Marolda: "Almeno una volta si potrebbe giocar bene, domenica Conte ci ha capito poco o nulla"

Marolda: "Almeno una volta si potrebbe giocar bene, domenica Conte ci ha capito poco o nulla"
Oggi alle 17:00Le Interviste
di Antonio Noto
"Inter-Napoli? Preferirei che a San Siro andassero in campo quelli che corrono più degli altri".

Il giornalista Ciccio Marolda, durante la puntata de ‘Il Bello del Calcio’ su Televomero, ha parlato della sconfitta del Napoli contro l’Atalanta e del match che gli azzurri disputeranno domenica sera contro l’Inter: “Una partita si può perdere e anche in malo modo, il Napoli resta primo in classifica quindi non è successa una tragedia. Però si potrebbe giocare bene qualche volta: in precedenza si è vinto non esprimendosi al meglio, ieri si è perso giocando male. Oggi si è parlato molto di Lukaku, ma mi chiedo cosa possa fare restando da solo e spalle alla porta. Bisogna dare anche modo ai calciatori di esprimersi: non c’è stata organizzazione, non c’è stato gioco, non c’ stata profondità. I cambi sono arrivati tardi e Gasperini è riuscito a imbrigliare Conte, che ci ha capito poco o nulla e alla fine si è svegliato troppo tardi.

Sono stufo di sentir dire che questa è una squadra arrivata decima lo scorso anno, allo stesso modo non dirò che con questi giocatori due anni fa si è vinto lo Scudetto: significherebbe fare esattamente la stessa cosa per pareggiare i conti. Penso che questa sia una formazione con ottimi giocatori a cui sono stati aggiunti ulteriori elementi spendendo 150 mln di euro. Conte fino a questo momento è stato bravissimo e mi auguro che lo sia fino a fine stagione, però vorrei capire come esaltare le caratteristiche di questi giocatori, come deve giocare il Napoli, come sta giocando e perché non riesce ad aver una certa organizzazione di gioco.

Inter-Napoli? Preferirei che a San Siro andassero in campo quelli che corrono più degli altri, negli ultimi anni ci affidiamo troppo alle tecnologie per valutare la resa dei calciatori. Oggi non si può fare a meno né della qualità, né della corsa”.