Quando anche un record ci spacca in due: i deliri in Tv, la condanna a Milik e la trappola di chi giudica solo il risultato

Quando anche un record ci spacca in due: i deliri in Tv, la condanna a Milik e la trappola di chi giudica solo il risultatoTuttoNapoli.net
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martedì 30 ottobre 2018, 16:49Zoom
di Arturo Minervini

(di Arturo Minervini) - Il processo del lunedì. Non quello del mitico e compianto Aldo Biscardi, ma quello inscenato su alcune tv dopo il pareggio interno con la Roma. Maledetto vizio di lasciarsi fuorviare dal risultato finale, senza provare ad andare oltre quando necessario. Anche quello che dovrebbe essere un momento aggregante, esaltante per un prestigioso record raggiunto da Marek Hamsik diventa, invece, l’occasione per dividere e spaccare in due le opinioni: quelli a favore e quelli contro.  

Uno come Marek non è per tutti. Raggiungere 511 presenze con la stessa maglia, segnare 120 reti con la stessa maglia senza fare di mestiere l’attaccante basterebbe a ritagliarsi un ruolo di intoccabile. A ciò si dovrebbe aggiungere il valore del l’uomo, il peso delle sue scelte, la pacatezza delle sue parole in un mondo del pallone che ha mortificato nel tempo quelle che furono le bandiere. Una diversità assoluta, una rarità che andrebbe solo celebrata una volta tagliato questo nuovo traguardo. Invece, facendo un veloce zapping nei salotti del lunedì sera, accade anche il contrario. C’è chi si dispiace per i traguardi raggiunti perché quei record raggiunti sono stati tolti a napoletani che avrebbero dato l’anima per la maglia, a differenza di Marek. Creare spaccature anche dove non esistono, attaccando un esempio a 360° in campo e fuori. Non avrà mai sbraitato, non avrà fatto sceneggiate saltando sotto la curva (come chi stava poi per firmare con la Juve), non avrà insultato gli avversari in diretta tv. Ma questo vuol dire non aver dato l’anima? Hamsik non è mai stato diverso dalla sua natura, ma nelle scelte e nei comportamenti l’anima per Napoli l’ha spesa ogni santo giorno. Fino all’ultimo grammo.

“Il Napoli non segna: è colpa di Milik”. È stata proposta questa strampalata equazione, dopo una gara che ha visto il polacco lottare su ogni pallone e trovarsi sempre in situazioni pericolose, peccando solo di brillantezza. Difficile, però, montare un processo su Arek dopo una gara generosa con poche sbavature da parte della difesa della Roma. Invece dopo 10 partite di campionato in molti sono pronti ad emettere sentenze definitive sul classe ’94, invocando le solite suggestioni estive. L’attaccante polacco non avrà iniziato con il turbo questa stagione, ma ritornare ad un’attività agonistica così intensa dopo due anni di stop dovrebbe rappresentare giustificazione più che buona, che impone di attendere almeno qualche altra settimana prima di sparare a zero sul ragazzo. La fretta è sempre una pessima consigliera.

Il Napoli con la Roma ha dominato. Ha concesso due occasioni, quasi letali, ma ha dominato. In lungo ed in largo. Ha creato tantissimo, ha sprecato tantissimo ma questo non accadrà in ogni gara. Prestazioni come quella contro i giallorossi dovrebbero lasciare ottimisti e non, invece, aprire la scena ad attacchi mediatici e polemiche che lasciano il tempo che trovano. Ancora una volta la voglia di farsi del male prevale su quella di provare a compattare l’ambiente, analizzando ciò che accade senza personalismi.