Arresti per i capi ultrà di Inter e Milan: no comment di Inzaghi, Marotta e Antonello
Un "no comment" generale da parte della dirigenza dell'Inter, arrivata all'assemblea di Lega Serie A a Milano, in merito alle intercettazioni e agli arresti per i capi delle curve dei nerazzurri e del Milan. Presenti il presidente del club campione d'Italia Giuseppe Marotta e l'amministratore delegato Alessandro Antonello che, incalzati dalle domande a distanza, hanno preferito non dire niente. Anche Simone Inzaghi ha fatto lo stesso: "C'è un'indagine in corso, ci ha chiesto la società di non dire nulla".
I fatti.
Diciotto persone fermate. Sedici in carcere. Due ai domiciliari. È quanto emerge dal blitz di questa mattina di Polizia e la Guardia di Finanza che, su ordine del giudice delle indagini preliminari Domenico Santoro, hanno arrestato i capi delle curve di Milan e Inter. Estorsioni sulla vendita dei biglietti delle partite di Inter e Milan, un pizzo mensile imposto sui parcheggi attorno al Meazza, “cartelli” tra ultrà nerazzurri e rossoneri sulla vendita delle bibite e dei gadget allo stadio, violente risse e lesioni tra i gruppi, ma anche intestazioni fittizie di beni: questi sono i reati che sono contestati ai fermati.
L’accusa alla Nord interista
Alla curva nerazzurra viene contestato il reato di associazione a delinquere con favoreggiamento a stampo mafioso. Le misure cautelari hanno raggiunto il capo Andrea Beretta (che un mese fa ha ucciso a coltellate proprio un membro della cosca della ‘ndrangheta dei Bellocco) e il vice Marco Ferdico oltre ai membri più in vista del direttivo come Matteo Norrito e Mauro Nepi. La DDA e la squadra Mobile e della Sisco (Sezione investigativa del servizio centrale operativo) di Milano hanno fatto luce sugli ultimi sei anni della curva a partire dall’omicidio di Vittorio Boiocchi, scarcerato nel 2018 dopo 26 anni e ucciso a colpi di pistola.
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