Da 0 a 10: De Roon offende Napoli, il messaggio alla piazza di Conte, la foto di Gasp nello spogliatoio ed un Meret horror

Da 0 a 10: De Roon offende Napoli, il messaggio alla piazza di Conte, la foto di Gasp nello spogliatoio ed un Meret horrorTuttoNapoli.net
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Ieri alle 09:01In primo piano
di Arturo Minervini
Il Napoli cade al Maradona con l'Atalanta ma resta primo: Inter a -1 in attesa dello scontro diretto a San Siro di domenica sera

Zero a tre e De Roon fa il fenomeno sui social. Dice che tra le cose da vedere a Napoli c’è anche la vittoria dell’Atalanta, vuole fare l’ironico ma non ne possiede le basi. Perchè tra le cose da vedere Napoli, ci sarebbero così tanti risultati che una partita soltanto sarebbe come uno sputo nell’oceano. Ha fatto confusione con Bergamo, in cui tra le cose da vedere c’è probabilmente solo Feltri che spara qualche ca**ata in piazza. E su.

Uno il palo, che poteva cambiare il volto, magari. La giocata di McTominay è stupenda, meriterebbe più fortuna. Scott è l’unico che nel primo tempo battaglia, fa la guerra lì in mezzo come necessità una gara con la squadra del Gasp. Lui ha l’animo del William Wallace, gli altri del comandante Schettino. Ad un certo purto pure il Mc si scoccia di combattere senza sostegno.

Due gol con qualcosa da recriminare sul piazzamento di Meret, sul primo, e sulla spinta di Alex sul secondo. Sulla prima marcatura il portiere deve difendere quello spazio lì, dove invece passa il pallone. Sul tiro da fuori, spinge male e ci va molle con la mano. Pomeriggio strano, e un desiderio che è fuggito lontano. Divenuto polvere.

Tre punti di vantaggio sulla Dea. Tenetevi forti signori e signore, il Napoli ha comunque tre punti in più della Dea. Quella che oggi, anche per qualche pseudo tifoso azzurro, è la squadra più devastante della storia del calcio ha raccolto tre punti in meno di questo ‘disastrato’ Napoli nelle prime undici giornate. Il punto tre è quello dell’ironia, per chi non l’avesse capito. Quella che non sa usare De Roon. 

Quattro in pagella a Kvaratskhelia, che si intestardisce, che non fa quello che natura impone: la differenza. Non salta mai l’uomo, non incide, si accontenta di essere una comparsa in una gara che lo vorrebbe protagonista. Non mettiamo in mezzo le menate del contratto dell’ingaggio, della serenità: è roba per riempire i giornali (non dovrei scriverlo, ma è così). La verità è che ha sofferto tremendamente la gabbia del Gasp. E uno come Kvara deve avere le qualità da escapologo da Houdini, perchè ne ha il potenziale. Male.

Cinqu..antamila spettatori, che a fine gara cantano, urlano, sostengono. È una bella giornata di sport al Maradona, ci sono bambini, anziani, ragazzi, famiglie. C’è il sole, un caldo fuori dalla norma, una passione che rientra nella norma. È bello vederlo a fine gara, deve riempire il cuore di chi veste quella maglia ascoltare quei cori al termine di una gara non all’altezza. Ti amo anche quando vinci è una legge morale per chi tifa Napoli.

Sei presenze per Raspadori, ancora una volta impalpabile come la prestazione sessuale del mitologico Muflone in Gran Casino, quando si sostituisce a De Sica nella famigerata prova d’amore con l’anziana ereditiera. Jack ha mezz’ora di campo, ma nessuno si accorge della sua presenza. In questo momento è un corpo estraneo al progetto, un capitale immobilizzato su cui presto, già a gennaio, andrà fatta una scelta. Cui prodest?

Sette ed uno, ovvero settantuno i minuti attesi da Conte per mettere Neres. Lui, con Ngonge, Spinazzola e Simeone, danno almeno la sensazione di poter creare un pochino di confusione lì davanti, di scombinare i piani di un’Atalanta che sembrava aver letto con largo anticipo la trama della partita. Ecco l’unico appunto ad Antonio: non aver provato a togliere qualche certezza a Gasp, una volta appurato che l’aveva preparata meglio di lui. Come disse quel genio di Pesaola: “E se vede che la Etalanta (disse proprio così) ci ha rubato la idea”.

Otto gol subiti in campionato, di cui sei nelle gare con Hellas ed Atalanta. Come a Verona, tre gol subiti in una partita, per un Napoli che se deve fare le cose, le fa bene. Per la serie: meglio tre gol in una partita, che in tre partite. Soffre la difesa oggi, la velocità terrificante di Lookman e quel camaleonte di De Ketelaere, con l’animo del dieci e il fisico del centravanti. Male, molto male, gli esterni: Di Lorenzo e Olivera ci hanno capito meno di Pasquale Laricchia, storico concorrente del Grande Fratello, ad un convegno sulla Critica della ragion pura di Kant.

Nove come l’attaccante, criticato e criticabile. Il discorso, però, andrebbe ampliato, tentare di comprendere i motivi delle difficoltà di Lukaku, che riceve solo palloni spalle alla porta, con tutta la difesa che collassa proprio in quel punto. Servirebbe trovare soluzioni differenti per innescarlo, sarebbe necessaria una maggiore vicinanza di Kvara e Politano in certe situazioni in cui pare più isolato di Matt Damon nel film The Martian. Detto ciò, ciò detto, pure Romelu deve darsi una svegliata: se la partita non va da lui, lui deve provare ad andare dalla partita.

Dieci-undicesimi della squadra scudetto e siete arrivati decimi. Conte non ci sta, si ribella alla narrazione de ‘Quella di quest’anno è la stessa squadra dello scudetto per otto undicesimi”. Gli girano le scatole, vuole fissare alcuni concetti, rosica tremendamente per la scoppola presa, ma non può farlo vedere. Dice ‘L’Atalanta oggi è più forte di noi, alla fine del campionato vedremo’, frase che suona quasi come una minaccia. Ha vissuto come un tarantolato il match, non gli sono piaciute alcune cose, anche se in conferenza racconta il contrario. È furioso perchè la squadra ha perso tutti i duelli fisici, e in sala video farà volare parole grosse. Nello spogliatoio siamo sicuri che affiggerà una foto del Gasp con la dicitura Kill Gasp, come il Bill di Tarantino. Non vorremmo essere nei panni degli azzurri alla ripresa dei lavori.

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