Ex capo-ultrà Inter: "Marotta mi parlava pur sapendo che ero sottoposto a Daspo"

Ex capo-ultrà Inter: "Marotta mi parlava pur sapendo che ero sottoposto a Daspo"TuttoNapoli.net
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domenica 5 gennaio 2025, 13:00Serie A
di Pierpaolo Matrone

Nuove rivelazioni scuotono il mondo del calcio italiano nell’ambito dell’inchiesta “Doppia curva” condotta dai pm Paolo Storari e Sara Ombra. Durante l’ultimo interrogatorio del 20 dicembre, Andrea Beretta, ex leader degli ultrà interisti e ora collaboratore di giustizia, ha parlato dei suoi rapporti con la dirigenza dell’Inter, puntando il dito contro l’amministratore delegato nerazzurro Giuseppe Marotta.

"Marotta sapeva che ero sottoposto a Daspo", ha dichiarato Beretta. L’ex capo della Curva Nord ha raccontato di aver incontrato il dirigente in più occasioni, soprattutto in momenti di contestazione: "Ci siamo visti, magari sotto la sede. Mi diceva: “Andrea, mi raccomando, non fate casino”". Secondo Beretta, queste conversazioni sarebbero avvenute mentre era già sottoposto a sorveglianza speciale e Daspo.

Le dichiarazioni di Beretta, attualmente in carcere per l’omicidio di Antonio Bellocco, esponente della ‘ndrangheta legato agli ambienti ultrà, svelano dettagli inquietanti anche sul controllo delle attività legate al tifo organizzato. L’ex leader della Nord ha confermato che la società “We Are Milano”, attiva nel merchandising per i tifosi, era riconducibile a lui, e che i dirigenti nerazzurri ne erano al corrente.

Un altro punto focale dell’interrogatorio riguarda il riconoscimento da parte di Beretta di decine di ultrà attraverso album fotografici della polizia giudiziaria. L’ex capo ultrà ha indicato ruoli e responsabilità dei soggetti, distinguendo tra “azionisti” – coloro che partecipano attivamente a scontri e azioni violente – e “non azionisti”. Ha inoltre ricostruito episodi specifici di violenza negli stadi, come le aggressioni a tifosi ospiti in partite contro Juventus e Roma, risalenti al 2015. Beretta ha ammesso che ogni scontro era approvato dal leader ultrà interista, così come sulla sponda milanista era necessario il via libera di Luca Lucci, figura di riferimento della Curva Sud rossonera.

L’inchiesta “Doppia curva” sta portando alla luce legami sempre più preoccupanti tra tifoserie organizzate, criminalità e ambienti societari, aprendo scenari che potrebbero avere ripercussioni significative sul calcio italiano. A riportarlo è La Repubblica.