Da Zero a Dieci: l'integralismo che può rovinare Sarri, Platinette nel vestito di Belen, Reina come Macgyver ed un mercato ai confini dei campioni

Da Zero a Dieci: l'integralismo che può rovinare Sarri, Platinette nel vestito di Belen, Reina come Macgyver ed un mercato ai confini dei campioniTuttoNapoli.net
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 24 agosto 2015, 10:30In primo piano
di Arturo Minervini

Zero punti. Il primo dato oggettivo del nuovo Napoli targato Sarri è questo. Fatto che non cambia la sostanza - a questa squadra serve chiaramente tempo - ma inasprisce la forma di una questione che adesso diventa più spigolosa. Una rivoluzione può partire in due modi: con una grande spinta, o con una grande frenata. Il Napoli ha scelto la seconda opzione. Con tutto quello che ne consegue...

Uno il cambio a sorpresa nell'undici iniziale. C'è David Lopez dall'inizio e con lui quella sensazione di vecchio che condanna la bocca ad un sapore amaro. Resta Lopez e con lui la sensazione che questa squadra non voglia abbandonare i vizi/difetti del passato. Come il lupo del proverbio che perde il pelo... 

Due minuti ed il Napoli sblocca la gara e la firma sembra presagire un lieto fine. A segno il più discusso, e sostituito, dell'era Benitez. La rabbia nell'inserimento valgono un gol importante al capitano, liberatosi dalle catene Benitez meglio di Spartaco. Il suo graffio poteva avere una reazione a catena sui compagni, è rimasto invece uno spunto isolato come una speranza in mezzo ad un mare di incertezze.

Tre ad un Napoli ancora una volta incapace di farsi trovare pronto ai nastri di partenza: questa è già una macchia sulla stagione azzurra. Troppe trattative abbozzate, iniziate e non finite. Troppe promesse, troppe sorprese sfaldate sugli scogli di una realtà che ha visto un Napoli costeggiare il mercato dei campioni, senza mai puntare dritto all'obiettivo.

Quattro come la linea difensiva apparsa in netta difficoltà contro il Sassuolo. Questione di singoli, ancora in ritardo. Questione di automatismi, ancora da affinare. Tutto vero, ma come possiamo cancellare questa sensazione di de ja vu dopo i disastri difensivi dello scorso anno? 

Cinque attaccanti di grandissimo livello, solo tre in campo: il Napoli, con tutti i suoi limiti negli altri, può permettersi questo lusso? L'interrogativo frulla nella testa di tutti, quando pensi a Gabbiadini e Callejon in panchina. Sembra la storia di uno chef che ha a disposizione tutti gli ingredienti per fare una torta e si intestardisce nel voler preparare un piatto di pasta. L'integralismo è stata la rovina di Benitez in azzurro, c'è da augurarsi che Sarri non intraprenda lo stesso percorso e riesca a trovare una soluzione che valorizzi al meglio la rosa a disposizione.

Sei giorni per preparare al meglio la sfida alla Sampdoria. Sei giorni per capire cosa arriverà dal mercato, e chiarire alcune situazioni tattiche e risolvere l'insoddisfazione di qualcuno. Sei giorni che vanno sfruttati al meglio, perchè quel tempo invocato da Sarri potrebbe diventare sempre meno in caso di ulteriore flop. Napoli non è Empoli.

Sette...mila i tifosi azzurri presenti al Mapei Stadium. All'esordio del campionato un vero e proprio spot per il calcio. Una passione che riesce ancora ad emozionare, gesti d'amore che riescono ancora a suscitare un brivido per chi ha nel sangue tanto azzurro mescolato al plasma.

Otto al coraggio di Maurizio Sarri. Oltre gli errori, iniziare la prima avventura sulla panchina azzurra sostituendo Gonzalo Higuain non deve essere certo facile. La scelta, discutibile, lascia però un indizio importante sulla determinazione del tecnico in questo suo nuovo percorso. Il coraggio chi non lo ha non può darselo. Sarri su questo non pare avere problemi...

Nove in due. Male, molto male, Insigne e Mertens contro il Sassuolo. Provate voi a far entrare Platinette in un vestito cucito su misura per Belen Rodriguez. Pensate sia difficile? Ecco. Provate voi a cambiare tutte le abitudini di due calciatori, togliergli tutte le certezze acquisite negli anni e fare tabula rasa dei vari movimenti studiati negli ultimi anni. 

Dieci al tacco di Reina. E' Pepe la notizia più lieta della notte dell'esordio, la sua capacità di tirarsi fuori da situazioni che appaiono compromesse più di Macgyver con un coltellino ed una gomma da masticare. Che sia un tacco, una mano o la testa poco importa. Napoli ha nuovamente il suo Reina. Dopo un annata in cui si sono alternati diversi figuranti, tra i pali azzurri c'è finalmente un protagonista assoluto.