Ghoulam-show, a Dazn attacca i media: “Stagione mai vista del Napoli, ma se ne parla poco! Su Kvara...”
Faouzi Ghoulam, ex terzino del Napoli ora all’Angers, è intervenuto a Dazn nel corso della trasmissione ‘Tutti Bravi dal Divano’.
Vittoria del Napoli sull'Atalanta
“Secondo me è una partita fondamentale perché il Napoli deve preparare la Champions. Due sconfitte nella testa dei giocatori non è sempre buono. Doveva rialzare il livello”.
La Lazio di Sarri è simile al suo Napoli?
“Secondo me è una squadra diversa rispetto a noi. Hanno caratteristiche diverse. Hanno più fisicità. È una squadra che gioca, fa tanti gol e ne prende pochi. Alla fine la Lazio sta facendo il suo percorso. L’obiettivo è la Champions. Sicuramente la fase difensiva è il principio fondamentale per Sarri, poi in fase offensiva si adatta alle qualità della squadra. Noi avevamo un falso nove, con Mertens che veniva più incontro. Invece Immobile è più un attaccante centrale forte in area di rigore”.
Il rapporto con Sarri
“Lui chiede tanto dai suoi giocatori, però quando ti ritrovi sul campo a giocare un gioco eccezionale sai perché ti ha chiesto questi movimenti. Lui è preciso, in allenamento non molla mai. Per i giocatori non è sempre semplice, ci sta sempre dietro sula fase difensiva. Lui è molto intelligente per gestire le cose con certi tipi di persone come faceva con Gonzalo (Higuain). Aveva un rapporto diverso da quello con noi. Aveva capito che alcuni hanno bisogno di più tempo e più parole”.
Un aneddoto su Callejon
“Ero in Nazionale con Mesbah, al rientro c’era la gara tra noi e il Milan. Mesbah mi chiede come si possono fermare i tagli di Josè, io gli dico di stare attento perché quando tu guardi dentro lui già è andato e sei morto. Lui mi risponde che è da tanti anni in Italia e che è abituato. Comunque alla prima azione, primo minuto, palla dietro e fallo su Callejon. Anche io dopo 6-7 anni venivo fregato da quel taglio in allenamento”.
Nel tuo Napoli eravate tutti uguali?
“Il calcio è fatto da 11 giocatori che giocano per lo stesso obiettivo, ma siamo 11 persone diverse, abbiamo tutti un modo di vedere e interpretare il calcio diverso. Quindi non possiamo essere trattati tutti alla stessa maniera. Non puoi trattare Messi, CR7 o Mbappè come un altro giocatore, è palese”.
Cosa provi quando ti rivedi con la maglia del Napoli?
“Gli anni a Napoli sono stati i migliori della mia carriera, anche a livello umano. Sarò sempre grato a Napoli per quello che mi ha dato a livello calcistico e umano”.
Stai preparando la festa con i tuoi ex compagni?
“Non mi piace tanto come si parla del Napoli perché non si dà la reale importanza a quello che sta facendo. Sono primi con 18 punti di vantaggio sulla seconda, una cosa mai vista nel campionato italiano. Sono agli ottavi di finale di Champions e ne parlano come se fosse tutto normale. Dobbiamo essere felici perchè sta facendo una stagione strepitosa anche a livello internazionale. Con il +18 in classifica ogni vittoria sembra banale, oggi si parla molto di più della corsa Champions che del Napoli che sta facendo una stagione incredibile. Sono più di 30 anni che non vince, bisogna godersi la magia che sta creando con la città e i tifosi”.
Sull'esperienza con Benitez e le differenze con Sarri
"Sarri ci diceva sempre che la migliore difesa vinceva il campionato, a noi diceva che la testa era Albiol e noi eravamo le gambe. A Koulibaly diceva che doveva correre e che Albiol poteva fare ciò che voleva. All'inizio Sarri non mi voleva, metteva Hysaj a sinistra e cercava uno con più fase difensiva. Giocammo contro la Lazio e vincemmo 5-0, da allora non cambiò più. Benitez era più internazionale come modo di allenare, venivamo fuori da due stagioni con lui e quando arriva Sarri per tutto il ritiro avevamo un pomeriggio libero ogni 5-6 giorni".
