Il terribile ruolo dello Scaccia-Cavani
(di Arturo Minervini) - “Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni”. Certe frasi sembrano fatte a posta per raccontare situazioni che appartengono alla vita di qualcun altro, o meglio di molti che possono vivere la stessa situazione. La macchina del tempo dei tifosi del Napoli riporta inevitabilmente ad Edinson Cavani, suggestione o forse chimera di questa bizzarra estate. Il ritorno del Matador è l’evento più sognato e chiacchierato in questa sessione estiva, con tante indiscrezioni ma al momento, quando manca meno di un mese alla chiusura dei gioco, poco di concreto. Su quella macchina del tempo ci salgono i nostalgici e quelli che sperano che l’avvento di Ancelotti in panchina possa portare De Laurentiis a rompere alcune delle sue regole sul mercato, piazzando la follia di mercato.
Tra ricordi e sogni, tra passato e futuro. La gente sogna un Cavani al centro dell’attacco, ma nel frattempo il patron ed Ancelotti si coccolano l’ariete che era stata individuata nell’estate del 2016 per indossare le vesti di erede di Higuain. Sulla sfortuna che si è abbattuta su Arek Milik si è detto tanto, anche troppo, diventando quasi argomento principale quando si parla del polacco. La paura che possa nuovamente fermarsi non rende però giustizia alla grandissima seconda parte di stagione fatta, con 4 reti segnate nelle ultime di campionato partendo appena 2 volte da titolare. In generale dovrebbero valere qualcosa in più nelle valutazioni i numeri del classe ’94 (anche questo fattore, l’età, spesso viene dimenticato): in serie A 32 presenze, appena 7 da titolare, con 989 minuti giocati conditi da 10 gol, in pratica uno ogni 99’ come il numero che indossa sulle spalle per omaggiate il campione di hockey canadese Wayne Gretzky.
“Juve? Non mi fa paura nessuno”. Così si è presentato Arek al ritiro azzurro, dove Ancelotti ha già mostrato di apprezzarne le doti fisiche e tecniche. Una spavaldaria necessaria per reggere le pressioni di una piazza come Napoli, un livello di consapevolezza che deve ulteriormente crescere se si vuole esorcizzare l’incubo di ritrovarsi ad essere una seconda scelta dopo il tanto sudore versato per recuperare dagli infortuni. Non è un ruolo agevole da recitare, ma la parte dello ‘Scaccia-Cavani’ dal pensiero collettivo spetta proprio a Milik che ha una sola arma a disposizione per spegnere la macchina del tempo che porta al passato e prendersi, con forza, presente e futuro di questo Napoli.
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