Osimhen è diventato ciò che non voleva diventare: un pacco da spedire
Un aereo verso Istanbul ha diviso Osimhen e il Napoli dopo anni d’amore incondizionato. Un prestito secco, che sa di taglio netto con il passato. Questo addio da parte del bomber nigeriano per molti doveva essere diverso, ma quando gli interessi non vengono soddisfatti l’anima diventa quella piccola parte da poter calpestare dentro di noi. Forse qualcuno, un giorno, ci spiegherà perché il Napoli non s'è accontentato dell'ultima offerta o del perché Osimhen, anche l’ultimo giorno di mercato, non si è fiondato sul primo aereo direzione Premier League. Segreti che speriamo ben presto non lo siano più. Il procuratore Calenda qualche giorno fa su i suoi profili social ha dichiarato: “Victor non è un pacco da spedire”.
Tutto questo quando le voci di un passaggio in Arabia si facevano sempre più frequenti fino all'accordo sull'ingaggio. Adesso la direzione è cambiata, ma la sostanza purtroppo. Spesso si dice: “Chi troppo vuole nulla stringe”. Un detto che oggi rappresenta il volo verso la Turchia per evitare il concretizzarsi della tribuna. In tutte le cose che accadono nella vita bisogna sempre cercare di trarne il meglio e, se è vero che Osimhen si aspettava palcoscenici importanti, ora si ritroverà più che altro con delle conoscenze importanti al Galatasaray, come quella di Dries Mertens. La vicinanza del belga e l’euforia dei tifosi turchi potrà solo far bene a Victor - e di conseguenza al Napoli in vista della prossima estate -, un campione però declassato come un vero pacco da spedire.
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