Perché Cuadrado non è stato squalificato per tre giornate?
C’era una volta la vecchia prova tv, poi diventata modello appartenente a differente era geologica. Come un lettore Cd ai tempo di Spotity. Ora c’è il Var, che tutto vede e tutto dovrebbe correggere in tempo reale. Mica ha bisogno di intervenire con giorni di ritardo, no. Il Var è lì, On Field. Tutto sul campo, tutto è subito. Sembrerebbe un inno alla Giustizia, ma basta riavvolgere il nastro di qualche ora per scoprire che, purtroppo, non è così.
Ricordate? Marcelo Zalayeta e quei rigori contro la Juventus. Prova Tv e squalifica per il Panteron, poi annullata dopo le immagini addotte da Number Two, vecchia e gloriosa trasmissione di Canale 34. Ora, sarà pure uno strumento antico, ma in alcuni casi non potrebbe essere ancora efficace per svolgere una funzione preventiva?
Prendiamo l’ultimo eclatante caso di Juan Cuadrado, da molti opinionisti etichettato in queste ore come un professionista del tuffo. Se Cuadrado sapesse in anticipo, attraverso un regolamento chiaro ed inequivocabile a inizio stagione, che le simulazioni vengono punite con una squalifica di 2-3 giornate, terrebbe sempre lo stesso comportamento sul terreno di gioco? Una norma perentoria sulla questione assumerebbe la funzione di deterrente verso questa pratica oscena, con doppia funzione preventiva e (eventualmente) sanzionatoria. Se la regola in vigore oggi non lo permette, vuol dire semplicemente che questa regola è sbagliata.
Basterebbe, insomma, che ci fosse la reale volontà di combattere i mali di questo calcio, senza perdersi in cervellotiche formule o astruse restrizioni che limitano il raggio d’azione di chi deve tutelare un bene primario: la passione dei tifosi, che rischia di svanire dinanzi a certi scempi.
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