Obaretin si racconta: "Rrahmani e Juan Jesus mi hanno aiutato. Sul ritiro con Garcia..."
Nosa Obaretin, difensore del Trento in prestito dal Napoli, si è raccontato ai microfoni de La Casa di C. Di seguito un estratto dell'intervista.
Gli esordi: "Quando avevo 9 anni sono andato al Cesena: lì ho fatto 5/6 stagioni. Sono andato nell’U15 e poi è arrivata la chiamata del Milan. In quel momento ero un quindicenne, ma è stato lì che ho capito di poter fare qualcosa di importante. All’inizio ero incredulo: era un onore per me potermi allenare in quella squadra".
Gli anni al Milan: "Aver fatto degli allenamenti con la prima squadra a Milanello per me, che sono milanista, ha significato davvero tanto. Ho potuto misurarmi con dei campioni come Leao – il mio calciatore rossonero preferito -, Giroud, Theo Hernandez… In quel periodo in panchina c’era già Pioli, che è un allenatore eccezionale. Guardavo sempre i difensori, soprattutto Tomori che mi ha impressionato tantissimo per la velocità, il fisico e la scelta nella giocata da fare. Prendevo spunto anche da Kjaer e da Gabbia. Ogni volta che andavo in prima squadra cercavo di apprendere qualcosa da quelli che avevano più esperienza".
Dopo il trasferimento al Napoli: "Rudi Garcia mi ha detto sin dal primo giorno di stare tranquillo e divertirmi. Mi ha fatto partire titolare in alcune amichevoli, raccomandandomi di stare sereno e di giocare come sapevo fare. Spesso mi ha rassicurato dicendomi che sbagliare è umano e che non c’era alcun tipo di problema.
Su Rrahmani e Juan Jesus: "Durante gli allenamenti loro due mi hanno aiutato parecchio e l’ho apprezzato tantissimo. Mi dicevano di giocare tranquillo, di non accusare la pressione che le cose sarebbero arrivate da sole“. Una buona dose di tranquillità e tanta disciplina; secondo Nosa sono questi gli ingredienti di cui un calciatore giovane necessita: “Il calcio è un ambiente che ti fa crescere molto. Devi mangiare bene, dormire il giusto… È una routine che fai e che ti metti in testa. Se sbagli una di queste piccole cose non puoi fare il calciatore. Non puoi andare a dormire tardi se la mattina dopo hai allenamento e con il passare del tempo queste cose le paghi. Sin da piccolo ho avuto la testa solo sul calcio. Mi sono sempre detto che sarei diventato un calciatore. Ho sempre avuto questa mentalità".
Il prestito al Trento: "Ero in ritiro con il Napoli a Dimaro, poi ho parlato con la società e insieme abbiamo deciso per un trasferimento a Trento in prestito. L’obiettivo era farmi giocare e crescere. Vengo dalla Primavera del Napoli e volevo confrontarmi con il calcio dei grandi, per poi magari un giorno tornare in azzurro. Non ci facevano piacere i risultati che ottenevamo prima. Il cambio di allenatore ci ha spinti a fare sempre meglio e a dare ancora di più. Baldini ha avuto un grande impatto. Ci sono stati 3 allenatori in una stagione. Questa cosa mi ha spiazzato un po’ ma io mi sono messo da subito a disposizione di tutti. Ho sempre cercato di fare quello che volevano per migliorare anche il rendimento della squadra".
Il gol alla Neymar: "Bel gol quello contro la Virtus Verona… È sempre bello segnare, soprattutto se sei in casa e davanti ai tuoi tifosi. Ho visto lo spazio nella difesa avversaria, ho fatto un taglio e mi sono fatto dare la palla. Ho tirato con il piede debole, cioè il destro, ma sono riuscito a trovare la rete“. Nosa ha poi concluso menzionando un suo idolo: “Da piccolo guardavo le skills e le giocate di Neymar e cercavo di emularle. Ammiro molto la sua tecnica. Ho provato a imitarlo contro la Virtus Verona (ride, ndr) e fortunatamente la palla è entrata".
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