Cds - Il Napoli fa il calcio del futuro: chissà se in Paradiso giocano così
"Gli ultimi dei del calcio sono uomini che pare camminino sulle acque, ondeggiano sospesi nell’aria o, come nuvole, disegnano orizzonti fiabeschi che in un’altra notte stellare Napoli intravede in vicinanza", scrive Antonio Giordano sul Corriere dello Sport celebrando il Napoli, un calcio 3.0 ed una "squadra spaziale - venti vittorie, due pareggi e una sconfitta - quell’affresco che riempie gli occhi, è nelle pennellate d’autore di Kvaratskhelia e di Osimhen, nella loro sfacciata eleganza che diviene (pre)potenza, nella sublimazione di quell’Idea che Spalletti ha spruzzato in una stagione prossima all’apologia. Sassuolo-Napoli è la rappresentazione plastica di un football nuovo, moderno, stordente, è una proiezione nel futuro ed ha quel respiro internazionale".
Ed ancora: "Il Napoli vive in una dimensione surreale, è padrone non della partita ma della stagione, la arricchisce di sé, la sparge anche sul Sassuolo, che resiste come può e con tracce che sono segnali incoraggianti, però liberarsi dall’asfissiante palleggio altrui - dettato da Lobotka - è impossibile e tentare di sfondare quel bunker in carne e ossa costruito da Kim è proibito. Il Napoli è la rappresentazione di Spalletti e il suo ritmo demolisce le energie psicologiche e atletiche altrui: è organizzazione, è intelligenza, sa di freschezza, d'aria pulita".
E su Kvara e Osimhen: "Sono la gigantografia dominante d’un calcio che chissà se si gioca pure in Paradiso oppure no".
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