Serve la musichetta Champions anche in campionato?

Serve la musichetta Champions anche in campionato?TuttoNapoli.net
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giovedì 28 novembre 2019, 18:49In primo piano
di Pierpaolo Matrone
Giocare contro il Bologna allo stesso modo in cui s'è affrontato il Liverpool: questa è la formula magica per cambiare definitivamente marcia.

di Pierpaolo Matrone - Non conta se vinci o perdi, ma quanto hai combattuto per raggiungere il tuo obiettivo. E' uno dei principi base del tifoso e se oggi c'è una motivazione per sorridere quella va trovata proprio nell'impegno. Ecco, oltre ai complimenti ad Ancelotti per l'impostazione tattica della partita, al di là del rendimento dei senatori che finora stava latitando e che per una notte è tornato nuovamente al livello che tutti avevamo imparato ad apprezzare, ancor di più di ogni discorso tecnico, il fattore che può determinare la svolta è da andare a ricercare negli occhi. Nello sguardo. Nelle palpebre spalancate, mai timorose. Nel ruggito da leone. Nella voglia di dannarsi. Nella reazione del Napoli a cui non tremano le gambe nello stadio che più di tutti gli altri le fa tremare. I campioni d'Europa sono stati affrontati nell'unico modo possibile: con la determinazione di chi sa che solo andando al massimo per 90 minuti può uscire con le ossa sane da quell'arena lì.

Il simbolo è la difesa - Se ne stessimo parlando con un allenatore, ci risponderebbe che non bisogna parlare di difesa, ma di fase difensiva. E ovviamente siamo tutti d'accordo, perché è tutta la fase di gioco che ha funzionato contro il Liverpool. Il Napoli all'italiana studiato da Carletto ha ingabbiato perbene i fenomeni di Klopp, abbassando il baricentro per gran parte dell'incontro per non rischiare di subire poi il gegenpressing dei Reds, la situazione che maggiormente determina le situazioni da gol da loro create. Prudenza e umiltà sono state le virtù degli azzurri, ma il simbolo dello switch mentale lo si ha nei due (tre) centrali. Koulibaly, da capitano, ha giganteggiato per l'intera partita come aveva già fatto nelle altre notti europee. Manolas già dai tempi di Roma si esaltava più in Champions League che in campionato. Maksimovic, insieme a loro per avere un maggior potere fisico più che altro, ha dimostrato di essere tagliato per quelle funzioni da 'finto' terzino destro. E non è un caso se il Napoli è la quarta miglior difesa dell'intera competizione, nonostante un girone con due degli attacchi più prolifici d'Europa come quelli di Liverpool è Salisburgo: 4 gol al passivo (solo PSG, Barcellona e Manchester City meglio), come il Bayern Monaco e la Juventus e meno di tutte le big come Real Madrid, Barcellona e Liverpool stesso. A dimostrazione del fatto che è soprattutto nell'attenzione difensiva che il Napoli si trasforma nelle grandi notte europee. E questo non è un dettaglio.

Lo switch in campionato - E' in Italia che si piange. Il settimo posto in classifica, la distanza di 15 punti dalla Juventus, la vittoria che manca ormai da 35 lunghi giorni. Tutti fattori che convergono e diventano un blocco. Mentale, sì, siamo sempre lì. Ed è anche nei numeri della difesa che lo si riscontra. La quarta miglior difesa d'Europa in Champions è settima anche in questa speciale graduatoria in Serie A, un motivo ci sarà. Va ricercato lì, nella voglia di fare, nella preparazione delle partite sotto l'aspetto psicologico. Solo così la squadra potrà switchare nella sua quotidianità. Giocare contro il Bologna allo stesso modo in cui s'è affrontato il Liverpool: questa è la formula magica per cambiare definitivamente marcia. Immaginare di essere nei palcoscenici più prestigiosi del mondo anche quando ci si ritrova a giocare in casa della SPAL o a Reggio Emilia. Stringersi in sé, chiudere gli occhi e ascoltare nella propria testa quella musichetta soave che innesca la metamorfosi. Oppure chiedere alla Lega una deroga per avere l'inno Champions anche in campionato.