Buffone, pappone ed infame: dove porterà questo odio verso ADL?
(di Arturo Minervini) - Stesso posto, stessa storia, stesso bar. No, non è una canzone degli 883 ma sono gli anni di Aurelio De Laurentiis alla guida del Napoli. Destinato a dividere, a spaccare in due l’opinione pubblica con quel suo modo da spaccone e quell’arroganza dialettica che è il suo marchio di fabbrica. Non è però il caso adesso di entrare nel merito, perché ognuno è libero di generare in maniera autonoma la propria opinione. Resta però da analizzare la semplice opportunità di una critica così feroce e palese verso chi, e non certo da oggi, ha portato il Napoli ad un livello alto e si è trovato a gestire una situazione comunque complessa come quella di un fallimento.
La questione non è Pro o Contro. Parlare della gestione del Napoli da parte di De Laurentiis è come tirare fuori discorsi che finiscono sempre allo stesso modo. Da una parte quelli che ‘Si ma ci ha preso dalla serie C”. Dall’altra quelli che ‘Non è tifoso, non vuole vincere’. La verità è che sia nella prima che nella seconda analisi c’è qualcosa di sbagliato, un pezzo mancante che difetta di una visione globale di una gestione che dura ormai da ben oltre un decennio. A prescindere dai partiti, dalle tessere del partito dei ‘Papponi’ e di quelli che invece scendono in piazza a protestare per il mancato arrivo dei top-player.
L’errore strutturale. L’arrivo di Ancelotti ha creato, con l’aiuto di una certa stampa, la falsa convinzione che questo avrebbe portato ad un mercato faraonico. I famigerati giocatori che valgono tanto e che, quindi, in un’equazione non sempre veritiera sarebbero anche garanzia di vittoria. "Rispetta la città, infame senza dignità. Buffone, pappone…" recitavano gli striscioni che hanno invaso Napoli in mattinata sono proprio il frutto di questo errore comunicativo. L’errata convinzione che il fatturato del Napoli possa portare ad attirare calciatori che, invece, appartengono a club che hanno altro tipo di disponibilità economica ed altre strutture alle spalle. Discorsi che non riguardano il Napoli, per natura, per scelta ma soprattutto per necessità: quella di tenere il bilancio in ordine per evitare di cappottarsi come già accaduto in passato. Poi ognuno può pensare ciò che vuole su Aurelio De Laurentiis e questa libertà non può essere toccata. CI si può auspicare che arrivino cinesi, arabi, americano o altri esotici investitori, è più che legittimo. Ma fondare l’odio verso De Laurentiis su qualcosa che non può realizzarsi, per portata economica attuale del club, non può che arrecare solo danni alla squadra o alla piazza. In un momento, quello del post- Sarri, dove servirebbe maggiore coesione, Napoli (una parte) sceglie di lanciare un segnale molto forte. Vedremo se servirà a qualcosa…
Serie A Enilive 2024-2025
VS | ||
Roma | Napoli |
Editore: TC&C SRL - Testata giornalistica
aut. Tribunale Napoli n. 4 del 12/02/2020
Iscritto al Registro Operatori
di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale: Antonio Gaito
Direttore responsabile: Francesco Molaro