Turci: "Maignan è l’uomo in più del Milan. Meret? Portiere vecchio stampo"
A '1 Football Club', in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Luigi Turci, ex portiere dell’Udinese ed ex allenatore dei portieri del Milan.
C’è ancora qualche squadra che può impensierire questo Napoli? “L’unica squadra che può perdere il campionato è il Napoli. Le prestazioni, la solidità e la sicurezza acquisite pongono gli azzurri in una certa posizione di sicurezza. Dovrebbe succedere un finimondo per poter pensare ad un esito diverso. Naturalmente, finché non ci sarà la matematica che suggelli il tricolore ci sarà da garantire costanza ed impegno, ma i partenopei sono la squadra che gioca il miglior calcio d’Europa”.
Commento sulle dichiarazioni di Guardiola su un Napoli favorito in Europa? “Seguo il Manchester City, ed ho visto quella che è stata l’esperienza inglese che sin qui ha condotto il tecnico. Se Pep ha affermato ciò, vuol dire che vede negli azzurri dei contenuti tecnici e tattici tali da ritenere i partenopei realmente una realtà da considerare. Si rispecchia, dunque, nei valori del Napoli di Spalletti”.
Maignan può essere l’uomo in più di questo finale di stagione per il Milan? “Maignan è l’uomo in più del Milan. Le difficoltà della squadra vanno giustificate anche per l’assenza di quello che è un leader assoluto. Un calciatore che ha dimostrato le sue qualità straordinarie anche nell’intervento contro l’Irlanda, ma che sarebbe riduttivo per comprendere la dimensione del francese. E’ straordinario nell’interpretazione del ruolo, sapendosi distinguere anche nella fase di costruzione, come dimostrato contro il Tottenham, in cui è stato davvero il fattore aggiunto del terzetto difensivo in fase di impostazione”.
Meret unico portiere che vincerebbe il confronto con Maignan? “Hanno caratteristiche completamente differenti. Ho seguito il francese con la camera a lui dedicata, e posso dire sia davvero il portiere moderno, coinvolto nella fase difensiva, ma anche offensiva. Meret, invece, è un portiere vecchio stampo. Garantisce grandissima copertura della porta, con notevole pulizia negli interventi, seppur inferiore nella costruzione. Il rendimento stagionale del friulano, però, è stato sinora di grande impatto. Meret ha salvato diverse volte gli azzurri, dimostrandosi capace anche di sostenere la particolare pressione di quest’anno”.
Kvara o Leao: chi prenderebbe nella sua squadra? “Sono due giocatori fortissimi. In questo preciso momento prenderei tutta la vita Kvaratskhelia. È altrettanto vero che abbiamo tutti negli occhi quanto fatto dal portoghese lo scorso anno. Un giocatore chiave del tricolore rossonero”.
Non pensa che il ruolo dei portieri abbia subìto troppe evoluzioni? “C’è stata un’evoluzione che può dirsi corretta, ma che ha subìto un abuso. La costruzione del basso, infatti, può dirsi accettabile finché ce ne sono le condizioni. Quando si eccede in tal senso, difatti, più che costruire si rischia di distruggere, esponendo la squadra a notevoli rischi anche quando non sussistono possibilità di costruzione. Ricordiamo errori clamorosi che sono costati trofei ed intere stagioni di portieri come Radu, Alisson o Meret. Anche Donnarumma con il Real Madrid, anche se in tal caso andrebbero considerate altre dinamiche. Dunque, sono necessarie le condizioni, poiché l’esasperazione porta soltanto a pagare dazio”.
Un aneddoto su Spalletti? “Quando lavorai con Spalletti ad Udine, Luciano veniva da due esperienza che potremmo dire pesanti con Venezia e Sampdoria. Nonostante il peso emotivo, dunque, ha saputo rivelarsi un uomo di grandissimo spessore, che sapeva cosa voleva e capace di giocarsi tutte le proprie chance. Con noi si è confermato un uomo coerente, che ha mantenuto tutte le cose dette, e soprattutto basandosi sulla meritocrazia più che sul nome. Fu lui l’artefice della salvezza di una squadra che prese una china pericolosa”.
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