Esclusiva

Clemente di San Luca a TN: "Scelte incomprensibili e giustificazioni insensate, Conte è indifendibile!"

Clemente di San Luca a TN: "Scelte incomprensibili e giustificazioni insensate, Conte è indifendibile!"
sabato 7 dicembre 2024, 16:45Esclusive
di Pierpaolo Matrone

Guido Clemente di San Luca, Ordinario di Diritto Amministrativo all'Università della Campania Luigi Vanvitelli, commenta così il momento di casa Napoli: "La prima delle due cartine di tornasole lascia sconcertati e sgomenti i tifosi azzurri. Una disfatta, peraltro talmente annunciata da far pensare quasi che fosse voluta. Al di là delle riflessioni che svolgerò, la prima cosa da dire è che nessuno – a cominciare dalla stampa locale che, più o meno esplicitamente, invoca l’antica massima «non si deve disturbare il manovratore!» – sembra rendersi conto di quanto i veri tifosi soffrano, e che queste figure barbine proprio non le vogliono fare. Per loro è stata una sofferenza indicibile.

Chi sostiene che non bisogna ‘disturbare il manovratore’, perché così si fa il gioco del nord che vuole destabilizzare la piazza, commette un errore gravissimo. Se la Meloni è il Presidente del Consiglio del Paese non per ciò – e proprio perché si vuole il bene di questo – ci si deve astenere dal criticarla, anzi. Ovviamente (e ben consapevoli che qui comunque si tratta soltanto di pallone), mutatis mutandis, si fa il bene del Napoli non nascondendo gli errori che si commettono. Perché poi alla fine si pagano. E a pagarli sono sempre i ‘malati’ di azzurro. I quali, dalla prima sfida con la Lazio, escono mortificati. Ed è pietoso puntare a distogliere l’attenzione con le intenzioni di riscatto per domenica sera, facendo sparire col cancellino quanto s’è visto.

Veniamo, quindi, ad analizzare l’accaduto con animo sgombro da pregiudizi (che, peraltro, pur potrebbero aversi). Conte appare francamente indifendibile. Le sue scelte sono state veramente incomprensibili. E le giustificazioni che ha dato sono prive di senso. Altro che comunicazione efficace ed irreprensibile. Una non comune dose di ipocrisia.

Proviamo a sforzarci di capire quale potrebbe essere il senso. Se voleva premiare, e perciò ‘accontentare’, quelli che hanno giocato meno, ha finito senz’altro per frustrarli di più. Come ha condivisibilmente osservato Cesarano, «ora si rischia di far passare le seconde linee del Napoli come dei brocchi». Se, invece, voleva verificare quelli di cui potersi fidare, obiettivamente non ha potuto capire niente. È infatti chiaro a tutti che fanno solo brutte figure se li fai giocare con quelli addirittura inguardabili (vedi Rafa Marin, pagato 12 milioni – ma poi voluto da chi? – che si rivela assai peggio di Natan e Ostigard). Caprile, Gilmour, Folorunsho, Neres, Simeone, Ngonge (e forse pure Spinazzola), potevano essere affiancati da 4 o 5 titolari, e non si buttava via la qualificazione.

Le pagelle che ho letto sono, a mio avviso, superficiali. Perché, appunto, non tengono conto del contesto in cui i giocatori si sono dovuti esprimere. Ad esempio, considerato che non avevano un terzo con cui dialogare (Lobo, McT, o Anguissa è lo stesso), Gilmour e Folorunsho vanno valutati sufficienti. Tutto sommato anche Caprile (sebbene mostri una qualche acerbità). Zerbin, Rafa Marin, Juan Jesus e Spinazzola – nonostante l’attenuante che il loro rendimento sarebbe stato diverso ciascuno potendo giocare con altri tre titolari – sono stati largamente insufficienti. Così come Raspadori, benché impiegato in un ruolo che proprio non gli si addice. Ngonge in fondo è stato decoroso. Neres e Simeone, invece, ben più che sufficienti.

Fra i tanti messaggi di rabbia e delusione ricevuti, più d’uno ha giustificato le scelte così: che «almeno 5 dei giocatori in campo sono impresentabili e lo sta dimostrando ad ADL, è questo il motivo»; oppure che «sei primo in classifica con 13-14 giocatori, che fai li rischi?».
Orbene, il secondo argomento è destituito di fondamento. Soprattutto perché – diversamente da Baroni – è proprio Conte, in campionato, a non coinvolgere adeguatamente l’intera rosa di cui dispone. La verità è che ha fatto un turnover del tutto scriteriato, proponendo poi nel finale cambi inspiegabili, e dunque deliberatamente scegliendo di lasciar perdere la Coppa (durante la partita, nemmeno un minimo s’è agitato come di consueto). Perché? Si può mai credere che abbia «voluto scientemente liberarsi dalla Coppa Italia, sapendo che gli sarebbe toccata una trasferta quasi proibitiva a Milano con l’Inter nel cuore della stagione, ad aprile»? Bah! E comunque, se così fosse, ciò sarebbe in aperta contraddizione con l’obiettivo che, a piè sospinto, il mister ripete di avere: il «progetto di costruire col lavoro un qualcosa di stabile e duraturo». Un siffatto progetto, invero, dovrebbe passare proprio attraverso una costante e graduale sperimentazione, non assumendo decisioni eclatanti sprovviste di ragionevole significato.

Allora, forse, la spiegazione va ricercata altrove, come molti sussurrano e tanti si affrettano a negare (con un vigore che non lascia senza sospetti). E potrebbe essere, questa sì, molto preoccupante, perché destabilizzante. Siamo così al primo argomento richiamato. Ha forse Conte voluto inviare un (ulteriore) messaggio ad ADL, di sapore – diciamolo pure – un po’ ‘intimidatorio’? Come a volergli dire: «Caro Presidente, a buon intenditor poche parole». Del resto, lo aveva già dichiarato dopo Napoli-Roma: «Se dovessimo essere bravi ad entrare in Europa, si dovrà rinforzare questa rosa. Lo deve sapere il Presidente».

Auguriamoci che non sia così, perché si tratterebbe di uno sgradevole messaggio, a dir così, ‘indiretto’, ancora una volta sulle spalle dei tifosi. Speriamo che non si tratti di un segnale di incrinatura del rapporto con il Presidente. Nessuno è in grado di poterlo affermare con sicurezza e la dietrologia certo non giova. La sensazione, però, non è affatto piacevole. Le perplessità neppure sono dissolte dalle dichiarazioni a sostegno di ADL, anzi (excusatio non petita…). Cos’altro avrebbe potuto fare? Comunque, ci si starebbe parlando mediante comunicazioni trasversali ed ambigue, tutte da decifrare. Perché, se è vero che si sentono continuamente, che bisogno avrebbe Conte di dichiarare alla stampa l’esigenza di rinforzare la rosa?

2. Due parole finali su Pairetto. Ha arbitrato in maniera indecente, nel modo che da tempo vado denunciando. Approfittando, cioè, della indeterminatezza che deriva dall’invocato – ma non codificato! – «senso del gioco», che legittima l’arbìtrio incontrollabile. Decine di falli non rilevati (anche ai danni dei laziali, per consentirsi uno spazio di valutazione che la regola non dà, così da utilizzarlo a suo piacimento, potendo affrancarsi dall’accusa di violazione delle regole). Ed un rigore solare su Simeone non rilevato con la complicità del VAR: il fatto che il Cholito abbia comunque calciato è giuridicamente insignificante".