Conte ha trionfato anche tatticamente: come il Napoli ha annichilito la Juve
La vittoria del Napoli sulla Juventus è il trionfo di Antonio Conte su Thiago Motta. I suoi ragazzi hanno dato anche oltre le proprie possibilità mentali e fisiche, una sola gara ci ha regalato due immagini emblematiche: Simeone che si lancia in contrasto a terra incurante del pericolo di essere colpito alla testa, Politano che ad una rimessa laterale esulta come avesse fatto gol. Il dominio degli azzurri però si è basato su fondamenta tattiche ben salde, che hanno permesso al Napoli di annichilire i bianconeri soprattutto nel secondo tempo. Conte vince con l’aiuto di un piano gara assai più coraggioso di quello del tecnico sull’altra panchina, che era rimasto alla squadra "difesa e contropiede" per sua stessa ammissione.
Scopriamo adesso come era impostata la partita da entrambi i lati. Il Napoli in costruzione si dispone con un 2+1 - Rrahmani-JJ + Lobotka - o un 4+1 con il supporto di Di Lorenzo e Spinazzola. Motta vuole la superiorità numerica indietro e come puoi vedere nell’immagine num.1 a fine articolo, gli accoppiamenti sono i seguenti: Kolo Muani diventa l’ombra di Lobotka, Thuram è su Anguissa, McTominay viene preso da Koopmeiners o Locatelli a seconda della sua posizione; ai due centrali azzurri viene lasciata la sfera, anziché alzare una mezz’ala sono Nico Gonzalez e Yildiz a scalare quando la palla va a Di Lorenzo e Spinazzola, mentre escono forte su Juan Jesus e Rrahmani solo quando scattano i pressing trigger. In questo modo, nelle retrovie i due terzini tengono Politano e Neres, su Lukaku ci sono Gatti-Kalulu. Quando il Napoli salta la prima linea di pressione per vie laterali, i bianconeri si muovono così: a destra Koopmeiners lascia McTominay ed esce su Spinazzola, allora Locatelli prende lo scozzese, a sinistra Cambiaso fa la scalata lunga su Di Lorenzo e Kalulu su Politano. Inizialmente, è una pressione ben organizzata quella della Juve: Lobotka non trova mai luce per costruire, quando i terzini vengono dentro o si abbassa uno tra Politano e Neres, le rotazioni tolgono aria al Napoli. E infatti la big chance di Yildiz nasce proprio da un recupero alto. Anche in costruzione i bianconeri cominciano bene: 2+2 coi centrali e Locatelli-Thuram (la Juve varia spesso, talvolta 3+1 con la salida lavolpiana di Locatelli, a volte si aggiunge uno o due terzini o si può alzare un difensore). Come mostra l’immagine num.2 a fine articolo, Conte imposta un quasi totale man marking a tutto campo. Alza Anguissa su Kalulu e Lukaku va su Gatti, McTominay scherma Locatelli, Lobotka segue Thuram, esterni sui terzini e terzini sugli esterni, solo dietro c’è il 2vs1 Rrahmani-JJ-Kolo Muani. Notate manchi qualcuno? La posizione di Koopmeiners genera ambiguità nel Napoli, infatti quando l’olandese è alto su di lui ci va uno dei due centrali, ma quando si abbassa chi lo prende? Grazie alla bravura di Di Gregorio e Kalulu in particolare, la Juve trova più volte sbocco sull’out di destra dove Koopmeiners si abbassa e c’è quindi un 2vs1 Koop-McKennie-Neres. Conte risoluto corregge dopo soli 13 minuti: Juan Jesus deve calpestare le orme del centrocampista olandese pure se al limite della sua area. Risultato? Al minuto 43 McKennie ha il possesso sull’out di destra, in pressing Neres e Politano (lì perché aveva seguito Cambiaso) ed ecco che proprio Juan Jesus lascia Koopmeiners commettendo l’errore di farsi attirare dal pallone in quel momento dello statunitense. E allora la palla filtra, Spinazzola si ritrova contro due uomini e - va detto anche con circostanze fortunose - la Juve fa 1-0.
Arrivati nel secondo tempo, è qui la vera mossa coraggiosa di Conte: non cambiare in fase difensiva. Si espone agli uno contro uno, e quando si dice che i benefici superano i rischi per concetti come costruzione dal basso, man marking, si intende quello che succede nella ripresa. Il tecnico azzurro accetta il rischio in avvio di farsi “portare a spasso” dai movimenti senza palla dei bianconeri, questo rischio lo paga pure con il gol di Kolo Muani, ma poi si va a prendere tutti i benefici dominando in lungo e in largo gli ultimi 45 minuti. È invece Thiago Motta ad assumere un atteggiamento eccessivamente prudente, rintanandosi nella propria metà campo dopo l’intervallo (linea difensiva a 5, a tratti a 6 uomini!) e venendo dominato dal Napoli. Infatti la Juve quando prova a costruire è asfissiata da una pressione ancor più feroce degli azzurri, esempio: minuto 55:40, appena Cambiaso alza la testa per provare a giocare in avanti, oltre Politano si vede anche Anguissa addosso. Esitazione nel passaggio per Thuram, quindi con l’aiuto di Lobotka il Napoli riconquista la sfera e segna sugli sviluppi dell’azione. Da rimarcare la prova gigante del Gargantua camerunese: corre per tutto il campo con la rabbia di chi insegue il ladro che gli ha appena scippato il cellulare, ma è decisivo pure in fase offensiva di fatto avviando e chiudendo l’azione del 1-1. A fare la differenza nel secondo tempo è anche una piccola modifica di Conte apportata alla costruzione (vedi immagine num.3 a fine articolo): Lobotka è oscurato da Kolo Muani e quindi avulso dal gioco, così diventa utile alzandosi e svuotando quello spazio dove va a inserirsi Di Lorenzo agendo da costruttore aggiunto (fa 58 tocchi, gli stessi dello slovacco). Questo manda in tilt la prima pressione bianconera che finisce per perdere metri e metri di campo, complice anche un notevole abbassamento dell’intensità (perciò Motta sostituisce Yildiz) a differenza del Napoli rullo compressore.
La perfetta sceneggiatura viene messa in atto da prove sublimi dei singoli. Spinazzola si sovrappone pedissequamente e dribbla “in ciabatte” (3/3 dribbling riusciti, dato migliore per un difensore del Napoli da Malcuit contro l’Atalanta il 04/12/2021), Lukaku spalle alla porta si muove a suo agio come uno sciatore professionista sulla neve (Big Rom fondamentale nel creare densità laterale), McTominay è ovunque occupando l'area e aiutando la manovra con la colla sulle scarpette; di Simeone, Politano, Anguissa, abbiamo detto, delle energie spese da tutti gli altri si potrebbe parlare ancora e ancora. Quando i dati della ripresa ti dicono 2.25xG (dato più alto della stagione del Napoli in un 2T, mentre la Juve in A solo con l'Inter aveva subito di più in un'intera gara) contro 0, 10 tiri a 0, 21 tocchi in area a 3, 63% dei contrasti vinti contro il 27% dei bianconeri… Beh, allora significa che hai un valore aggiunto proprio dentro te stesso, qualcosa che non si può misurare, ma solo ammirare con gli occhi.
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