Tmw - Le miniere, una città senza centro, i Puffi e un bug: Napoli, ecco Genk

Vedi Genk e t’innamori. Mica tanto, perché la cittadina delle Fiandre (70 mila abitanti) fa parte di un Belgio atipico. Lontano da quello borghese di Anversa, senza il fascino gotico di Bruges o Gand, né tantomeno il multiculturalismo di Bruxelles. Per esempio, manca un centro vero e proprio: più che una città, spiegano i locali, è un insieme di piccoli nuclei urbani, sviluppatisi attorno alle locali miniere, cuore pulsante di una zona ricchissima ma legata a un’economia che per ovvie ragioni non aveva nell’arte, o nella bellezza, il proprio sbocco naturale.
Se la vicenda degli italiani della zona merita un capitolo a parte, è in questo tessuto urbano ricco ma non opulento, centrale senza avere un centro, che s’inserisce la storia del KRC Genk. Una storia che non parte da lontano, bensì dal 1988, quando il Waterschei Thor e il K.F.C. Winterslag decisero di fondersi e competere con le grandi tradizionali del calcio belga, dall’Anderlecht in giù. Da lì, la scalata è stata anche piuttosto breve: il Genk ha vinto per quattro volte il massimo campionato, ed è riuscito a conquistarsi un posto al sole nell’economia calcistica del Paese. Non una primissima forza (è alla terza partecipazione in Champions League), ma neanche una media vera e proprio. Aiuta, certo, la particolarissima formula del torneo belga: la stagione regolare non assegna il titolo, ma definisce la griglia playoff. Poi tutti contro tutti, o quasi, e allora può succedere che la quinta in classifica (il Genk, appunto) riesca a trionfare.
Peyo e un bug. Il soprannome della squadra? I Puffi: un po’ per il colore, un po’ perché le vicende dei famosi personaggi di Peyo sono ambientate da queste parti, anche se l’autore era di Bruxelles. La ricchezza della zona, per certi aspetti, è testimoniata anche da una piccola chicca informatica: chi ha giocato a PcCalcio 2001 forse lo ricorderà, bastava scegliere il Genk in modalità presidente per trovarsi in cassa miliardi di euro, e portare da queste parti gente come Ronaldo, Del Piero, Raul. Storie di un videogioco, appunto. Il Genk che andrà in campo quest’oggi contro il Napoli vale un quinto degli azzurri, rosa alla mano. Non è da prendere alla leggera, però: la Luminus Arena è considerata uno degli stadi più caldi del Belgio. Che non sarà il Brasile, quanto a torcida, ma guai a sottovalutare il dodicesimo uomo degli Smurfen.
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