Spalletti nervoso in conferenza: "Patto formazione? Chi fa uscire cose dallo spogliatoio…"
Luciano Spalletti, commissario tecnico della Nazionale italiana, in conferenza stampa post-partita con la Croazia ha risposto in maniera dura ad alcune domande.
Quanto era preoccupato quando ci si avvicinava al 90esimo?
"Le preoccupazioni fanno parte di questo lavoro. Ci sono migliaia di bambini ogni volta che entriamo in albergo ad aspettarci per la possibilità di guardarci da due metri. Io sono uno che vuole bene a tutte le persone che incontra, se poi vedo che delle persone mi prendono di mira allora diventa una belva. Ma in generale voglio bene a tutti e voglio corrispondere questo affetto. Ma la difficoltà non è ora, è da quando abbiamo giocato contro la Macedonia che siamo sotto pressione. Al sorteggio eravamo tutti lì a dire che non siamo stati fortunati. Abbiamo fatto ciò che dovevamo fare. Ma che domanda è se tu vai fuori? Ma che ho paura? Altrimenti venivo come voi a vederle le partite e facevo un altro lavoro... Ho la possibilità di acquistare un biglietto, anzi me lo danno gratis. Ho perso tantissime partite in vita mia e non si ha paura di perdere, è una cosa normale. Ma perché anticiparci ciò che poi può avvenire? Stasera poteva vincere anche la Croazia perché è una squadra forte. Dopo poi si fanno le analisi, è corretto, ma non dobbiamo prenderci per il culo se si perde una partita. Io non sono un tipo invidioso, io voglio solo fare bene il mio lavoro e non voglio ancora più pressione di quella che già ho addosso e vi assicuro che ne ho già tantissima".
Quella di oggi è sembrata una formazione dialogando anche molto coi giocatori? E' stato un patto coi calciatori?
"Mi parla di patto... Ma lei quanti anni ha? - ("Io 51 risponde il giornalista) - Io ho 65 anni, le mancano ancora 14 anni di pippe per arrivare alla mia esperienza... Lei lo dice perché è quello che le hanno detto. Io ci parlo coi calciatori, qual è il problema? E' un patto per gli altri? Questa è una cosa che le hanno detto, però non si prenda delle licenze che non sono sue, sono debolezze di chi racconta le cose. C'è un ambiente interno e un altro esterno e se nell'ambiente interno c'è chi racconta le cose non vuol bene alla Nazionale. Qual è la qualità della scoperta in questo caso qui? E' una cosa normalissima. Io ho fatto la tesi a Coverciano sul 3-5-2, poi gliela faccio vedere. Patto perché? Alla fine eravamo sei calciatori offensivi e l'abbiamo tenuta in equilibrio. Quelli che sono entrati sono stati dei giganti, l'hanno tenuta in equilibrio e fatto delle cose perfette mantenendo l'assetto di squadra. Noi abbiamo già giocato così ma la qualificazione è meritata per quello che s'è visto in campo, per ciò che s'è visto nel primo e nel secondo tempo il passaggio è meritato. Voi avete detto a me che era il girone della morte, non l'ho detto io. La Spagna è fortissima, la Croazia è fortissima, è gente abituata a questo tipo di partite qui. Per me quando si scende sotto il livello minimo è perché si sente il morso della pressione, però intanto fino a questo punto qui sono sempre cresciuti dal mio punto di vista. Poi io più che un patto torno a parlare dei calciatori e c'è da cambiare da una partita all'altra. Loro hanno diversi calciatori forti davanti, attaccanti e trequartisti che sanno giocare tra le linee e quindi mi sono preparato a questa partita qui. A un certo punto siamo calati senza che ce ne fosse bisogno, nonostante il sistema di gioco. Poi ci sono gli episodi: si prende un gol in cui ci mostriamo timidi e non so il perché, ma dopo la squadra ha fatto meglio. Bastoni ha avuto due occasioni di testa molto importanti".
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