Ecco chi è Gastone, l'ex capo-ultra' romanista che ha aperto il fuoco sui napoletani: "Estorsione a Sensi, arresti e Daspo a ripetizione. Fermò il derby del 2004"

E' inquietante il profilo tracciato dalla Gazzetta dello Sport di Daniele De Santis, l'ultra' romanista meglio conosciuto dalle forze dell'ordine come Gastone che sabato pomeriggio ha tirato fuori una beretta calibro 7,65 sparando cinque colpi sui tifosi del Napoli: "Oggi ha 48 anni. Il 20 novembre 1994 ne aveva 20 in meno, per la Curva Sud era «Danielino», per la Digos divenne Gastone perché fu coinvolto attivamente negli incidenti di Brescia-Roma, che si conclusero con l’accoltellamento del vice questore di polizia Giovanni Selmin. Gastone è cresciuto nel quartiere Monteverde: non è sposato, non ha figli, ha una grande passione per le arti marziali, in passato gestiva una palestra con il padre e il fratello in zona Piramide. Ha sempre avuto simpatie politiche per l’estrema destra. Apparteneva ai Boys, gruppo dal quale fu allontanato, non prima di aver collezionato un arresto – è il 1996 – per tentata estorsione all’allora presidente della Roma Franco Sensi. Nel 2004 rieccolo, di nuovo famoso per aver fermato un derby dopo aver diffuso la falsa notizia della morte di un bambino. Risultato? Daspato più di una volta, da tempo non frequentava più lo stadio. Lavorava al Ciak, circolo dal quale è uscito sabato per affrontare i napoletani. Circolo che era stato sequestrato a fine marzo per attività abusiva e riaperto di recente. Famoso, il Ciak, anche perché vicino agli am bienti di estrema destra: proprio lì si sono svolte alcune riunioni politiche legate a Militia Christi. E sempre lì, all’indomani dell’introduzione del la tessera del tifoso, c’è stato un meeting degli ultrà d’Italia per decidere il da farsi".
Attraverso Il Mattino apprendiamo poi ulteriori precedenti del folle De Santis: "Da leader indiscusso della curva sud romanista, sempre in gruppi di estrema destra, capace di interrompere un derby della Capitale o di ricattare l'allora presidente della Roma Sensi, fino alla scelta, forse obbligata dai tanti Daspo, di stare lontano dagli stadi. Un'altra finale di Coppa Italia funestata dalle gesta di Daniele De Santis, fu quella del maggio del 2008, quando sul campo i giallorossi si fronteggiarono con l'Inter. Poco prima del calcio di inizio 5 supporter giallorossi furono arrestati per gli scontri che avvennero con le forze dell'ordine, tra le cui fila rimasero feriti in sei. Fu sempre De Santis uno degli indagati per la violazione della legge sulla sicurezza degli stadi perchè il 21 marzo del 2004 scavalcò il recinto e invase il campo di gioco, insieme ad altri sei romanisti e di fatto fece sospendere il secondo tempo del derby capitolino. Ma il reato cadde in prescrizione e non fu mai processato. Fu accusato anche di aver fatto parte del commando che il 20 novembre '94, all'esterno dello stadio «Rigamonti» prima della partita Brescia-Roma, accoltellò l'allora vice questore di Brescia Giovanni Selmin, mentre una quindicina di agenti di polizia vennero ricoverati perchè aggrediti con asce, bastoni e bombe carta. Secondo l'accusa, la spedizione dei romanisti a Brescia aveva il duplice scopo di far recuperare prestigio e nuovi elementi al gruppo neonazista di Maurizio Boccacci, ex leader del Movimento Politico Occidentale, in crisi dopo lo scioglimento per incitamento all'odio razziale . Ma alla fine De Santis fu assolto per non aver commesso il fatto e ottenne anche un risarcimento di due milioni e 900 mila lire dopo aver trascorso 30 giorni nel carcere di Brescia e altri 20 ai ”domiciliari”. De Santis fu arrestato anche il 22 marzo del '98 nei pressi dello stadio Romeno Menti, al termine della partita Vicenza-Roma".
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