Guido Clemente di San Luca sul caso Mertens: "Tra amore e convenienza"
Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha espresso alcune considerazioni sulla vicenda Mertens.
"Allo scopo di attutire le conseguenze della (ancora eventuale) lacerante separazione da Mertens (per conclusione del rapporto professionale), generata – se così sarà – dalla unilaterale volontà del duo AdL-Spalletti, ci si impegna nel ricordare e celebrare le innumerevoli testimonianze dello sconfinato amore di Ciro per Napoli ed il Napoli. Per poi, però, concludere segnalando una distinzione concettuale (soltanto presunta) fra questo amore e le vicende societarie della SSC Napoli. Ebbene, se, da un canto, sono pienamente sottoscrivibili le note sull’indiscutibile legame fra Mertens e la città e la maglia azzurra, apprezzato in maniera genuina assai diffusamente.
D’altro canto, non è vero che il suo amore per città e maglia sia cosa separabile dalle «vicende di campo e societarie». Le due cose, invece, stanno e si tengono insieme strettamente. Nessuno può dubitare che, in generale, si possa «amare un luogo ma scegliere di lasciarlo perché attratto da convenienze professionali». Tuttavia, quando ciò succede, significa che l’amore non è poi così significativo, visto che lo si ritiene sacrificabile per convenienza. È un po’ come quando s’ama una donna e si sceglie di sposarne un’altra ricca e ‘potente’. Accade, e come se accade! Vuol dire, però, che si mette l’amore in secondo piano rispetto al cinico e freddo calcolo. Dunque, le cose non stanno insieme: se ami sul serio, non badi (o almeno non troppo) alla convenienza. Comunque, il caso di Mertens non rientra nella richiamata ipotesi teorica. Lui non ha affatto scelto di lasciare il luogo che ama «perché attratto da convenienze professionali». Anzi, tuttora attende che gli si consenta di concludere il suo percorso di calciatore a Napoli, con la maglia azzurra. Benché si tenda a farlo, la sua vicenda non è in alcun modo paragonabile a quelle, ad esempio, di Donnarumma e Chalanoglu dell’anno scorso, o di Dybala e Kessie di quest’anno, e così via. Tutti costoro hanno scelto di andar via per guadagnare di più. Dries no. Andato in scadenza, ha proposto (fra l’altro, in maniera inconsueta, visto che il farlo, in via fisiologica, sarebbe toccato alla società) un ingaggio pressoché dimezzato rispetto al precedente. La scelta di AdL (d’accordo con Spalletti), dunque, non è di tipo finanziario.
Comprare il cartellino di Mertens per 1,6 ml è un affare. Certo, ha 35 anni. Ma è ancora integro e fortissimo. E soprattutto è uno di noi! (l’ha ben ricordato Bucciantini, il quale, dopo aver affermato, appunto, che «è un giocatore forte ed ancora integro», ha aggiunto che «la sua volontà è quella di restare a Napoli. Con una maglia diversa da quella del Napoli non ce lo vedo, non vorrei vedercelo nemmeno se fossi un dirigente. Certe storie le vorrei confermare, perché possono dare un valore alla società. Mi conserverei uno dei protagonisti di questi ultimi 10 anni del Napoli»). Secondo molti con Deulofeu ci si rinforzerebbe. Siamo sicuri? È stato opportunamente ricordato che, quando fu acquistato, Verdi era reduce da una stagione strepitosa, come il catalano oggi. Poi non s’è confermato a Napoli. Si corre o no il rischio che si ripeta un esito negativo? In ogni caso, sul piano finanziario, rispetto all’intento di contenere le spese, è o no contraddittorio scegliere di pagare un cartellino18-20 ml (in luogo di 1,6), facendo un contratto intorno ai 3 (in luogo di 2,4)?
Ha fatto bene Salvatore Biazzo a ricordare che «Una società che negli ultimi anni dà 34 ml al CdA e poi vuole diminuire il monte ingaggi, mi sembra un po’ una contraddizione. È vero che il Napoli è un’impresa familiare, ma non puoi nemmeno monetizzare i sogni dei tifosi». Siamo ancora in tempo. Confermare Mertens e Koulibaly sarebbe un segnale importante, se non decisivo, nel lanciare la campagna abbonamenti. E se non si vuol cogliere questa preziosa opportunità, almeno lo si dica a chiare lettere, senza finzioni illusionistiche cui nessuno abbocca più".
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