Pato ricorda gli anni al Milan: "I migliori della mia vita. Gol al debutto al Napoli indimenticabile"

Alexandre Pato ha fatto ritorno al centro tecnico di Milanello e ha parlato ai microfoni ufficiali del Milan. Questo un estratto della sua intervista pubblicata dal club rossonero sul proprio canale YouTube: "Sono molto emozionato di essere qui: sono arrivato in questo club a 17 anni e i 5 anni che ho trascorso al Milan sono stati i più belli della mia carriera e, in generale, della mia vita. Il primo giorno? Mi ricordo che alle visite mi misero un collirio che mi fece dilatare le pupille: non vedevo più niente, infatti in tutte le foto ho gli occhi molto stretti. Ancelotti mi portò dalla squadra e disse: "Ragazzi è arrivato Pato, venite a salutarlo", tutti mi dimostrarono subito il loro rispetto".
Perché sceglieste il Milan?
"Lì vincevano le Champions League e c'erano i migliori giocatori al mondo: Maldini, Ronaldo, Sheva, Kaka, Cafù, Nesta, Pirlo, Ambrosini, Gattuso. Era una squadra bellissima, io volevo giocare con loro. L'aneddoto con Kaladze? In allenamento mi picchiava tanto e ciò mi servì ad essere più forte, mi abituava al calcio italiano. Ma quello che picchiava di più in allenamento era Gattuso. Cafù ed Emerson invece mi facevano più da papà".
Cosa ricorda dell'esordio contro il Napoli?
"Giocavo in coppia con Ronaldo. Ricordo che Favalli mi fece un passaggio lungo, io presi posizione sul difensore e segnai al debutto: San Siro urlava, tutti esultavano, quello per me è indimenticabile".
Qual è stato lo scherzo più divertente?
"Durante le interviste Cassano si toccava sempre i capelli perché pensava di essere bello. Io una volta glieli scompigliai e lui si arrabbiò tantissimo! (ride, ndr)".
E' stato il più giovane a raggiungere 50 reti col Milan.
"Io non pensavo molto ai numeri. Potevo fare di più, certo, ma potevo anche non avere questa fortuna e fare meno. Io ho provato sempre la stessa emozione, sia nel primo che dell'ultimo. Il gol dopo 40 secondi nel derby? Era una partita importante per noi, lo stadio esplose. Potrò raccontarlo per tutta la vita. Lo scudetto? L'immagine più bella fu la festa in mezzo a tantissima gente per le vie di Milano. Per me vincere il campionato italiano ed essere nella storia del Milan è bellissimo".
Il gol al Barcellona dopo 24 secondi?
"La gente me lo ricorda ancora oggi. E' stato indimenticabile".
Gli infortuni?
"Prima era diverso da oggi. Io volevo giocare, non rispettavo i tempi di recupero. Gli infortuni però fanno parte del calcio, io non mi pento. E' andata così, sono stati un insegnamento per me. Oggi ai giovani dico di prendersi del tempo e di fidarsi dei consigli dei professionisti".
La gente ancora oggi è affezionata a lei.
"Mi piace tornare qui perché gli italiani sono diversi. Amate i giocatori per quello che sono, non per quello che fanno. L'amore per i tifosi milanisti non si può spiegare. Magari potevo vincere tutto da un'altra parte, ma il calore ricevuto al Milan è stato impagabile"
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