Chiariello: “Spalletti ama Napoli, se l’è tatuata nel cuore e sul braccio. Ma la scelta va rispettata”
A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio, Umberto Chiariello è intervenuto con il suo editoriale: "De Laurentiis è stato ospite dell’ultima puntata di Fabio Fazio con Che Tempo Che Fa su Rai 3 ed ha fatto chiarezza su Spalletti. De Laurentiis ha detto che Spalletti gli ha chiesto di andare via perché a fine ciclo, preferendo fermarsi. A questo, De Laurentiis ha risposto che Spalletti è un uomo libero che le persone non possono essere costrette e che se non se la sente si prenderà un anno sabbatico. Chi contesta quella PEC è in malafede. Da ieri sera è partito ufficialmente il casting del nuovo tecnico del Napoli. Detto questo, analizziamo il perché Spalletti ha deciso così, senza aver sentito le sue parole che arriveranno a chiarimento di tutto ciò.
Quali sono le ipotesi sul campo? La prima è che Spalletti, come dicono in molti, non sopporti De Laurentiis. Ci può stare? Ci può stare. È un buon motivo per andare via da Napoli? Non credo sia questo il motivo principale. Spalletti non solo non sopporta De Laurentiis, ma non ne sente la fiducia. Ha vinto ed è nelle grazie del presidente, ma non dimentica l’anno scorso da cui, pare, provengano gli attriti. Spalletti è un uomo di spessore, di grande personalità, ma ha le sue asperità caratteriali.
Perché Spalletti lascia? Non sente fiducia, non ha un buon rapporto con il presidente o perché pensa che questa squadra non sia migliorabile viste le finanze? O perché ritiene che questa squadra sia andata sopra le righe e che se torna ad essere ‘normale’ non farà così bene? Il Napoli ripartirà da Di Lorenzo, Rrhamani, Kvara, Lobotka e Anguissa e qualcun altro. A questi si aggiungono Elmas, Politano, Ostigard, Juan Jesus, Raspadori, Simeone: una base di 14-15 elementi di quest’anno, di cui alcuni devono ancora esplodere. La base per continuare a vincere c’è.
Non è che Spalletti ha fatto valutazioni sbagliate? Ce lo auguriamo. C’è un’ultima grande motivazione, forse quella vera, Spalletti ha vissuto da recluso a Castel Volturno, per sua scelta: una brandina, un computer e dei poster. Ha vissuto respirando calcio 24 ore su 24, dedicandosi a questa scalata. Un uomo che vive in maniera così intensa il proprio lavoro ad un certo punto scoppia, deve staccare la spina, perché nessun essere umano può vivere in maniera così monocorde e maniacale il proprio lavoro. Spalletti ama Napoli, se l’è tatuato nel cuore e nel braccio, ma si fermerà per tornare alla sua tenuta di campagna, tornare al Bosco Verticale di Milano ed il mondo lo guarderà osannandolo per lo scudetto dell’altra Italia che nessuno aveva mai preso. Una scelta di questo tipo, che prescinde dalle antipatie presidenziali, dalle valutazioni dalla rosa, va rispettata".
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