Jacobelli: "L'affare è di Osimhen: non voleva più giocare a Napoli e guadagnerà gli stessi soldi"
Nell'editoriale di Tmw Radio è intervenuto il direttore Xavier Jacobelli.
Dopo la prima sosta possiamo trarre qualche bilancio dal campionato?
"L’Inter è già in grande forma, la prova di forza con l’Atalanta è stata notevole. La Juventus sta crescendo, ma i nuovi arrivati hanno bisogno di tempo per inserirsi negli schemi di Motta. Il Napoli, che non avrà competizioni europee dopo quattordici anni, può concentrarsi sul campionato con i nuovi arrivi. Il Milan invece ha una difesa troppo perforabile e ha dovuto affrontare l’urticante atteggiamento di Theo e Leao".
La situazione Theo e Leao come si può gestire?
"Intanto Ibrahimovic ha seguito sempre la squadra dalle tournée australiana. Tutte le discussioni su di lui sono state superficiali. Cardinale invece era in tribuna all’Olimpico e quindi chi meglio del proprietario poteva intervenire, tant’è che risulta che abbia sgridato i due giocatori. Detto ciò non è possibile giudicare il lavoro di Fonseca dopo tre partire. Lo si giudicherà dopo un percorso che gli abbia permesso di sviluppare le sue idee. La sconfitta di Parma è stata disastrosa, scaturita da una prestazione pessima e ora tocca ai giocatori dimostrare il pieno sostegno all’allenatore. Il problema comunque non è rappresentato da Ibrahimovic, ma dalle difficoltà soprattutto difensive della squadra".
La gestione Osimhen per chi è stata un affare?
"Per Osimhen, visto che guadagnerà undici milioni netti a stagione, non certo per il Napoli. Ricordiamo la clausola da 120 milioni, che ci risulta essere scesa a 75 milioni se non cambieranno ulteriormente gli accordi. Quando si fissano clausole così astronomiche si rischia di subire un effetto boomerang. Il PSG infatti non è mai arrivato a quelle cifre. Non è più il tempo delle spese folli".
Passare da Osimhen a Lukaku che cosa rappresenta per il Napoli?
"Il problema nasce da come Osimhen non volesse più giocare per il Napoli. Già era una volontà precaria prima, poi è diventata definitiva dopo che è saltato l’accordo con l’Al-Ahly. Lukaku è una soluzione che permette a Comte di avere a disposizione una punta con una grande efficacia in zona goal".
Che voto diamo al mercato di Giuntoli?
"Il voto è nove, se fosse arrivato Sancho sarebbe stato un dieci. Nel 2023 era arrivato solo Weah, mentre l’anno dopo è arrivata la rivoluzione. Il tecnico, la riduzione del monte ingaggi e il cambio di tanti elementi. Il nuovo allenatore ha dimostrato di avere coraggio e infatti la squadra è prima con una difesa inviolata. Dal punto di vista tecnico i nuovi arrivati garantiscono grande qualità. Ora c’è un salto di responsabilità per alcuni elementi, come Gatti, che credo possa avere la personalità per garantire alla Juventus quella leadership che ultimamente è mancata. Douglas Luiz dobbiamo ancora vederlo, perché non è mai partito dal primo minuto. Credo si tratti di un ritardo di condizione, poi se dovesse rimanere in panchina anche dopo la sosta potrebbero sorgere degli interrogativi".
All’Inter può bastare ciò che è stato fatto sul mercato?
"L’Inter si è mossa per tempo con Taremi, Zielinski e Martinez. In più ha confermato gli artefici della seconda stella. La proprietà di OakTree è molto solida e ha chiaramente confermato un tecnico come Inzaghi. L’Inter parte come favorita, ma vedremo ciò che potranno dare le rivali".
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