RILEGGI LIVE - ADL a KKN: "Ritiro è roba arcaica, l'avevo fatto per rabbia! Piena fiducia in Spalletti. Rinnovo Mertens? Non ci saranno problemi"

RILEGGI LIVE - ADL a KKN: "Ritiro è roba arcaica, l'avevo fatto per rabbia! Piena fiducia in Spalletti. Rinnovo Mertens? Non ci saranno problemi"TuttoNapoli.net
mercoledì 27 aprile 2022, 21:50Copertina
di Redazione Tutto Napoli.net
Queste le prime parole di Aurelio De Laurentiis diffuse dalla redazione di Radio Kiss Kiss che ha raggiunto il presidente del Napoli.

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un'intervista esclusiva a Radio Kiss Kiss Napoli, la radio ufficiale del club. Si parte dalla decisione di andare in ritiro dopo il ko di Empoli, scelta poi accantonata: "Il problema del ritiro è che successivo ad una vampata di calore che ti prende da tifoso. Quando vedi una partita, anche se sei il presidente, diventi un tifoso da Curva e Distinti, perché tutti quelli che vanno allo stadio sono tifosi puri che meritano rispetto. In quel momento interpreti loro stessi, non avevo mai avuto una vampata di colore e calore. Ero diventato rossissimo tanto che mia moglie mi aveva chiesto se stavo male. Sono stato così per 20’ , dopo quei 9’ maledetti di Empoli-Napoli dove rimani male. In quel momento hai offeso l'identità del Napoli, quei 5mila tifosi che sono venuti fin lì e quei 160 mln nel mondo che ti guardano. Sei senza parole e non sai cosa fare. Quando poi senti dire anche dallo stesso Spalletti che ci vorrebbe il ritiro, poi rifletti e dici 'ma che cosa è questa stupidaggine arcaica del ritiro'. Molti giornalisti e opinionisti che appartengono al mondo del passato non hanno ancora capito che il calcio è un’industria vera con regole precise".

Sorrido alle volte quando dicono che De Laurentiis è un padre padrone e non ha messo le persone giuste in società. Non credo, il Napoli ha fatto in questi 17 anni una cavalcata senza precedenti. Non c’era più il Napoli per questo lo chiamai Napoli Soccer. Per la Uefa non esistevamo nemmeno, poi arrivati in Serie A grazie a Reja, ai ragazzi e alla spinta eccezionale del tifo del San Paolo, con le Figaro che titolò ‘Napoli regina d’Europa’. Registrammo la posizione 525° in Serie A, poi siamo arrivati piano piano tra i 15 club certificati più importanti con la Roma, l'Inter e il Milan intorno al 30° posto. In questi ultimi due anni il Covid ci ha massacrato, quando avevamo cercato di rafforzarci. Abbiamo preso forse sotto gamba la pandemia, abbiamo fatto un mercato invernale come non mai, prendendo Lobotkam Demme e Petagna. Poi abbiamo investito tanti mln in Osimhen e precedentemente in Lozano. Ci siamo purtroppo trovati con entrate mancanti dagli sponsor che sono andati via e dai mancati incassi da stadio, ma siamo ancora qua e qui vogliamo rimanere. 

Sulla prepazione: "Mi sono trattenuto con Spalletti e lo staff tecnico nell’ufficio di Luciano. Ho detto che siamo partiti come una locomotiva, la preparazione di Dimaro e di Castel di Sangro ha dato evidentemente dei risultati eccellenti, ma poi qualcosa è successo. Ho chiesto se fosse un rallentamento degli allenamenti che forse sono poco allenanti, ma mi è stato risposto di no, che si stanno allenando bene e con costanza".

Su Spalletti: "Ho piena fiducia di Spalletti, gli ho detto di valutare al meglio queste ultime partite. Dobbiamo centrare la Champions, ci mancano 4 punti in quattro partite. Ho detto ai giocatori che sono delle singole aziende e come gruppo unitario e unito devono combattere con il coltello tra i denti, ne vale della loro credibilità. Devono difendere il colore azzurro, che il più bello perché è come quello della Nazionale. Sono un gruppo stupendo. Ieri a cena tutti mi ascoltavano attentamente, qualcuno ha avuto anche la forza di entrare nel merito dimostrando una certa partecipazione alla dialettica, che fa sempre piacere. Gli ho spiegato che i tifosi hanno sempre ragione perché a loro non è dato da sapere tutto quello che c’è dietro. Il tifoso va allo stadio e vuole recuperare le ansie procurate dalla vita, il calcio è un ammortizzatore sociale”.

Sul rinnovo di Dries Mertens e la visita a casa del belga di ieri: "Gli avevo mandato una medaglia con le immagini del Vesuvio da mettere al collo di suo figlio che è bellissimo, vispissimo come il papà (scherza, ndr). L’ha chiamato anche Ciro, è il minimo che dai suoi occhi splendesse l'azzurro Napoli. Poi io sono pazzo di Palazzo Don Anna, sono stato sul suo terrazzo a bearmi delle immagini ci Capri, di cui sono cittadino onorario ed è sempre nel mio cuore. A Dries ho detto che ha un'opzione per un altro anno, in questi tre anni è successo di tutto e di più: la guerra, problemi grossissimi, Covid, quindi ci dobbiamo sedere, stabilisce lui quando, magari a fine campionato. Se vuole restare davvero legato a questa squadra e questa città, noi ci siamo. Ciro è innamorato dello stile di vita che ha abbracciato in questa città. Poi calcisticamente parlando credo che sia la persona che ha lasciato veramente il segno col numero di goal. A lui veramente andrebbe regalato un pallone con la scritta in oro ‘Grazie Dries’ o ‘Grazie Ciro’, quindi credo che non ci dovrebbero essere problemi per il rinnovo, ma nella vita mai dire mai".

