, il tutto appare più armonioso e coordinato. Anche a San Siro, dopo un primo tempo di grande aggressione del Milan, il regista di Spalletti ha preso in mano le operazione ed è risultato decisivo nella vittoria finale.
Non solo qualità.
Perchè forse qualcuno cade nell’errore di pensare che Stan sia solo regista che detta i tempi, che mica si butta in mezzo alla bagarre, che insomma non si sporchi le mani rovistando tra i rifiuti della partita. E, invece, le statistiche raccontano proprio il contrario: di uno che è il migliore in Serie A a rovistare in quelle zone di campo di palloni contesi, portando spesso a casa.
Emblematica la statistica prodotta dal portale specializzato Kickest: “Dei 144 calciatori che nelle prime sette giornate di Serie A hanno instaurato almeno 40 volte un duello con un giocatore avversario attraverso un dribbling, un tackle o un colpo di testa, quello che ne è uscito in percentuale più volte vincitore, ottenendo il possesso del pallone è stato Stanislav Lobotka” con una percentuale pazzesca del 77,2% (il 2° in questa graduatoria, Ibanez della Roma, è a 71,2%).
Universale.
Un regista tridimensionale, che sa esplorare lo spazio come pochi nella nostra serie A. Lobotka sa sterzare, arretrare, passare in orizzontale, accelerare, verticalizzare, dribblare, rintuzzare, contrastare e fa tutto ad alto livello. È in espansione costante, al punto che in ogni gara sembra aggiunto ancora qualcosina al proprio gioco. È in un’altra dimensione, come quei tiratori che a pallacanestro vanno in striscia e il canestro gli appare grande come una vasca da bagno.
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