Mazzocchi: "Vi racconto un aneddoto su Castel Volturno e la mia routine..."

Mazzocchi: "Vi racconto un aneddoto su Castel Volturno e la mia routine..."TuttoNapoli.net
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di Pierpaolo Matrone

Pasquale Mazzocchi è il protagonista del nuovo episodio di Drive&Talk, il format ufficiale della SSC Napoli che porta i tifosi alla scoperta della quotidianità degli azzurri, tra vita privata e professione. L’esterno partenopeo ha parlato della sua routine, del rapporto con la famiglia e della cura per i dettagli, anche lontano dal campo: “La mia giornata tipo? Mi sveglio intorno alle 8, anche se dipende dagli impegni. Subito una doccia calda, che negli ultimi minuti diventa fredda: una bella scossa per iniziare la giornata con energia. Se l’allenamento è nel pomeriggio faccio colazione a casa, altrimenti la faccio direttamente al campo. Prima di uscire, sempre un bacio a mia figlia.

L'alimentazione, per un atleta di alto livello, è fondamentale: “La colazione cambia spesso. A volte uova con pane di segale, altre volte ricotta con pane integrale, frutti rossi e un po’ di miele. Oppure yogurt greco con una punta di miele e cioccolato fondente. Serve disciplina, perché per restare al top, anche ciò che mangi fa la differenza.

Dopo l’allenamento, che racconta come “molto più articolato di quanto si pensi, perché lavoriamo anche prima e dopo la parte centrale”, Mazzocchi torna a casa, fortunatamente vicina al centro sportivo: “Gioco un po’ con mia figlia, a volte mi dedico allo studio degli avversari, analizzo alcune loro caratteristiche. In certi momenti scendo in palestra per fare stretching: il corpo ne ha bisogno.

Non manca poi uno spazio per il lavoro sulla respirazione: “Cerco di allenare il diaframma. Molti respirano solo con il petto, invece l’aria deve arrivare nella parte bassa dell’addome, così il respiro è più efficace. Anche questo si allena.

Infine un momento intimo e toccante: la paternità. “Diventare papà è stata un’emozione indescrivibile. Su questo tema scherzo spesso con mia moglie. Ti racconto un aneddoto: il giorno del parto eravamo al Vomero, in ospedale. Dovevano operarla e il medico ci rassicura dicendo che ci sarebbe voluto un po’ di tempo. Io avevo lasciato l’auto al centro sportivo, così le dico: ‘Vado un attimo a prenderla e torno’. Nel frattempo… mia figlia era già nata".