Sei in contatto con i tuoi ex compagni? Come stai vivendo questo avvicinamento allo Scudetto?
"Lo sto vivendo benissimo perchè prima di tutto se lo meritano i tifosi che da più di 30 anni non vincono il campionato. Il merito è sicuramente del presidente che è stato intelligente a lavorare con persone ultra competenti e bravissime. Tutto l'ambiente, il direttore sportivo con le scelte che ha fatto, il merito è di tutti. In tanti siamo andati via, ma la base l'hanno tenuta e oggi tocca a loro. Ho vissuto tantissimi anni a Napoli, i miei figli sono cresciuto lì e quindi per me è bellissimo tutto questo. Mi sento napoletano dopo aver vissuto tanti anni a Napoli. Io volevo vincere non per me ma per i tifosi perchè se lo meritano e come dicevo prima si dovrebbe parlare ancora di più di quello che stanno facendo".
Com'è possibile switchare così dall'anno scorso a questa stagione clamorosa?
"La Juve ha finito il suo ciclo di vittorie, ora il campionato è molto più aperto per tutti. Prima l'ha vinto l'Inter, poi il Milan, però già l'anno scorso potevamo vincere. Adesso il campionato è molto più aperto, se il Napoli vuole aprire un ciclo dovrà fare delle scelte importanti quest'estate altrimenti sarà difficile".
Su Spalletti
"Vive nel suo mondo però ha un po' di tutto e lo fa bene. Ha sposato la causa del Napoli e ce lo diceva sempre".
Quanto è migliorato Osimhen?
"E' sempre stato così, l'unica cosa è che aveva sempre brutti infortuni e l'anno scorso Mertens ha dovuto giocare al suo posto senza aver fatto la preparazione a causa dell'operazione alla spalla. Siamo stati un po' sfortunati in questo, però Osimhen è un attaccante moderno: attacca benissimo la profondità, forte di testa, tiene bene la palla. Gli manca un po' di freddezza, è ancora un po' troppo istintivo".
Se dovessi stilare una classifica con i migliori attaccanti d'Europa, oggi dove metti Osimhen?
"Dipende da cosa vuoi fare. Oggi il miglior attaccante è Benzema, ma poi c'è Haaland che sta facendo tantissimi gol, nell'area di rigore è un fenomeno".
Su Kvaratskhelia
"Giuntoli a ottobre 2021 mi disse che aveva visto un georgiano fenomenale, ma costava troppo e stavano facendo scendere il prezzo per poterlo prendere. Anche lo staff e il mister l'avevano già visto. C'era un report di Calzona, attuale allenatore della Slovacchia, che già mesi prima l'aveva adocchiato. Ambientarsi nel campionato italiano è davvero difficile, anche il mister Spalletti è stato bravo ad inserirlo. Però già sette-otto mesi prima di comprarlo il Napoli era sicuro di lui e delle sue qualità e voleva comprarlo".
Dopo 26 giornate di campionato questo Napoli che ha 18 punti di vantaggio ha meno punti di quello di Sarri
"Oggi non c'è la Juve, la realtà è questa. Facevamo un calcio così importante che ci è dispiaciuto tanto non aver vinto. Non ha vinto il nostro calcio di possesso, qualità e ritmo ma quello della Juve degli ultimi 10 anni. Ci sono stati degli episodi che fanno ancora male che hanno influito anche sui nostri risultati. Il fatto di avere tanti punti di vantaggio oggi ti lascia giocare più tranquillo e noi avremmo finito con 100 punti quella stagione, però c'era la Juve e purtroppo non abbiamo vinto. Abbiamo fatto divertire tutto il pubblico e il campionato italiano e la città di Napoli. Oggi siamo felici di questo Napoli perchè vince la squadra più costante degli ultimi 10 anni. Significa che vince il calcio".
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