Sul futuro: "Discriminante Champions a parte. dal 22 maggio dovremmo fare una full immersion di pensiero, sono stato sempre proiettato al futuro, dovremo fare un’analisi di dove sta andando il calcio. C’è chi si vuole attaccare la medaglia e non pensa di fare dei danni. Le partite stanno diventando troppe a discapito dei campionati nazionali e in dispregio del tifoso stesso. Se per essere rivotato cerchi di farti bello con tante nazioni e favorire l’Inghilterra. Si sono inventati che saranno 36 partecipanti in Champions con quattro recuperate per i valori degli anni precedenti. Dobbiamo intenderci una volta per tutte: il calcio è industria? Se è così questi signori devono farsi da parte e le leghe devono la forza di amministrarsi, se no si sfascia il giocattolo. Si devono ridurre le squadre per non avere tutti questi incidenti. O dobbiamo avere squadre di 40 giocatori? E dopo come li alleni e mantiene le squadre in equilibrio?".

Il patron ha inoltre ufficializzato il primo colpo di mercato in vista della prossima stagione: Khvicha Kvaratskhelia, esterno offensivo classe 2001 georgiano che raccoglierà dunque l'eredità del partente Lorenzo Insigne: "Nome impronunciabile, faremo una crasi. Ricordate come Zapata lo chiamavo Duvan perché ce ne erano già 4-5 con quel cognome? Non lo posso chiamare Giorgia, perché è una grande cantante e poi al femminile non è una grande accoglienza. Spero di aver fatto un colpaccio, è un calciatore del Napoli a tutti gli effetti”.

Rifondazione, rivoluzione per l’anno prossimo? Tutti termini sbagliati, ci sarà un adeguamento a quello che sarà il calcio nazionale e internazionale. E’ importante creare regole che per iscriversi al campionato le società devono avere i conti in ordine. Perché ho votato contro la proposta di Gravina sulla liquidità? Perché le proposte devono nascere nella Lega e non nella Federcalcio. La FIGC non finanza la Lega, ma è il contrario. Non è che perché tu hai avuto il Castel di Sangro puoi avere l’esperienza pari a chi dalla C è salito in A e poi anche col Bari è risalito dalla C alla B. Poi lì c’è un’altra diatriba che vedremo come risolvere. Quella situazione che sembra quasi una vendetta è anche un’offesa verso i tifosi. Dopo il caos creati con il problema della Lazio puoi dire che da ora in poi i nuovi non potranno fare mentre quelli che già si sono rimangono, l’importante che non accedano alla massima serie. Se no mi crei un danno anche economico, che devo fare chiedere un ristoro alla Federazione? Il problema è anche che non puoi venire in Serie A e non fare il mercato. In A per lo meno devi investire tra i 30 e i 50 mln non chiedere solo prestiti con gli stipendi condivisi. C’è qualcosa che non funziona, sento dire da 7 anni che bisogna ridurre le squadre a 18. Forse bisogna tornare al 1986 quando erano 16 squadre in A. Allora si cercano di modificare le votazioni in Lega per fare piccoli giochi di potere che mette sotto gioco il calcio italiano”.

Sulla presenza a Castel Volturno: "Me l'ero preposto, ma sapete perché non l'ho fatto? Al primo anno di un nuovo allenatore non mi sembrava il caso. Stando qui tutti i giorni arriverebbe un messaggio sbagliato. Spalletti è uno a cui non puoi negare il suo passato, il suo palmares. 

Sugli obiettivi: "A inizio anno avevamo detto che la priorità era il ritorno in Champions League, non la Coppa Italia o l'Europa League. Poi vi siete ingolositi voi parlando di Scudetto, non io. E’ vero che lo diceva la classifica, ma sono molto preoccupato dei tanti risultati negativi al Maradona. Forse si sono incaz..ti San Paolo e Maradona, che sono stati chiamati in causa nelle nostre sconfitte. A parte gli scherzi, credo che i problemi siano quelli di una valutazione che farò a fine anno su tutti i vari reparti, che devono essere più crossati tra loro e non rimanere separati per addossare le responsabilità gli uni agli altri".

Un messaggio ai tifosi: "Chiedo scusa a nome della squadra e di tutte le componenti che la costituiscono per la brutta figura di Empoli. Venite sempre allo stadio, abbiamo bisogno del vostro tifo caloroso, sintonizzatevi sullo stadio virtuale perché abbiamo bisogno anche lì delle vostre onde positive. Non ascoltate le discutibili cavolate che vi propinano i giornalisti o gli ex calciatori del Nord. Il Sud fa invidia al mondo da 200-300 anni. E' una croce che dobbiamo portare sulla nostra spalla ma prima o poi questa croce ci farà risorgere e comandare dall’alto tutti gli stolti e gli incapaci. Forza Napoli Sempre!”