ADL: "Voglio un americano e un giapponese e non cedo nessuno! Su Kvaratskhelia e Spalletti..."
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano Repubblica in cui annuncia di non voler cedere nessuno: "Vorrei aggiungerne altri. Mi piacerebbe avere un americano, perché in America anche se il campionato vale poco ci sono grandissimi giocatori che risplendono in nazionale. E poi un giapponese, avendo già un coreano, visto che c’è un grande sviluppo del nostro calcio in Oriente e ci sono nuove entrate da considerare. Ma non vorrei mandare via nessuno dei nostri.
Scudetto? Con Ancelotti e Gattuso erano accadute delle cose che non mi avevano convinto, quindi mi sono finalmente liberato di tutti quei giocatori che io trovavo un po’ demotivati e non potevano portarmi dove volevo. Sentivo bisogno di aria nuova. E avevamo già individuato da tre anni Kvaratskhelia in Georgia, ma era il periodo Covid, avevamo perso 258 milioni, ci chiedevano molti soldi. Poi lui ha cambiato agente e Giuntoli è stato molto bravo a portarlo a casa per 11 milioni. Osimhen ha avuto la possibilità di recuperare fisicamente: molte volte l’abbiamo avuto a mezzo servizio.
Spalletti? Lo seguo da quando era in Russia, tante volte l’ho chiamato per portarlo a Napoli. Un bel giorno sono andato a trovarlo a Milano al bosco verticale, lui è venuto molto timorosamente nel garage per non farsi vedere, con un cappuccio in testa, e mi ha trascinato nel suo appartamento. Gli ho detto: “Non so se andrò avanti con Gattuso, tu tieniti pronto”. Rispose: “Presidente, a giugno vengo ma adesso non me la sento”. Insistetti: “No, se io dovessi avere dei problemi e decidessi di esonerare subito Gattuso, tu mi devi promettere che ti rendi disponibile”. Mi diede la mano, poi non c’è stato bisogno di cambiare in corsa, abbiamo aspettato la fine della stagione".
“Anche se per un momento ti senti depresso, apri la finestra…qui a Napoli non si può essere depressi perchè basta guardare il golfo e uno come fa a essere depresso? Noi abbiamo delle città pazzesche, ma anche nella provincia, nella piccola provincia, quella tanto decantata da Pietro Germi. Lei quando va in provincia rimane suggestionato dall’architettura, dalla gente, dalla passionalità. In America è un po’ tutto più flat”.
Lei pensa di aver più dato o più ricevuto da questa città? “Penso di aver più ricevuto, perchè per me dare è normale. Io non chiedo mai niente. Io penso che nella vita si debba dare, dare, dare, dare, dare senza mai chiedere nulla in cambio. Perlomeno questo mi appartiene. Lo dico sempre ai miei figli: ‘Cercate di non fare mai le cose perchè qualcuno vi dire dare qualche cosa. Secondo me non vi devono nemmeno dire grazie, siete voi che dovete ringraziare gli altri”.
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